IL GRANDE AZZARDO DEL CAVALIERE di Edmondo Berselli

IL GRANDE AZZARDO DEL CAVALIERE IL GRANDE AZZARDO DEL CAVALIERE IN Silvio Berlusconi c'è una determinazione straordinaria. Basti pensare che buona parte della classe politica italiana, partiti storici come la De e il Psi, leader di razza ed esponenti importanti della vita pubblica sono stati semplicemente spazzati via dall'offensiva giudiziaria. Sotto le inchieste di Mani pulite buona parte del sistema politico si è afflosciata, quasi con rassegnazione, senza nemmeno resistere. Invece il Cavaliere è sempre lì. Una volta bastava un avviso di garanzia per liquidare un ministro. Lui, pluricondannato, ha fatto diventare le sentenze ai suoi danni la trincea del Polo. Non solo: ieri ha nuovamente attaccato il «disegno politicogiudiziario» di alcune procure, e questa non è una novità; ma ha aggiunto che se gli fosse tolta la libertà personale «sarebbe il loro ultimo errore perché la mia parte politica sarebbe largamente vincente nel Paese». Può essere la naturale baldanza di un combattente: già da qualche giorno infatti Berlusco ni diffonde sondaggi trionfali sui consensi del Polo e di Forza Italia. Ma può essere anche qualcos'altro. E cioè una scommessa politica, spregiudicata come tutte le scommesse del capo di Forza Italia: la scommessa secondo cui in questo momento si è coagulato un fronte garanti sta, antigiustizialista, pronto ; trasformarsi in un fronte politico. Berlusconi non sta scommettendo a vuoto. Con il passare del tempo è riuscito ad imporre l'idea di essere un perseguitato politico. E' riuscito anche a trasferire sulle sue posizioni tutto il Polo, dai post democristiani al partito di Fini. Anzi, proprio la posizione di An, un partito che Edmondo Berselli CONTINUA A PAG. 6 PRIMA COLONNA

Persone citate: Berlusconi, Fini, Silvio Berlusconi