Ehsin s'inchina sulla bara dello zar

Ehsin s'inchina sulla bara dello zar Le spoglie dei Romanov nell'antica capitale. Oggi le esequie, molti i politici presenti Ehsin s'inchina sulla bara dello zar Il Presidente scioglie i dubbi e vola a San Pietroburgo MOSCA NOSTRO SERVIZIO Mentre a Pietroburgo si sta concludendo la tragedia dei Romanov, a Mosca la vicenda dei loro funerali ha ormai definitivamente assunto contorni da farsa. Boris Eltsin, dopo aver fino all'ultimo momento negato la sua presenza, ha ieri all'improvviso annunciato la sua partenza per Pietroburgo, scatenando nel circo politico moscovita - che fino al giorno prima aveva deciso di ignorare l'evento - frenetici cambiamenti di posizione. Deputati e leader di partiti si sono precipitati a fare le valigie dopo che giovedì l'imprevedibile padrone del Cremlino è apparso in televisione per annunciare che parteciperà al rito: «Ci ho riflettuto a lungo, sarà giusto e umano». Secondo Eltsin, la sepoltura dello zar è un atto di giusti¬ zia dopo che per 80 'anni la verità sulla strage della famiglia Romanov è stata tenuta nascosta. Voci che il Presidente - che aveva aderito alla posizione del patriarca di tutte le Russie che ha deciso di disertare il funerale perché non convinto dell'autenticità dei resti - avrebbe cambiato idea erano già circolate. Zar Boris ha ammesso che a fargli cambiare idea sono stati «colloqui con esponenti della cultura». Ieri mattina aveva telefonato all'accademico Dmitrij Likaciov, il grande vecchio dell'intelligencija. L'anziano studioso che ricorda addirittura un in- contro con Nicola II - aveva già chiesto a Eltsin di non badare alle superstizioni della Chiesa ortodossa. Il ripensamento del Presidente ha sconvolto le carte a tutta la corte del Cremlino che si è trovato di fronte a un drammatico dilemma: precipitarsi a Pietroburgo perdendo la faccia oppure rimanere a Mosca e rischiare lo scontento di zar Boris. Perfino quelli che restano hanno cambiato tono: il sindaco di Mosca Jurij Luzhkov non lascia la capitale non perché non si fida delle analisi del Dna che hanno identificato i resti dei Romanov, ma semplicemente perché troppo impegnato. Il presidente del Consiglio Federale, Egor Stroev, ha invece subito spedito a Pietroburgo una delegazione ufficiale. Cercando di dimenticare che solo una settimana fa aveva dichiarato che non andrà a un «funerale di non si sa chi». La Duma, dominata dai comunisti per i quali Nicola II rimane un nemico, non è stata così pronta di riflessi. Ma anche nella Camera Bassa si sono registrati voltafaccia clamorosi e c'è da giurare che oggi al funerale che, fino a ieri, sembrava interessare solo i giornalisti, appariranno molte facce note. Il grande sconfitto della situazione è il patriarca Alexij II che si è limitato a dire di «rispettare i motivi di Eltsin». La propaganda del Cremlino ha già sostituito i dubbi della Chiesa, fino a ieri posizione quasi ufficiale, con la retorica su un rituale di pentimento nazionale. Vale soprattutto per uno dei presenti: 20 anni fa la casa dove i Romanov erano stati fucilati era stata rasa al suolo da un segretario del Pcus di nome Boris Eltsin. Anna Zaf esova

Luoghi citati: Mosca, Pietroburgo, San Pietroburgo