Btp e Cct per i superprudenti

Btp e Cct per i superprudenti LETTERE Btp e Cct per i superprudenti i L 15 luglio ho in scadenza 30 rnilioni di Bot trimestrali, non ho altri risparmi e non sono propenso a correre rischi. Ho 37 anni, impiegato a 1.900.000 lire mensili, convivo con una ragazza (proprietaria dell'appartamento). Desidererei un consiglio su come investire il mio piccolo capitale senza impegnarlo per lunghi periodi poiché in futuro potrebbe servire (figli, salute ecc). B. G. - Genova Ho 70 anni, una pensione di quasi 2 milioni al mese e posseggo 135 milioni tra Bot, Certificati di deposito e obbligazioni bancarie. Alla scadenza, c'è qualche modo di impegnarli per farli rendere di più senza giocare in Borsa? F. G. - LOzzolo (VC) Apprezzo la chiarezza del primo lettore nel descrivere le sue caratteristiche e i suoi obiettivi. Ma la sua prudentissima lucidità, e anche la sua situazione economica complessiva, tarpano le mie possibilità consulenziali. Credo possa solo diversificare, alla scadenza, dividendo la somma metà in Cct metà in Btp, a 2/3 anni. O, almeno, trasferire tutto in un fondo monetario, con la consapevolezza di non trarre un reddito significativamente superiore rispetto ali impiego in singoli titoli di Stato, ma almeno di liberarsi dell'incombenza burocratica (e costosa in termini di commissioni) dei continui rinnovi dei titoli trimestrali. Per il secondo lettore, settantenne, che vuole rendimenti più alti «senza giocare in Borsa» vale la stessa risposta. Esclusa la Borsa, restano infatti, per ottenere cedole più ricche, le obbligazioni dei Paesi emergenti: ma il rischio messo fuori dalla porta rientra dalla finestra. Non mi allontanerei, insomma, dal consiglio dato al primo lettore. Unica certezza, abbandonerei i certificati di deposito e le obbligazioni bancarie non quotate. Sono meno trasparenti, cioè non hanno prezzo certo e liquidità garantita e non rendono più dei corrispondenti Btp o Cct. Anche in Posta risparmio amministrato Possiedo dei buoni postali fruttiferi ordinari che intendo incassare nei prossimi due anni, e di recente ho acquistato alla posta anche dei Cct. Ho letto sul numero di Tuttosoldi del 6 luglio scorso una risposta a una lettera nella quale si diceva che per essere in regola con la legge sul capital gain bisogna dichiarare in banca il possesso di questi titoli. E vero? Che cosa devo fare? Lettera firmata - Vigevano La legge sul capital gain non ha influenza sui Buoni postali: non cambiano le norme fiscali né c'è alcun obbligo di .denuncia ai fini delle imposte. Questi titoli, infatti, sono nominativi, non sono quotati, e possono essere incassati solo dai titolari agli sportelli postali. Qui, all'atto del pagamento, viene automaticamente detratta l'imposta del 12,50% sugli interessi. Per quel che riguarda, invece, i titoli di Stato che è possibils acquistare alla Posta c'è stato, l'8 luglio scorso, un intervento chiarificatore del ministero del Tesoro che ha inserito le Poste tra i soggetti abilitati a ricevere l'opzione per il risparmio amministrato, cioè a effettuare tutte le operazioni fiscali per conto del risparmiatore. Così, chi si è già rivolto agli sportelli postali per sottoscrivere titoli pubblici di qualsiasi tipo o chi pensa di farlo da ora in poi potrà stare tranquillo: non dovrà cambiare intermediario né preoccuparsi della questione fiscale, poiché saranno le Poste a calcolare e riversare l'imposta del 12,50% sugli interessi delle cedole o sui titoli a scadenza, come anche quella sulle plusvalenze realizzate in seguito all'eventuale vendita dei titoli (solo quelli di Stato, non azioni o altro) in Borsa. Un cumulo consentito In pensione dal luglio '96 quale ufficiale superiore della Marina Militare, le chiedo se posso avere il cumulo totale della pensione con il reddito di libero imprenditore. Le faccio presente che nel '94 avevo maturato i requisiti minimi per la pensione (più di 25 anni). A. S. - Genova Risposta affermativa. Buon lavoro. Due società in liquidazione Purtroppo nel '94. ho avuto la malaugurata idea di seguire il consiglio dell'impiegata addetta agli investimenti della mia banca e ho acquistato a un prezzo elevato azioni della Fochi e della Grassetto; poco dopo hanno iniziato a scendere sempre di più fino a essere addirittura cancellate dal listino. Vorrei sapere notizie su questa società e sulle persone o enti a cui rivolgersi per far valere questo «credito», qualora ci fosse ancora qualche speranza di ottenere qualcosa. Chiara Cinquino - Torino La cosa che preoccupa non è tanto la cancellazione dal listino di Fochi e Grassetto, quanto il fatto che le due società sono sottoposte a procedura di liquidazione, con possibilità limitate che alla fine della procedura rimanga qualcosa anche per gli azionisti. Per maggiori informazioni ci si può rivolgere a: Fochi, commissari liquidatori: 051/647.50.01 ; Grassetto, liquidatore Fausto Nunzi: 02/667.041. E' un problema di prescrizione Ho riscontrato una incompletezza sul problema dei contributi dovuti e non versati dal datore di lavoro, che vengono considerati e accreditati dagli enti previdenziali ai fini pensionistici. Ciò accade, infatti, solo ed esclusivamente nel caso in cui l'omissione non sia caduta in prescrizione (5 anni), perché, in quest'ultimo caso, il lavoratore potrà recuperarli attraverso la costituzione di rendita vitalizia (articolo 13, 1. 12/8/62, n. 1338), con onere a totale carico dell'interessato. Lettera firmata - Torino Ricordo che la prescrizione è elevata ai 10 anni (dai normali 5) quando a denunciare la mancanza dei versamenti contributivi è lo stesso lavoratore o i suoi superstiti. Oltre a tali termini non esiste automaticità della prestazione. L'informazione sarebbe stata fornita alla voce «prescrizione» tra «Le 100 parole della previdenza». Hanno collaborato: ANTONELLA DONATI LORENZO IORI MAURO SALVI A CURA DI GLAUCO MAGGI

Persone citate: Fochi, Grassetto, Lorenzo Iori

Luoghi citati: Lozzolo, Torino, Vigevano