Un decreto per regolare le «40 ore»

Un decreto per regolare le «40 ore» Caso straordinari Un decreto per regolare le «40 ore» ROMA. Un decreto legge che recepisca una parte dell'accordo tra Confindustria e sindacati sulle 40 ore settimanali. D prowedimento - secondo quanto si è appreso - potrebbe essere preso lunedì o martedì prossimi, 20 luglio, in una riunione straordinaria del Consiglio dei ministri. Sembra essere questa la strada più probabile per-uscire dall'impasse sugli straordinari: fra le ipotesi, e ieri se n'è discusso in un vertice di governo, quella di fissare un tetto di 250 ore di straordinario all'anno, che tradotte in orario settimanale equivale a 45,2 ore, e cioè circa 5 ore oltre l'orario normale. L'attuale normativa scade infatti domenica prossima, 19 luglio. Senza un intervento l'orario straordinario scatterebbe dalla 41a ora con una serie di complicazioni per le imprese, in particolare quella di dover chiedere l'autorizzazione preventiva per lo straordinario all'Ispettorato del lavoro. Attualmente si deve informare l'Ispettorato quando si superano le 48 ore settimanali. L'accordo tra le parti - se verrà seguita questa strada - fissa l'orario normale a 40 ore settimanali e l'obbligo per il datore di lavoro di comunicare lo straordinario oltre la 48a ora all'Ispettorato del lavoro. Anche se l'ipotesi di seguire la soluzione suggerita ieri dal leader della Cgil Cofferati appare - come detto la più probabile, non sono del tutto tramontate le altre soluzioni: una proroga dell'attuale sistema oppure un passaggio graduale (un «décalage») dalle 48 alle 40, passando per 46,44 e 42 ore, come proposto dal Ds Alfiero Grandi. Contro la proroga, tuttavia, si è già scagliata Rifondazione comunista che, a suo tempo, aveva ottenuto il rinvio del recepimento della direttiva comunitaria sulle 40 ore in attesa dell'approva zione del disegno di legge che invece fissa l'orario legale a 35. Per l'attuazione dell'accordo tra le parti (sottoscritto nel novembre del '97 per recepire la direttiva Ue) si sono schierate anche la Cisl e la Uil. Il presidente di. Confindustria Giorgio Fossa, replicando al leader della Cgil, Sergio Cofferati, ha invitato a «non creare false contrapposizioni che non esistono». Confindustria, ha precisato, «ha più volte detto che la strada da seguire è l'attuazione dell'accordo di novembre '97 con i sindacati o, in mancanza di questa, la proroga della legge esistente».

Persone citate: Alfiero Grandi, Giorgio Fossa, Sergio Cofferati

Luoghi citati: Roma