«Piccole imprese strangolate»
«Piccole imprese strangolate» «Piccole imprese strangolate» La Confapi avverte: troppi debiti a breve ROMA. Campanello d'allarme per le piccole e medie imprese (pmi), volano dell'economia italiana: sono quelle più indebitate in Europa con il sistema bancario, soprattutto sul breve termine. Non solo, ma l'avvento dell'Euro, contrariamente a quanto si prevede avvenga per quelle maggiori, non aprirà per le medio-piccole la grande opportunità di espandere la raccolta sul mercato dei capitali di rischio, a partire dall'emissione di azioni e obbligazioni. L'allarme è stato lanciato dal rapporto su «La moneta unica e le piccole e medie industrie», elaborato dalla Confapi e dal Cer con il contributo dell'Ue. In dettaglio, dal 1982 al 1995 è aumentata in misura notevole l'incidenza dei debiti a breve verso le banche, passata dal 12,9% al 18%, denotando così la crescente dipendenza delle imprese minori dal sistema bancario. In riferimento al peso dei debiti bancari a breve a fine '95, in particolare il divario tra grandi aziende e pmi ha addirittura superato i dieci punti. Inoltre, si legge, «il dato relativo al rapporto tra i debiti bancari e il totale dei debiti finanziari conferma la minor capacità delle pmi italiane di diversificare le proprie fonti di finanziamento»: tra l'82 e il '95 tale rapporto è aumentato dal 26,5% al 31,7% (mentre per le grandi imprese è sceso dal 29,5% al 22,6%). Da qui il suggerimento dell' analisi ConfapiCer di «sfruttare il consolidamento delle aspettative di bassa inflazione e di maggiore stabilità del ciclo reale per convertire parte del credito a breve in prestiti a lungo termine» così che «una convergenza verso i valori prevalenti negli altri Paesi europei, meno indebitati a breve, riduca la fragilità finanziaria delle pmi italiane».
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