«Guai a rinunciare al rigore»

«Guai a rinunciare al rigore» Il presidente Bce: non so quanto guadagno. Sono 40 milioni al mese «Guai a rinunciare al rigore» Duisenberg: terapia d'urto peri deficit STRASBURGO DAL NOSTRO INVIATO «Il criterio guida della politica fiscale è di raggiungere l'equilibrio di bilancio se non addirittura un surplus, il che è ancora più vero psr i Paesi che hanno un debito elevato», leggasi in particolare Italia e Belgio. Nella sua prima apparizione dopo la nascita della Bce davanti al Parlamento europeo il presidente Wim Duisenberg non perde occasione per ripetere la necessità di una terapia d'urto - quella prescritta dal Patto di stabilità - sui conti pubblici di chi ha scelto l'Euro. Terapia da somministrare subito perché «l'attuale situazione di congiuntura favorevole sembrava ottima per la convergenza, almeno per il deficit. Ma i dati attuali ci dicono che alcuni Paesi non si stanno muovendo in questo senso». Niente nomi, naturalmente, ma Duisenberg dice di essere pienamente d'accordo con la Commissione europea sulla «strada di rigore che va continuata». Intanto la Bce fa girare i motori e si prepara a fissare «entro ottobre, ma io spero che possa avvenire già a settembre», dice Duisenberg, gli obiettivi di inflazione e/o di massa monetaria, dopo aver già reso nota l'entità della riserva obbligatoria che le banche commerciali dovranno depositare a Francoforte. E allo stesso tempo perfeziona la sua «rappresentazione esterna»: Duisenberg è già stato tra i governatori del G10, aspetta l'invito del G7, è in trattative per le riunioni del Fmi. Di fronte a un Parlamento che fin dagli esordi della Bce si è detto preoccupato della sua scarsa trasparenza Duisenberg ammette: «Sì, abbiamo bisogno di credibilità e fiducia e dovremo guadagnarcele nel tempo». E il presidente spiega anche che, anche se i verbali delle riunioni resteranno segreti, «cercheremo di spiegare nel modo più ampio possibile le nostre scelte e le ragioni per le quali sono state fatte». Per ora gli europei dovranno accontentarsi di vedere soddisfatta - o quasi - una curiosità più mondana: quanto guadagna Duisenberg? Nei giorni scorsi la Bce aveva risposto che la remunerazione del presidente - decisa da un comitato di «tre saggi» - non era pubblica e la cosa aveva creato qualche malumore. Adesso Duisenberg, con il massimo di civetteria per un banchiere centrale, sostiene che «nemmeno io so con precisione quanto guadagno». Ma fornisce un'indicazione: «Un membro del direttorio della Bce guadagna il 10% in più del direttore generale più pagato della Commissione europea; il vicepresidente il 20% in più e io il 40% in più, su cui pago le tasse con un'aliquota media del 30% e una marginale del 45%». Fatti i calcoli a Duisenberg dovrebbero andare poco più di 40 milioni lordi mensili, trenta al netto delle tasse. Questo vale il mestiere di signore dei tassi europei, [f. man.] Il numero uno della Banca centrale europea Wim Duisenberg

Persone citate: Duisenberg, Wim Duisenberg

Luoghi citati: Belgio, Francoforte, Italia, Strasburgo