Ulster, venti arresti tra gli ultrà orangisti

Ulster, venti arresti tra gli ultrà orangisti Giro di vite dopo la morte dei fratellini Ulster, venti arresti tra gli ultrà orangisti Notte di scontri, molotov e violenze Retata nell 'accampamento protestante LONDRA. Non è bastata la tragedia dei tre fratellini Quinn bruciati vivi: a Portadown gli orangisti irriducibili hanno ancora una volta rivendicato il «diritto alla marcia» rendendo calda e violenta la notte con lancio di sassi, bottiglie incendiarie e fuochi d'artificio. La polizia ha usato le maniere forti: ha fermato «il piccolo gruppo di hooligan» con raffiche di proiettili di plastica, ha invaso l'accampamento dei protestanti attorno alla chiesetta di Drumcree e ne ha arrestati una ventina. Significativa l'etichetta di «hooligan» usata dalla polizia per i protestanti più scalmanati, decisi, costi quel che costi, a marciare per il quartiere cattolico di Portadown attorno a Garvaghy Road a dispetto dei divieti ufficiali. I media del Regno Unito, Paese di cui gli orangisti vogliono visceralmente far parte, hanno reagito con crescente disgusto all'escalation dell'ostinato braccio di ferro. L'uccisione dei fratellini Quinn, morti in un incendio doloso di matrice settaria a Ballymoney, sepolti martedì in piccole bare manche durante un toccante funerale, ha decisamente nuociuto alla causa protestante e di fatto ha disinnescato il rischio di una rivolta generalizzata degli ottantamila orangisti sul controverso «diritto alla marcia». Non a caso gli ostinati di Portadown sono ormai poche centinaia e pressanti si susseguono gli appelli dei politici e del clero perché rinuncino ai loro propositi, non foss'altro per rispetto alle piccole tre vittime. L'ultimo appello l'ha lanciato ieri il reverendo John Paterson, diacono della cattedrale protestante di Dublino. A suo giudizio il sangue dei bambini bruciati vivi (tragedia per la quale la polizia ha fermato lunedì due uomini, uno dei quali rimesso ieri in libertà) ricade sugli orangisti che si sono lasciati infiltrare da elementi criminali. Da parte sua Gerry Adams, leader del Sinn Fein, braccio politico dell'Ira, ieri mattina è andato a Portadown e ha visitato Garvaghy Road in segno di solidarietà con gli abitanti cattolici, ostili a «provocatorie» sfilate orangiste, che celebrano la cruciale battaglia del 1690 vinta in Ulster dai protestanti contro gli odiati «papisti». «Gli orangisti - ha auspicato Adams mentre girava per Garvaghy Road - dovrebbero togliere l'assedio e andarsene subite. Non sono più al passo con i tempi. Dovrebbero aprirsi al dialogo con la gente di Garvaghy Road e far sì che questo tipo di difficoltà non si ripeta mai più. Il dialogo è l'unico modo per risolvere la questione e gli orangisti sono gli unici contrari al dialogo». A Londra sono intanto comparsi ieri in tribunale quattro irlandesi arrestati per un attentato che avrebbe dovuto aver luogo venerdì scorso nella capitale britannica e che sarebbe stato sventato da Scotland Yard all'ultimissimo minuto. I quattro (Darren Mulholland, Liam Patrick Gregory, Elaine Moore e Anthony Harland) militerebbero in un gruppetto estremista cattolico che avversa - alla pari degli orangisti sulla barricata opposta - gli accordi di pace. Malgrado la di ammatica situazione di questi giorni, il primo ministro britannico Tony Blair si è detto convinto che in Ulster torneranno presto giorni migliori. «La gente - ha sottolineato ai Comuni - ha votate con maggioranza schiacciante per la pace. Non condivide le opinioni degli estremisti». [Ansa]

Persone citate: Adams, Anthony Harland, Darren Mulholland, Elaine Moore, Gerry Adams, John Paterson, Liam Patrick Gregory, Quinn, Tony Blair

Luoghi citati: Dublino, Londra, Regno Unito, Ulster