«Autostrada o sciopero generale»

«Autostrada o sciopero generale» REPORTAGE IL NORD-OVEST D1MENHCATO Sindaci e amministratori di tutti i partiti pronti alla rivolta se non arriverà il finanziamento «Autostrada o sciopero generale» Le Province di Cuneo e Asti alleate: basta rinvìi GCUNEO ETTATE alle ortiche sabaude timidezze, han giurato: «Autostrada o sciopero generale». L'austero salone della prefettura più occidentale del Nord Ovest è diventata la Pontida dei sindaci della Cuneo-Asti. E la parola d'ordine «sciopero generale», che in altre circostanze sarebbe risuonata blasfema in questa terra di «travaiun», dediti sovente al doppio lavoro e al risparmio da record nazionale, viene agitata adesso come una clava sulla testa di Roma. A pronunciarla non sono solo rudi sindaci della Lega, che pure nel Cuneese e nell'Astigiano ha roccaforti fedelissime. Ci sono ulivisti e polisti, ex democristiani, ex comunisti, ex socialisti, ex repubblicani, divisi in passato anche da storiche rivalità personali, ora tutti risorgimentalmente uniti nel chiedere l'Autostrada. L'Autostrada - che manca - è quella che dovrebbe completare un itinerario di valore europeo, che parte dal Sud della Spagna, giunge e attraversa la Francia mediterranea, valicherebbe le Alpi, piombando sulla Pianura Padana, e prosegue ad Est fino ai confini del Continente. L'anello mancante, su un percorso di oltre 4 mila chilometri, è la tratta «Nizza-valico alpino-Cuneo-Asti», meno di duecento. «Un vuoto che dura da vent'anni - dice il presidente della Provincia di Cuneo Giovanni Quaglia -. Abbiamo avuto tante promesse, sempre di sattese. Non si sono mai trovati soldi. Eppure i cuneesi hanno meritato quest'opera, con il rispetto che hanno sempre dimostrato nei con fronti delle istituzioni, e se la sono pagata, con le tasse puntualmente versate allo Stato e mai tornate sot to forma di importanti interventi pubblici». Gli ultimi risalgono all'epoca fascista: stazione ferroviaria e Ponte Nuovo. Poi più nulla, se non l'ordinaria manutenzione, anche se nel frattempo il Cuneese ha vissuto una stagione di forte sviluppo eco nomico: il prodotto interno lordo (secondo proiezioni dell'Unione industriale) ha sfiorato nel '97 i 23 mila 500 miliardi, l'I,2 per cento del totale nazionale. Il tasso di di soccupazione è tra i più bassi d'Italia. «In passato - dice l'assessore alle Grandi Infrastrutture della Provincia, Franco Revelli - il Cuneese chiedeva il collegamento veloce con la Francia e Asti come condizione essenziale per lo sviluppo. Poi lo sviluppo è venuto lo stesso, grazie alla capacità imprenditoriale di un'area che non ha nulla da invidiare al Nord-Est. Ora l'autostrada va costruita per far ricadere positivamente su tutto il Piemonte questo sviluppo, che altrimenti rischia di avvizzire». Al principio, la Cuneo-Asti era superstrada. La chiedevano gli abitanti di Alba per avere un più facile accesso su Asti e sulla Lombardia, tramite la Torino-Piacenza. E fu un albese, l'allora presidente della Camera di Commercio e ora presiden¬ te della Banca regionale EuropeaCassa di risparmio di Cuneo, Giacomo Oddera, a convocare una domenica d'inverno del 1982 una riunione di parlamentari e arnministratori locali, tema: l'autostrada CuneoAlba-Asti, costruita a spese dello Stato. Ma i soldi per costruire l'Anas non li aveva. Si cercò allora una società disposta ad assumere la concessione. Dopo alcuni tentativi si individuò la Satap (società della Torino-Piacenza) allora a larga partecipazione pubblica. Il 3 dicembre '85 la Satap presentò una prima ipotesi: da Cuneo, seguendo il corso dello Stura, l'autostrada raggiungeva Fossano, scavalcava la A6 Torino-Savona e puntava su Bra e Alba. Anche questo progetto fu contestato: dalle organizzazioni agricole e dagli ambientalisti. Il progetto fu cambiato e divenne meno rettilineo: da Cuneo ora l'autostrada dovrebbe raggiungere la A6 a Massimini di Carni ; quindi si utilizzerebbe la A6 fino a Marene, poi il secondo tratto di nuova costruzione verso Alba e Asti. Il profilo che ne risulta è a «zeta rovesciata» e ha sostenitori e detrattori: c'è chi è convinto che, pur provocando l'allungamento del percorso complessivo tra i due capoluoghi pro¬ vinciali, consentirebbe di servire meglio anche il traffico diretto in Liguria. E chi, invece, come gli ambientalisti (che approvano il tragitto progettato per il tratto MareneAsti) giudicano la Cuneo-Massimini di Carrù un'ipotesi «bizzarra», niente altro che un piano piegato alle esigenze della società concessionaria e della Torino-Savona, con seri problemi di natura ambientale. «E' ora di smetterla di agitare lo spauracchio della valutazione di impatto ambientale - dice il parlamentare monregalese ed ex ministro Raffaele Costa -: l'ok al progetto della Cuneo-Asti, così com'è ora, l'ha gà dato il governo Berlusconi, quando io e l'onorevole ed allora ministro Domenico Cornino, leghista di Cuneo, ottenemmo dal Governo un pronunciamento che ha superato il "no" del ministero dell'Ambiente. Cambiare ora il progetto significherebbe ricominciare tutto da capo». Eppure quel «via libera» ottenuto nel '94 non è bastato, anche se sulla ordinaria viabilità del Cuneese, intasata da un traffico che non è solo locale, si è continuato a morire ben più che sulle altre strade italiane. Tanto da far scendere in campo la curia albese, a «strigliare» i politici. Il vicario generale della diocesi, monsignor Giovanni Battista Gianolio, durante l'omelia della messa in suffragio di un insegnante morto in un incidente sulla statale 231, ha detto, rivolto ai parlamentari: «Mettano in primo piano e risolvano questo grave problema». Ma il problema principale è ancora lo stesso di vent'anni fa: i finanziamenti. La mobilitazione dei sindaci - cuneesi e astigiani - che da dicembre, indossando la fascia tricolore, presidiano a turno la prefettura di Cuneo, ha ottenuto finora una previsione di stanziamento nella Finanziaria '98. Manca la legge di spesa. Per superare questa impasse il governo Prodi ha presentato un disegno di legge, che ha già superato l'esame della commissione Ambiente del Senato ed ora è alla Camera. Entro dieci giorni dovrebbe arrivare la decisione definitiva. Ma sindaci, industriali, artigiani, commercianti, autotrasportatori, forze sindacali e sociali, temono che si possa impantanare nelle sabbie della burocrazia, come è successo tante volte in passato. «Non è nel nostro stile - dicono i sindaci - ma, stavolta, se non ci danno i soldi per l'autostrada, bloccheremo le nostre province, sarà sciopero generale». Mario Bosonetto Manca ancora un sì dalla Camera al disegno presentato dal governo per finanziare l'orara «E' da 20 anni che aspettiamo vanamente Tutte le promesse sono state disattese» Mar Ligure Progetti autostradali e di trasformazione 2x2 1111111 Collegamenti allo studio Accanto: il presidio di sindaci dell'Astigiano e del Cuneese davanti alla prefettura di Cuneo. Gli amministratori delle due Province, sostenuti dalle forze imprenditoriali, sono pronti allo sciopero generale se non sarà finanziato il progetto di autostrada tra i due capoluoghi