Chi gode di redditi ricchi soffre di tagli più elevati

Chi gode di redditi ricchi soffre di tagli più elevati Gli effetti della riduzione progressiva delle percentuali annue di rivalutazione al crescere degli stipendi sono due: il primo, socialmente perequativo; il secondo, di stimolare nelle «vittime» una copertura individuale Chi gode di redditi ricchi soffre di tagli più elevati Ai VERE stipendi alti non è un affare (si fa per dire) dal punto di vista pensionistico. Si ha diritto, infatti, a una pensione che non raggiunge più il traguardo del 2% annuo. Dopo 40 anni di contributi la pensione può scendere, come abbiamo indicato nella tabella di prima pagina, fino al 59%, con una perdita di ben 21 punti percentuali che, se si fa la proporzione rispetto alla aliquota massima dell'80%, si traduce in una riduzione del totale pari a oltre il 26% (oltre un quarto). SCALINI Tutto ciò mentre i contributi non hanno avuto alcuno sconto, cioè sono stati versati nella misura piena. Insomma: i contributi non hanno sconto, la pensione sì, anche grande. Tutto ciò deriva dal fatto che sopra un certo tetto annuo (nel '98 pari a 64 milioni 126 mila lire) scende il rendimento della pensione, secondo «scalini» diversi a seconda della quota di pensione. In ogni modo, più sale la busta paga, più si riduce la pensione, tanto che sulle quote superiori a 122 milioni lordi annui il rendimento della quota B precipita persino sotto 1' 1% annuo, arriva per l'esattezza allo 0,90 (con una perdita rispetto al 2% annuo di oltre la metà). ATTESE Il pessimo rendimento della pensione si traduce in una rendita Inps modesta rispetto alle attese di chi ha versato contributi pesantissimi. Si pensi, a titolo esemplificativo, che sulla retribuzione, tra azienda e lavoratore, è pagato circa il 33% di contribuzione pensionistica, per cui con 200 milioni di lire il contributo versato in un anno è di 66 milioni di lire. A fronte di un versamento di tale imponenza, la pensione media è pari all' 1,50% della retribuzione, vale a dire è pari a una quota annua di 3 milioni di lire. RECUPERO IN VENT'ANNI Versando 66 milioni di lire si aumenta la pensione di 3 milioni di lire, e quindi si dovrà vivere almeno 20 anni per recuperare quanto è stato versato. Se però tale versamento si è protratto per 10 anni i 660 milioni versati daranno luogo a una quota di pensione pari a 30 milioni di lire. Vediamo i calcoli relativi a due ipotesi: stipendio medio annuo di 100 milioni e stipendio di 160 milioni di lire. Beninteso, considerati sempre al lordo. CALA IL RENDIMENTO Il sistema di calcolo è sempre quello descritto a proposito della retribuzione di 40 milioni. Le quote di pensione sono due: ad ognuna si applicano differenti coefficienti di rivalutazione e la ricerca della retribuzione pensionabile segue lo stesso tracciato (ultime 260 settimane per la quota A e ultime 430 per quella B). Bispetto a quello relativo alla retribuzione di 40 milioni il calcolo si rivela molto più complesso, in quanto scatta il «decalage» del rendimento pensionistico. LA PRIMA FASCIA Il numero 0,001538460 che ci aveva condotto per mano nel calcolo della pensione relativa alla busta paga di 40 milioni non è più buono, se non per la prima fascia di retribuzione, cioè quella che, inserita dentro il tetto di 64 milioni 126 mila lire, offre ancora il rendimento completo del 2% annuo di pensione. NUMERI DIFFERENTI Sulle quote di salario superiori al tetto (a livello settimanale il tetto è dato da 1.233.193 lire) scatta la riduzione del rendimento e quindi cambiano i numeri che facilitano il calcolo della pensione e lo fanno diventare veloce. Come è indicato in tabella le fasce successive al tetto settimanale sono moltiplicate per numeri differenti e quindi la quota di pensione è in¬ feriore a quella che si sarebbe ricavata dall'applicazione intera del 2% annuo. In tabella sono indicati tutti i calcoli da fare: come si può notare si modificano le cifre ma il percorso è identico a quello illustrato a proposito del precedente esempio relativo alla retribuzione di 40 milioni. SPROPORZIONE Con l'esempio succesivo indichiamo i calcoli di pensione su una retribuzione media di 160 milioni di lire lorde. Le due quote di pensione sono calcolate su una retribuzione media settimanale che oscilla da 3 milioni 264 mila lire a 3 milioni 519 mila lire. Applicando i principi sopra illustrati si ottiene una pensione globale di 7 milioni 741 mila lire. Sicuramente c'è sproporzione tra quanto è stato versato e quanto viene incassato. Se chi ha versato i contributi su 40 milioni può dire di pagare 2 e prendere 3, i lavoratori degli altri esempi possono dire il contrario: pagano 3 e prendono 2. SISTEMA CONTRIBUTIVO Ed è proprio a loro che si rivolge la pensione di scorta. Altrimenti sono destinati ad avere una pensione, al termine del lavoro, di poco superiore alla metà delle ultime retribuzioni. In modo un po' paradossale (ma non tanto) possiamo dire che già ci sono molti lavoratori che di fatto applicano il sistema contributivo (e non retributivo) di calcolo della pensione se focalizziamo l'attenzione non alle parole ma ai risultati che si raggiungono con le restrizioni in atto. COSI SB COPRE LA DISIANZA IRA BUSTA PAGA E ASSEGNO PENSIONISTICO I 4 esempi d'intervento di copertura riguardano due lavoratori con reddito rispettivamente di 40 e 160 milioni che, andando in pensione con 40 anni di contributi, hanno una scopertura pensionistica che varia tra 5,6 milioni e 59,2 milioni annui. Per chiarire il meccanismo di copertura, abbiamo considerato due casi intermedi, vale a dire la necessità di adeguamento per chi ha accumulato, sempre con redditi di 40 e 160 milioni annui, soltanto 35 anni di contributi. In tal caso lo scoperto varia da 9,6 a 72 milioni annui. Le tabelle mostrano quale percentuale di reddito va accantonata per coprire il gap tra pensione e stipendio a seconda che si inizi a risparmiare appena si incomincia a lavorare oppure a 35, 20 o 10 anni dalia quiescenza. La percentuale di risparmio annuale da accantonare è tanto più accessibile quanto prima si inizia a risparmiare: se in soli dieci anni si vuole accumulare il capitale necessario a garantire un'integrazione annua di 72 milioni, la parte di reddito da accantonare è proibitiva (90%). Va però considerato che l'ipotesi è costruita su un rendimento «piatto» del 4%, capitalizzando il rendi¬ mento. Se avessimo inserito gli indici obbligazionari dei dieci anni passati e una componente azionaria, avremmo potuto dare risultati molto più incoraggianti. Ma non ci è sembrato opportuno, perché gli elementi discrezionali nella scelta del periodo e del mercato di riferimento avrebbero reso i casi troppo particolari. Il rendimento utilizzato ci sembra più utile per chi voglia avere l'idea dell'impegno necessario a conseguire un risultato sicuro. Ufficio Studi Azimut Slm Reddito {milioni I"di llre)1 140 anni contributi 1 35 I scopertura annuo (milioni di lire) (%) 9,6 24 ìilic,.» tji lira ol muso PER CAPIRE LE TABELLE Per permettere ai lettori di capire lo sviluppo dei calcoli indicati negli esempi è necessario fissare l'attenzione su tre punti-chiave del processo. A - SETTIMANE UTILI La determinazione della retribuzione da inserire nel calcolo delle pensioni va fatta sul numero delle settimane utili (ultima colonna degli esempi) e non sulle settimane acquisite. Poiché la busta paga conosciuta dall'lnps è quella annua, nella casella "retribuzioni acquisite" sono indicate le cifre salariali di ogni anno. Nel primo anno tenuto in considerazione (anno 1993 per la quota A ed anno 1990 per la quota B) il periodo da calcolare è però più "corto" dell'anno (17 settimane nel 1993 e 31 settimane nel 1990). Il calcolatore dell'lnps quindi riduce automaticamente la retribuzione annua dividendo le cifre totali per 52 e moltiplicandone per il numero delle settimane (17 e 31) richieste dalla legge. Ecco perché negli anni 1993 e 1990 la retribuzione, benché sia stata rivalutata, è inferiore a quella acquisita. B - RETRIBUZIONE SETTIMANALE Per ottenere la retribuzione media settimanale si sommano le retribuzioni annue rivalutate e si dividono per il numero delle settimane stabilite per il calcolo della quota di pensione (260 per la quota A e 430 per quella B). C -1 RENDIMENTI Per stabilire l'importo mensile della pensione ci avvaliamo di coefficienti che ci consentono, una volta determinata la retribuzione globale (cioè quella settimanale moltiplicata per il numero delle settimane in cui sono stati versati i contributi, vale a dire I78S per la quota A e 29S per la quota B), di arrivare direttamente alla rata mensile della pensione. I coefficienti indicati negli esempi sono diversi a seconda dell'importo delle retribuzioni e del periodo di riferimento dal momento che il rendimento della pensione si modifica in relazione alle due citate variabili. Così il rendimento del 2% annuo (valido sulle retribuzioni annue fino a 64.126.000 lordi annui) diviso per 52 settimane offre come risultato il coefficiente 0,001538460. Sulle quote superiori di retribuzione o reddito si riduce il rendimento della pensione (scende per le due quote di pensione all'1,60% annuo o all'1,50%, all'1,35%, all'1,25% ecc.) e quindi si modificano i coefficienti, secondo i valori indicati negli esempi. E' evidente che se la retribuzione non supera 64.126.000 lire lorde annue il numero è sempre lo stesso, come è appunto indicato nell'esempio di calcolo riferito alla retribuzione di 40 milioni di lire. RITRIBUZIONE ANNUA 100 MILIONI (medio degli ultimi 5 anni) Sett'mane Retribuzione Coefficient© Retribuzione Sem'mane Anno acquisite ocquisita (legge 297) rivalutata utili 1998 35 112.000.000 1,0000 112.000.000 35 1997 52 164.000.000 1,0000 164.000.000 52 1996 52 162.000.000 1,0150 164.430.000 52 1995 52 160.000.000 1,0613 169.808.000 52 1994 52 158.000.000 1,1295 178.461.000 52 1993 52 156.000.000 1,1777 60.062.700 17 Retribuzione media settimanale'= 3.264.468 Lire L. 1.233.193 x 1785 settimane x 0,001538460 * l. 3.386.534 L. 406.954x1785 " x0,001153800 =» L. 838.135 L. 406.954x1785 " x 0,000961538 = L. 698.474 L. 1.217.367 x 1785 " x 0,000769230 ~ L. 1.671.537 Quota A di pensione mensile lorda L. 6.594.680 Seltimane Retribuzione Anno acquisit© acqu|i^H 1998 35 112.000.000 1997 52 164.000.000 1996 52 162.000.000 1995 52 160.000.000 1994 52 158.000.000 1993 52 156.000.000 1992 52 154.000.000 1991 52 152.000.000 1990 52 150.000.000 {legge 503) 1,0000 1,0000 1,0275 1,0781 1,1470 1,2037 1,2663 1,3476 1,4475 Settimane utili 112.00 164.000.0 166.455.000 172.496.000 181.226.000 187.777.200 195.010.200 204.835.200 129.439.904 IL COSTO DILLA COPERTURA Quota A L.6.594.680 Quota B 46.176 Retribuzióne media settimanale = 3,519.162 Lire L. 1.233.193 x 295 settimane x 0,001538460 - L. 559.679 L. 406.954x295 " x 0,001230769 » L. 147.756 L. 406.954x295 " x 0,001038461 = L. 124.669 L. 295.967x295 " x 0,000846153 ~ L 73.878 Quota B di pensione mensile lorda L. 1.146.176 RETRIBUZIONE ANNUA 40 MILIONI (medio degli ultimi 5 anni} iburidal 1 31 dicambro V. Anno acquisife 1W8 35 1997 52 1996 52 1995 52 1994 52 1993 17 !&frÌbuz?or>e -acquisita 39.000.000 44,000.000 42.000.000 40000.000 38.000.000 36.000.000 {legge 297) 1,0000 1,0000 1,0150 1,0613 1,1295 1,1777 Retribuzione rivalutata 30.000.000 44.000.000 42.630.000 42.452.000 42.921.000 13.860.623 Chi gsoffreRetribuzione media settimanale = 830.245 830.245 per 1785 settimane per 0,001538460 ~ quota A di pensione mensile lorda L2.279.978 Quota 1998 35 1997 52 1996 52 1995 52 1994 52 1993. 52 1992 52 1991 52 1990 52 acqui Pili 44.000.» 42.000.000 40.000.000 38.000.000 36.000.000 34.000.000 32.000.000 30.000.000 (legge 5.03) rivolutata u.tili -» 1,0000 30.000,000 35 1,0000 44,000.000 52 1,0275 43.155.000 52 1,0781 43.124.000 52 1,1470 43.586.000 52 1,2037 43.333.200 52 1,2663 43.054.200 52 1,3476 43.123.200 52 1,4475 25.887.981 31 Retribuzione media settimanale - 835,497 835.497 per 295 settimane per 0,001538460 « quota B di pensione mensile lorda L. 379.187 Quota À r S Quota B L. 2.279.978 \X L. 379.187^ PENSIONE MENSILE LORDA 2.659.165 LIRE IL COSTO DELLA COPERTURA Ai VERE sun affadal punnistico. Si hauna pensione più il traguarDopo 40 annpensione puòabbiamo indidi prima pagcon una perdipercentuali cporzione rispmassima delluna riduzionoltre il 26% (oSCALINI Tutto ciò mnon hanno avcioè sono statsura piena. Ibuti non hansione sì, anchderiva dal facerto tetto an64 milioni 12il rendimentsecondo «scaconda della qIn ogni modopaga, più si ritanto che sull122 milioni lomento della persino sottoReddito {milioni I"di llre)1 140 anni contributi 1 35 I scopertura annuo (milioni di lire) (%) 9,6 24 ìilic,.» tji lira ol muso PER CAPIRE LE TABELLE PER CAPIRE LE TABELLE Per permettere ai lettori di capire lo sviluppo dei calcoli indicati negli esempi è necessario fissare l'attenzione su tre punti-chiave del processo. A - SETTIMANE UTILI La determinazione della retribuzione da inserire nel calcolo delle pensioni va fatta sul numero delle settimane utili (ultima colonna degli esempi) e non sulle settimane acquisite. Poiché la busta paga conosciuta dall'lnps è quella annua, nella casella "retribuzioni acquisite" sono indicate le cifre salariali di ogni anno. Nel primo anno tenuto in considerazione (anno 1993 per la quota A ed anno 1990 per la quota B) il periodo da calcolare è però più "corto" dell'anno (17 settimane nel 1993 e 31 settimane nel 1990). Il calcolatore dell'lnps quindi riduce automaticamente la retribuzione annua dividendo le cifre totali per 52 e moltiplicandone per il numero delle settimane (17 e 31) richieste dalla legge. Ecco perché negli anni 1993 e 1990 la retribuzione, benché sia stata rivalutata, è inferiore a quella acquisita. B - RETRIBUZIONE SETTIMANALE Per ottenere la retribuzione media settimanale si sommano le retribuzioni annue rivalutate e si dividono per il numero delle settimane stabilite per il calcolo della quota di pensione (260 per la quota A e 430 per quella B). C -1 RENDIMENTI Per stabilire l'importo mensile della pensione ci avvaliamo di coefficienti che ci consentono, una volta determinata la retribuzione globale (cioè quella settimanale moltiplicata per il numero delle settimane in cui sono stati versati i contributi, vale a dire I78S per la quota A e 29S per la quota B), di arrivare direttamente alla rata mensile della pensione. I coefficienti indicati negli esempi sono diversi a seconda dell'importo delle retribuzioni e del periodo di riferimento dal momento che il rendimento della pensione si modifica in relazione alle due citate variabili. Così il rendimento del 2% annuo (valido sulle retribuzioni annue fino a 64.126.000 lordi annui) diviso per 52 settimane offre come risultato il coefficiente 0,001538460. Sulle quote superiori di retribuzione o reddito si riduce il rendimento della pensione (scende per le due quote di pensione all'1,60% annuo o all'1,50%, all'1,35%, all'1,25% ecc.) e quindi si modificano i coefficienti, secondo i valori indicati negli esempi. E' evidente che se la retribuzione non supera 64.126.000 lire lorde annue il numero è sempre lo stesso, come è appunto indicato nell'esempio di calcolo riferito alla retribuzione di 40 milioni di lire.

Persone citate: Ira Busta