Marina militare, nuove tangenti di A. 1.

Marina militare, nuove tangenti Genova: inchiesta su imprenditori, faccendieri e un capitano di vascello Marina militare, nuove tangenti Dodici arresti in tutta Italia per appalti truccati GENOVA. Tangentopoli con le stellette. Al centro dell'inchiesta di due pm genovesi contratti d'appalto miliardari per la Marina militare. La Procura ha ottenuto l'arresto di dieci imprenditori e faccendieri di Genova, La Spezia, Messina, Milano, Roma e Taranto, di un capitano di vascello in servizio nella Capitale, di un funzionario del ministero della Difesa che dopo essere andato in pensione ha svolto attività di intermediario tra l'amministrazione militare e imprese interessate a stipulare appalti per forniture di ogni genere. Otto persone colpite delle ordinanze di arresto, firmate dal gip Elena Daloiso su richiesta dei sostituti procuratori Vito Monetti ed Enrico Zucca, devono rispondere di associazione per delinquere finalizzata a commettere reati di corruzione e turbativa d'asta. Si tratta degli imprenditori e intermediari Paolo Feliziani, di Roma; Marte Ercole, di Milano; Francesco Bruni e Bruno Costone, di Taranto; Paolo Pelimi, della Spezia; il genovese Massimo Bava, re¬ sidente a Roma; Mauro e Paolo Bisceglia, padre e figlio, residenti a Messina; dell'ex funzionario del ministero della Difesa Savino Castrovillari (75 anni), che ha subito ottenuto gli arresti domiciliari. L'ingegner Massimo Bava, della «SCM» di Campoligure (Genova), e il capitano di vascello Riccardo Scipioni, di Roma, sono soltanto accusati di corruzione. Il procuratore aggiunto Francesco Lalla ha spiegato come l'ipotesi dell'accusa riguardi un gruppo di imprenditori che tenevano i contatti con la direzione generale per le costruzioni e gli armamenti (Navalcostarmi) del ministero della Difesa e che operavano presso alcuni Arsenali della Marina Militare come rappresentanti accredidati delle ditte fornitrici. Avrebbero costituito un «cartello» di faccendieri che pilotava l'assegnazione delle forniture indicando ai pubblici funzionari le imprese da invitare alle gare e quelle che se le dovevano aggiudicare. Per questi «consigli» i dirigenti ministeriali sarebbero stati ricompensati con cospicue tangenti. [a. 1.]