Fiducia, Rifondazione a denti stretti

Fiducia, Rifondazione a denti stretti Fiducia, Rifondazione a denti stretti Domattina il discorso di Prodi, martedì il voto ROMA. Rompendo la consuetudine in base alla quale le dichiarazioni del premier si danno per lette anche dall'altro ramo del Parlamento, Romano Prodi terrà il proprio discorso sia alla Camera che in Senato domattina: dopo, ci sarà il voto sulla fiducia che il presidente del Consiglio prevede di ottenere entro martedì. E ieri, a Palazzo Chigi, ha trascorso lunghe ore allo scrittoio, limando il discorso, che sarà di ampio respiro trattandosi di rilanciare l'azione riformatrice del suo gabinetto, e verificandone la sostanza, ovvero i provvedimenti che verranno proposti, con i suoi ministri e collaboratori, a cominciare da Veltroni, Micheli e Carlo Azeglio Ciampi. Bertinotti ha annunciato che Rifondazione voterà una «fiducia critica» che nel politichese della Seconda Repubblica è un po' come la «sfiducia costruttiva» della Prima. E questo ha provocato, nel suo partito, alcune prese di posizione. Armando Cossutta tace: ha taciuto in direzione nazionale, l'altro giorno, quando Bertinotti spiegava cos'è la fiducia critica, «la svolta non c'è stata, ma i 36 mila miliardi per le infrastrutture, la carbon tax, il progetto di Italia Lavoro con 160 mila assunzioni sono segnali che vanno colti». La linea del segretario, che è quella unitaria del partito, è che «manca un indirizzo di politica industriale, anche se si fa strada nella maggioranza l'idea che la crescita economica non produce automaticamente occupazione». Ma della mancanza di una politica industriale nuova per il governo sono consapevoli anche a Botteghe Oscure: nei giorni scorsi Fabio Mussi, Alfiero Grandi, Roberto Barbieri e altri membri della direzione nazionale sono stati a viale del Policlinico e lì hanno incontrato Franco Giordano, Alfonso Gianni, Nerio Nesi. Un incontro premier R mano Prodi tra delegazioni economiche che, apparentemente, era solo una discussione il più aperta e franca possibile, ma che ha messo a fuòco due punti sui quali lavorare: la politica industriale, eie differenze nella concezione della stessa tra Ds e Rifondazione, e l'Agensud. Altri incontri sono in calendario per la fine di luglio e l'inizio di settembre: ed è un po', anche, l'agenda del pressing di Botteghe Oscure. I motivi non mancano: «Questi incontri sono assai approfonditi, fosse per me li proseguirei anche in agosto: sono indispensabili, perché noi a giorni voteremo la fiducia. Ma siamo tutti rimandati a ottobre» dice Nerio Nesi. Rimandati a ottobre, perché Bertinotti ha già detto che la linea politica di Rifondazione è quella di attendere la finanziaria per verificare la «svolta» nella politica della mag- gioranza. «E sarà allora necessaria una lunga e approfondita discussione su tutto», dice ancora Nesi. Il perché è evidente: Rifondazione è attestata lungo una direttrice che tende a differire nel tempo la soluzione dei problemi con la maggioranza e il governo. Bertinotti, in più occasioni, ha dichiarato di non considerare impossibile che Rifondazione si sfili dalla maggioranza, passando all'opposizione, durante il semestre bianco (che inizia il 26 novembre), quando se cade il governo è tecnicamente impossibile indire le elezioni. Ma non trova pieno appoggio nel suo partito, su questa linea. E nell'assemblea di tutti i parlamentari del partito, alla quale ha partecipato Cossutta, senza profferire parola, si è registrato qualche malumore. Nesi ha criticato «l'oscillazione della linea politica». E Grippa, che è un bertinottiano di feiro, ha attaccato: «Da questo passaggio politico il partito esce sconfitto». Si rivedranno tutti, domenica 19, al comitato centrale. [ant. ram.l premier Romano Prodi

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