L'uomo che guarda passare le vacanze

L'uomo che guarda passare le vacanze S E RVI T CWtl : DELL'ESTATE L'uomo che guarda passare le vacanze // casellante: l'auto con la bagagliera è il nostro incubo ALLE sette del mattino laggiù l'aria già trema per il calore che verrà. E in quel riverbero c'è la prima macchina di oggi, giornata festiva di metà luglio, inizio turno per l'esattore Luciano Casili, porta 9 della barriera di Carmagnola, autostrada Torino-Savona. Barriera tra la città e la vacanza che comincia, perché ormai è estate, bellezza, e tu non puoi farci niente. E già alle sette del mattino, il mondo è diviso in due: chi ha l'aria condizionata, e chi non ce l'ha. I primi scivolano in corsia, abbassano il finestrino e sorridono. GU altri - sarà il riverbero - già da lontano arrancano, il finestrino ce l'hanno aperto al massimo e non sorridono mai, «perché se sono in partenza già pensano a 124 chilometri di caldo pazzesco. Se tornano, allora sono bolliti e hanno già dimenticato tutto il bello della vacanza». Ma se partono... Ah, se partono hanno in testa un solo grido: «A Savona, a Savona!», perché tra 120 chilometri c'è la galleria Passeggi, e quando esci c'è una curva a destra, e poi c'è lui: il mare. Non importa se in quel momento grigio e deludente, «ecco il mare» dicono e pensano tutti all'uscita da quella galleria, tutti contenti di essere ormai da un'altra parte. Ma la vacanza è iniziata su, sotto gli occhi di quelli che non vogliono essere chiamati casellanti, ma «esattori di barriera». Gente giovane, d'estate tantissimi trimestrali, studenti universitari che si guadagnano i soldi per tasse e libri: un milione 700 mila lire al mese, più l'indennità notturna, festiva, domenicale. E quella del «maneggio denaro», che li fa simili agli impiegati di banca, a contare soldi per otto ore di turno. Con quei venti minuti di pausa pranzo con il «baracchino» pieno di insalata di riso fatta dalla mamma - in questa stagione, ma «d'inverno è minestrone» - che fanno pensare a operai di anni lontani, se non fosse che invece questi lavorano in gabbioni di acciaio con i vetri blindati, riscaldamento e aria pressurizzata come sugli aerei, «per non respirare i vo stri fumi di scarico». E allora, questo esattore Luciano ha gli occhi azzurri, il pizzetto e assomiglia a Deschamps («sapesse i francesi che me lo dicono...»). Tren tatré anni, da 14 la divisa della so cietà Autostrada Torino-Savona, Prima da trimestrale, poi il corso in cui ti insegnano che la regola prima è sorridere sempre. E in tutti questi anni lui e i suoi colleghi ci hanno guardato mentre scattavamo in avanti verso le nostre vacanze, automaticamente pensando alle proprie ferie, buttando l'occhio dentro alle nostre automobili di partenti più o meno felici, catturando al volo stati d'animo, stato sociale, abitudini, an che i problemi delle 700 persone media dei passaggi a turno - che transitano alla sua porta, forca cau dina dell'estate che comincia e malabolgia in caso di coda. Venti, trenta secondi, e ti fanno la fotografa. Come questa sagoma scura con fari accesi che arriva sparata, frena dolcemente e si ferma a distanza perfetta, Mercedes da 80 milioni, blu polvere come la manica di seta e polsino slacciato e Rolex che si sporge. «Imprenditore, 50 anni. Week end con una bella ragazza che raccoglierà più avanti. Febee. E come non esserlo su una macchina così?». Porsche nera cabriolet, «modello 911 SC, anno di fabbricazione '82 o '83». Esce un braccio in camicia oxford azzurra, orologio Vacheron & Costantin, uomo giovane, pancia che sfiora il volante, «probabile avvoca to, sposato, raggiunge la moglie in Riviera». Clio verde squillante, braccio tatuato e manica di maglietta ne- ra, occhiali neri, faccia bollita di ragazzo giovane, tre compagni di viaggio addormentati, «reduci dall'Evita, o dal Barcelona. Discoteca fino alla chiusura, e poi chissà dove. Ieri sera li avrei sentiti arrivare da lontano, loro e la loro musica progressive che ti bombarda a distanza». Golf argento, nuovo modello. Maschio giovane, capelli a spazzola, Ray-ban neri, maglietta «Apple», cellulare e computer portatile sul sedile, «Talking Heads» al massimo. Chi è? «La nuova razza dei flippati del chip». Panda, signora di mezza età, cintura di sicurezza, camicetta senza maniche, braccialetti d'oro, portafoglio con foto di bambini, «nipotini, vedova, magari anche buona cuoca». Punto rossa, categoria «coppia anziana»: vasi con gerani rossi sul sedile dietro, borse del supermercato con sedano che sporge, «praticamente un trasloco, finalmente tre mesi a Borghetto. Ma la spesa è meglio farla a Torino». Ma c'è anche la «variante bagagliera». «Prima o poi arriva, c'è sempre una bagagliera in autostrada. Sempre». E alla fine arriva, Ritmo grigia con portabagagli carico e cellofan svolazzante, corde tese al massimo, alla guida signore di mezza età in camiciotto, moglie in scamiciato regolarmente abbottonato davanti, occhiali con catenella, borsetta sulle ginocchia. E cane. Razza mista, piccolo e uggiolante e già accaldato, slingua la mano del padrone e vorrebbe arriva re a quella dell'esattore, ma non ci arriva. Ci arrivano invece gli alani, i maremmani e gli altri grossa taglia incautamente sporgenti dal finestrino. «Il padrone dice sempre "non morde", ma chi ci crede?». E poi arriva la variante della «variante baga gliera». «Noi li chiamiamo i "Filini", come il ragioniere della serie di Fan tozzi. I Filini sono noiosi. Sgridano la moglie che non ha preparato i soldi Ti chiedono sempre se c'è traffico e se la loro bagagliera è a posto. Tu guardi e gli dici sì. Ma prima o poi l'elastico cede...». E se cede l'elastico, le valigie se ne vanno in uno svolazza di cellofan che raggiunge la macchina dietro, e ciao vacanze. «Nessuno sa quanta roba la gente perda sull'autostrada, magari senza accorgersene. Poi chiamano la sala radio... "Avete mica trovato un tavolino del '700?". Sì, in schegge. Un antiquario disperato». Ma nei ricordi della barriera c'è anche l'urna fune¬ raria («antica però, e chiusa in una scatola»). E una lavatrice, un frigo, due reti, due materassi, seminati sui primi tre chilometri da un furgone mal chiuso. Gli italiani sono distratti, anche in autostrada. Ma simpatici, «se non sono distrutti dal caldo». Adesso che c'è l'aria condizionata, anche più simpatici, e desiderosi di scambiare parole. «Gli antipatici sono i manager. Attaccati al telefonino, non ti guardano nemmeno». Antipatici sono quelli che litigano («coppie giovani, si rinfacciano cose tremende davanti a te che aspetti solo il biglietto per mandarli via»). E i maniaci delle banconote: «Guai se gliene dai una spiegazzata, ne vogliono una più bella...». E quelli che «in piena Tangentopoli ti riempivano di insulti, "siete tutti ladri, farabutti", e chissà perché». E chi si arrabbia ad ogni aumento del pedaggio, e fa i conti pre- cisi, «se l'aumento è del tre per cento farebbe 13 mila 310 lire, com'è che lei me ne chiede 13 mila e 500?». I simpatici sono i camionisti in canottiera. Le signore che chiedono la prossima uscita di tangenziale, ma gentilmente. Quelli che cercano gli spiccioli per aiutarti. Chi ti chiede come è finita la partita. Le pattuglie della Stradale, «praticamente dei colleghi». I pendolari, dopo un po' si diventa amici. Le belle ragazze con le gonne corte. Perché «noi non siamo solo quelli che prendono i soldi», ma quelli che dicono «Salve» e «Grazie» in media 700 volte a turno, vedono facce e facce, e gomiti che sporgono, portafogli e abitudini che si aprono davanti a loro. E scontrini di pedaggio a migliaia, divisi anche loro in due categorie: «Freddi e caldi. Freddi di chi ha viaggiato con l'aria condizionata. Caldi... E chi te lo restituisce masticato, dal bambino o dal cane...». E sempre essere gentili, recita il regolamento. Sempre. Anche se sai che un giorno il Telepass ti cancellerà. E chi coglierà il nostro passaggio alla barriera delle vacanze, se non un occhio elettronico, capace di dire «grazie» ma incapace di sorridere, di cogliere l'eroismo del motociclista sotto la pioggia, di parlare dei tempi «in cui c'era il mito della station wagon, ora soppiantato dalla monovolume». Di ricordarsi di quando la gente grattava via il fogo dalla Prisma 1500 per pagare come una Prisma 1300. Di ricordare anche il tuo viso pallido mentre entri come una pallina da flipper in una delle corsie che ti porta in vacanza, nel ronzio da frigorifero in cui stai beatamente viaggiando o nel profumo di «Arbre magique» gusto pino appeso allo specchietto della tua vecchia macchina. E meno male che ci sarà sempre una bagagliera, che fila verso le vacanze. E meno male che torna l'estate. E tu, non puoi farci niente. Brunella Giova ra «La nostra prima regola? E' di sorridere sempre E Varia condizionata vi ha resi più gentili» «Per non respirare i vostri fumi di scarico per otto ore viviamo in cabine pressurizzate» «Il terrore sono gli alani che sporgono dal finestrino. Il sogno? Le belle ragazze con gonne corte»

Persone citate: Brunella Giova, Deschamps, Luciano Casili, Razza, Varia

Luoghi citati: Borghetto, Carmagnola, Savona, Torino