Ronchi boccia la Milano-Genova

Ronchi boccia la Milano-Genova «No» alla direttissima ferroviaria da 4000 miliardi per collegare il porto ligure alla Pianura Padana Ronchi boccia la Milano-Genova «Progetto incompatibile con l'ambiente» ROMA. Cade un altro tassello del sistema ferroviario ad Alta capacità: un decreto firmato dai ministri Edo Ronchi (Ambiente) e Walter Veltroni (Beni culturali), fa piazza pulita della Genova-Milano, la tratta concepita fin dal 1992 come linea ad Alta velocità per collegare il porto ligure con la capitale economica. Le due firme non cancellano la filosofia, l'idea di una direttissima ferroviaria tra le due città, ma bocciano su tutta la linea la ferrovia che non piaceva più a nessuno (né a Genova, né a Milano, né alle Fs), il progetto varato nel 1994: 4 mila miliardi di valore secondo le ultime stime. Venti pagine di motivazione per dire che l'elaborato non passa neppure un esame: costa troppo e porta pochi benefici, si basa su volumi di traffico sovrastimati, non rispetta l'ambiente (rischia anzi di causare catastrofi), prospetta alti livelli di inquinamento acustico e, stoccata finale, velocità troppo elevate. Troppi nei per un treno che avrebbe dovute far risparmiare una quarantina di minuti su 137 chilometri di percorso. Bocciatura inevitabile, sottolinea il comunicato che spiega come i ministri abbiano firmato il decreto di valutazione impatto ambientale negativo: «Il progetto aveva già avuto il parere interlocutorio negativo da parte del ministero dell'Ambiente il 2 giugno 1994 Inoltre sul progetto la Regione Liguria ha espresso parere nega tivo (pur riconoscendo la neces sita dell'opera)» e lo stesso ha fatto la Regione Piemonte. Tutto il progetto, ha poi aggiunto Ron chi, «non risulta coerente con le indicazioni conclusive della verifica governativa sul sistema italiano di alta velocità». Tutto da rifare per il «General Contractor», il consorzio Cociv che comprende Consorzio Emiliano Romagnolo, Edi. Stra, Grassetto, Tecnimont, Collega menti Integrati Veloci, Gambogi e Itinera. Le motivazioni di Ronchi vanno nei particolari: quella linea non sta in piedi perché an drebbe a penalizzare i nodi ferroviari di Genova e Alessandria creando problemi al traffico «normale», non fornirebbe ga ranzie su bonifica e consolidamento delle frane agli ingressi di varie gallerie e andrebbe a compromettere molte sorgenti esistenti sul tracciato. Ma non basta: i lavori di costruzione, gli scavi e le gallerie potrebbero addirittura minare le fondamenta dell'ospedale San Martino di Genova e gli edifici storici di Novi Ligure, mentre l'attraversamento dei principali corsi d'acqua della pianura padana (Po, Ticino, Scrivia) e delle aree vicine ecologicamente sensibili produrrebbe, secondo il ministero «notevoli impatti per sottrazione di habitat, disturbo, alterazione degli ecosistemi». Infine l'impatto acustico: il «bang» dei treni a velocità superiori a 250 chilometri l'ora comporterebbe un impatto acustico rilevante nelle piccole vallate appenniniche attraversate. Poche le lacrime per la sentenza di Ronchi. Genova punta da tempo sul «terzo valico» per arrivare alla pianura padana e il presidente della Regione Liguria, Giancarlo Mori, sottolinea che si trattava di un progetto superato, mentre il nuovo valico resta «indispensabile per lo sviluppo della portualità e dei traffici in costante, fortissimo aumento». Ma il sindaco di Milano Gabriele Albertini sostiene che alla base del «no» esistono moti vazioni politiche, perché la Mi lano-Genova, come l'aeroporto di Malpensa «non è di destra né di sinistra». E le Ferrovie, dato per scontato che il progetto non era più attuale, ricordano che, dopo la ve rifica parlamentare del '97, gli esperti «hanno individuato come prioritaria la realizzazione del quadruplicamento della par te Sud della linea Milano-Geno va, ormai vicina alla saturazione». E' in sostanza il terzo valico, sul quale fin da giugno mini stero dei Trasporti, Regione Li guria, Regione Lombardia, Fs e Tav «hanno dichiarato la loro disponibilità a discutere con il ministero dell'Ambiente i contenu ti e i modi per individuare e ri spettare i tempi necessari a ga rantire le priorità». Brano Gianotti «Sovraddimensionate le stime sul traffico Percorso troppo breve E' inattendibile l'analisi economica Rischi di frane Rumore altissimo In pericolo anche l'ospedale S. Martino»

Persone citate: Edo Ronchi, Gabriele Albertini, Gambogi, Giancarlo Mori, Gianotti, Grassetto, Ronchi, Walter Veltroni