San Paolo: «avvisati» Zandano e l'ex consiglio

San Paolo: «avvisati» Zandano e l'ex consiglio L'ipotesi: false comunicazioni sociali San Paolo: «avvisati» Zandano e l'ex consiglio Nel bilancio '96 non dovevano più esserci i2300 miliardi di crediti inesigibili? TORINO. Al quarto piano della Procura sono comparsi i primi indagati dell'inchiesta sul bilancio 1996 e sulla successiva semestrale dell'Istituto Bancario San Paolo. Si è così avuta conferma alle indiscrezioni: il penultimo consiglio di amministrazione, sindaci e certificatoli di quei conti hanno ricevuto un avviso di garanzia per il reato di false comunicazioni sociali. Fra loro l'ex presidente Gianni Zandano, gli nmminist.rat.nri delegati Luigi Maranzana e Rainer Masera (che al tempo era consigliere), il rappresentante dell'Ifi-Ifil nel vecchio e nuovo consiglio, Gabriele Galateri di Genola. Seguono manager e banchieri notissimi: Sergio Siglienti, presidente Ina; Emilio Botin Sainz, presidente del Banco di Santander; Divo Gronchi, direttore generale del Monte dei Paschi di Siena. Alla vigilia dell'assemblea degli azionisti - il 29 aprile scorso - il procuratore aggiunto Mario Griffey e il sostituto Gian Giacomo Sandrelli avevano inviato nella sede, di piazza San Carlo un ufficiale della Guardia di finanza con un decreto di perquisizione in cui si dava notizia di «un procedimento a carico di amministratori da identificare». Furono identificati e iscritti nel registro degli indagati un mese e mezzo dopo. E' stato il quotidiano Mf il primo a parlarne qualche giorno dopo. Il decreto di perquisizione si tradusse in una semplice acquisizione in copia di bilanci e altri documenti. Ma dall'atto giudiziario si poteva dedurre quale fosse l'oggetto dell'inchiesta: verificare se già nel bilancio del '96 e nella successiva semestrale non avrebbero dovuto comparire fra i crediti i 2300 miliardi che la banca ha deciso di cancellare con l'operazione di write off annunciata a inizio anno e concretizzatasi nel bilancio presentato in bozza alla Consob, a marzo, all'assemblea degli azionisti, il 30 aprile. Di conseguenza, l'utile 1997 è sceso a 52 miliardi. I crediti in sofferenza sono molti di più, ma quei 2300 nnliardi erano incagliati da tempo, garantiti da immobili e dalla cessione di partecipazioni societarie di cui la Procura sta vagliando il valore di mercato con una consulenza affidata al professor Pietro Angelo Cerri e al dottor Enrico Stasi. Un'altra perizia su quegli stessi immobili era stata eseguita per ordine degù organismi esecutivi della banca e realizzata in autunno. L'esito suggerì l'operazione di write off. Sono un centinaio le società irrimediabihnente esposte verso il San Paolo. La politica del credito della banca è stata di volta in volta ispirata dalla scelta di rilanciare per non perdere tutto, ma anche dalle raccomandazioni politiche, come è emerso in almeno un processo celebrato a Torino e per la verità anch'esso incagliatosi da tempo. Quello all'ex banchiere d'assalto Franco Capriogho (Dominion e Banca di Girgenti). Gianni Zandano, in sintonia con il suo avvocato Gilberto Lozzi, non ci sta a passare per il simbolo dell'ancien regime del San Paolo: «Non sono assolutamente preoccupato dell'inchiesta e confido nella giustizia». Alludendo alla scelta del write off, ha aggiunto che «è stato fatto il possibile per rendere il bilancio compatibile alla realtà economica della banca. Gli interventi di miglioramento del bilancio sono stati accolti positivamente dai mercati che hanno capito lo sforzo compiuto. Lo stesso rapporto della Arthur Andersen aveva giudicato il nostro bilancio in linea con quelli delle altre banche europee», [al. ga.l

Luoghi citati: Genola, San Paolo, Siena, Torino