Petali di rose sul piatto di Enrico Benedetto

Petali di rose sul piatto Cucina a base di fiori in un ristorante della Normandia Petali di rose sul piatto PPARIGI ER i mangiatori di loto, c'è l'Odissea. Per i mangiatori di rose, papaveri, calendule, emerocalle... c'è il ristorantino di Olivier Delacroix, perso nella campagna normanna. A Saint-Victor-L'Abbaye il mazzo di fiori non si trova sul tavolo, ma nel piatto. Li si può impanare, mettere in salamoia 0 nel caramello, farne gelatine, agharli (per accompagnare i formaggi maturi: i non troppo lontani inglesi trasalirebbero), o presentare in forma d'omelette. E se ci venite in novembre c'è la zuppa di crisantemi, funerea ma gustosa. Petali in cucina. E foglie. Dalla classica ortica ad altre di cui lo chef non rivela volentieri il segreto. Quanto alle bevande, lo sciropposo vino di sambuco non vale il Borgogna e tuttavia resta insuperabile per eccentricità. La gastronomia floreale esiste da secoli. Ma il fiore costituisce tradizionalmente - come le spezie - una sorta di «ultimo tocco» per impreziosire una vi¬ vanda. L'occhio si rallegra, il naso odora fragranze delicate, e poi la bocca fa il suo mestiere spazzolando le corolle con buona pace di Linneo. Monsieur Delacroix ha invece deciso di trasformare la flora in protagonista oilinaria. Certo, la sua egemonia non poteva essere assoluta. Ma anche nei. rari casi in cui compaiono timidamente carne 0 pesce, tocca loro la parte del cicisbeo. L'aringa marinata, per esempio, fa da cavalier servente ai fiori di borragine, e quelli di rucola seducono l'avventore facendogli rapidamente scordare l'eventuale «contorno». Il giardino è peraltro a due passi dalla sala da pranzo. Ogni giorno Delacroix vi spicca di che riempire pentole e casseruole. Da architetto infelice a ristoratore bucolico. Cucinare mischiando profumi in boccio, dice, «mi ricorda l'infanzia». Di che far impallidire il già pallido Marcel Proust. Enrico Benedetto

Persone citate: Delacroix, Linneo, Marcel Proust, Olivier Delacroix

Luoghi citati: Normandia