L'estate nera dei bimbi

L'estate nera dei bimbi Tre anni, perde la vita sullo scuolabus lanciato a folle velocità. Soffocati in auto 4 cuginetti L'estate nera dei bimbi Usa, 5 morti per colpa degli adulti WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE In America è la settimana dei bambini che muoiono per la negligenza degli adulti. Cinque piccole vittime, morte in circostanze assurde, mentre ancora non si spegne il ricordo dei tre fratellini Quinti bruciati vivi a Banymoney, in Irlanda. Due tragedie nel giro di 24 ore hanno lasciato sgomento il Paese. A New York un bambino di appena tre anni è stato trovato morto nel pulmino dell'asilo nido: l'autista, dimenticatosi di avere ancora il piccolo passeggero a bordo, aveva guidato all'impazzata per le strade di Brooklyn mentre il bimbo sbatteva con violenza contro le pareti del veicolo. Poche ore dopo a Gallup, nel New Mexico, quattro cuginetti sono morti soffocati nel bagagliaio dell'auto del padre, dove si erano nascosti per giocare. Ieri la polizia di Brooklyn ha arrestato Arkady Vyagilev, 61 anni, l'autista del pulmino in cui è morto il piccolo Jaki Sun. Vyagilev, recentemente emigrato negli Stati Uniti dalla Russia, è stato incriminato per omicidio colposo. Il vice capo della polizia di Brooklyn, William Taylor, ha detto che Vyagilev era saltato nel pulmino dopo un alterco con il direttore dell'asilo nido ed era partito a gran velocità dimenticandosi che dietro c'era ancora il piccolo Jaki. «Ha completamente ignorato il bambino», ha dichiarato Taylor. «Era così arrabbiato che il suo pensiero era tutto concentrato sul suo datore di lavoro». L'autopsia ieri non era ancora conclusa ma gli inquirenti hanno detto Ed New York Times che la mor te del piccolo è stata verosimilmente provocata dai colpi subiti dal piccolo mentre Vyagilev faceva la sua folle corsa per le strade della città. Pocodopo le agenzie di stampa battevano la notizia della morte dei quattro bambini a Gallup (New Mexico). Brianna e Cristina Rohan di due e sei anni, e i loro cuginetti Ramon Torres e Steven Dawson, di tre e cinque anni, giocavano insieme davanti alla loro casa nonostante il calde fosse soffocante. Manuel Rohan, il padre di Brianna e Cristina, armeggiava attorno alla sua macchina cercando di riparare un guasto. Ad un certo punto ha preso la batteria scarica dalla macchina e l'ha portata in casa. Poi è squillato il telefono, e così è rimasto dentro casa più a lungo del previsto. Fuori erano rimasti comunque due adulti e una zia dei bambini - una ragazzina di tredici anni. Ma non guardavano i piccoli, pensan- do che Manuel Rohan li stesse tenendo d'occhio. Mentre lui continuava a parlare al telefono i bambini si sono issati dentro al bagagliaio per continuare il loro gioco. Uno di loro ha tirato giù il cofano, e i quattro bimbi sono rimasti intrappolati dentro. Senza un filo d'aria e con una temperatura, ha dichiarato un medico all'Associated Press, che deve aver sfiorato i sessanta gradi. Fuori nessuno ha sospettato di nulla. I tre adulti hanno continuato a chiacchierare. Manuel Rohan dopo un po' ha concluso la sua telefonata ed è tornato a lavorare sul motore della macchina. I bambini non c'erano più. «Ma non c'è nulla di strano se bambini di quell'età scompaiono dalla vista anche per quindici o venti minuti. Potevano essersi nascosti da qualche parte», ha commentato più tardi l'ufficiale di polizia di Gallup, il tenente Craig Meo. Ma sono passati quindici, venti minuti, e dei bambini ancora nessun segno. A quel punto si è diffuso l'allarme. Manuel Rohan ha cercato dentro casa, fuori casa. Niente. E mentre i bambini ancora si dibattevano nel bagagliaio è entrato in macchina accompagnato dalla sorella, ed è partito alla ricerca dei due figli e dei due nipoti accompagnato da un piccolo corteo di amici e familiari. Hanno cercato dai vicini, hanno cercato nei parchi del quartiere. Niente. Un'ora dopo la scomparsa dei bambini, Manuel Rohan ha fermato la macchina ed è uscito a fare una telefonata. Sua sorella è rimasta dentro a sentire la radio che avevano acceso nella speranza di avere qualche segnalazione. E in quel momento ha sentito uno degli ultimi mugolìi di Cristina, la bambina più grande. Ha abbassato il volume della radio. Ha sentito di nuovo un grido soffocato. Ed è corsa fuori ad aprire il cofano. Brianna, Ramon e Steven erano già morti soffocati. Cristina era ancora viva. Trasportata di corsa in ospedale, è spirata poche ore dopo. «Una storia così terribile non mi era mai capitata», ha detto il tenente Meo ai giornalisti. Andrea di Robilant Ecco la casa e l'auto della tragedia del New Mexico Brianna e Cristina Rohan di due e sei anni e i loro cuginetti Ramon Torres e Steven Dawson di tre e cinque anni si sono chiusi nel bagagliaio per gioco. Manuel Rohan, il padre delle bimbe stava armeggiando attorno all'auto e non si è accorto che il caldo stava soffocando i piccoli

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