Come integrare la pensione perché sia pari allo stipendio di Glauco Maggi

Come integrare la pensione perché sia pari allo stipendio GUIDA A seconda degli anni di contributi versati e dei livelli salariali raggiunti varia la distanza tra Vultima busta paga e il primo assegno pensionistico. La strategia per correre ai ripari Come integrare la pensione perché sia pari allo stipendio QUANDO si pensa alla pensione, e si è ancora in età lavorativa, si è portati a immaginare la rendita come la prosecuzione dello stipendio. Siccome - di solito si ragiona così - non si può certo sapere con precisione e in anticipo (soprattutto quando mancano molti anni al traguardo) «quanto» del reddito continuerà a entrare nelle nostre tasche, fa piacere credere (o meglio, sperare) che il vitalizio sarà prossimo, se non identico, all'ultima busta paga. M» IRRORI Grave errore, se facciamo questo ragionamento. Anzi, gravi errori. 1) Non è vero che sia impossibile precalcolare, tabelle alla mano, il livello di copertura pensionistica a scadenza (alle pagine 2 e 3 il nostro esperto Mauro Salvi presenta la guida alla ricostruzione «fai da te» della pensione). 2} E' del tutto prevedibile che il «dopo-stipendio» non arriverà mai al 100%; addirittura, in molti casi non toccherà l'80% e neppure il 60%. La tabella a fianco mostra assai chiaramente quale sia la percentuale di pensione Inps che si matura in rapporto alla retribuzione media degli ultimi cinque anni: essa vana, oltre che a seconda degli anni di contributi versati, anche con il crescere dello stipendio. FORBICE Più aumenta quest'ultimo, più si allunga la distanza dal 100%. Per esempio, 30 anni di contributi di chi percepisce 30 milioni (media degli ultimi 5 anni) si traducono in una pensione pari al 65% del salario, per chi ne guadagna 200 l'assegno si riduce al 44% dello stipendio, con una forbice di 21 punti percentuali. E se gli anni di contribuzione sono 40, poi, la distanza tra il lavoratore da 30 milioni e quello da 200 si allarga a ben 28 punti percentuali: il primo avrà «quasi» l'intero salario trasformato in pensione (l'87%), il secondo si dovrà «accontentare» dèi 59%. DATI ASSOLUTI Naturalmente, in cifra assoluta, le pensioni sono ben diverse. Negli esempi che sviluppiamo nelle pagine interne ciò appare con nettezza: dopo 35 anni di contributi, la pensione lorda mensile di un lavoratore con una media di 40 milioni di retribuzione media è di 2,66 milioni di lire (il 76% del salario), quella di un lavoratore da 100 milioni è di 5,79 milioni (il 66%) e infine quella di un lavoratore da 160 nùliòni è di 7,74 milióni (il 55%). A ognuno il calcolo della propria quota. E poi? Accettare la decurtazione percentuale, cioè, in sostanza, prepararsi a vivere con una pensione ridotta (in qualche caso addirittura men che.dimezzata, vedere tabella), oppure correre ai ripari? Nasce da qui l'esigenza, per molte famiglie, di integrare la rendita mutuata. ACCANTONAMI NTO Cóme soddisfarla? Non c'è altra via che quella dell'accantonamento, per tempo, di risorse fi- nanziarie che siano in grado, raggiunta la terza età, di riportare al 100% (o comunque al livello desiderato) la percentuale di entrate in sostituzione dello stipendio. Assunta dunque la decisione di risparmiare, il passo successivo è quello di cercare sul mercato le risposte migliori, dal punto di vista tecnico, per risolvere il problema. Fino ad oggi ci si è dovuti limitare alle polizze integrative sulla vita oppure ai piani di investimento periodico in quote di fondi comuni. VIA LIBERA In un futuro ormai vicino (nel caso dei dipendenti dei settori chimico-farmaceutico, metalmeccanico e dell'energia già dalla córrente estate) tutti i lavoratori, compresi artigiani, commercianti e professionisti, avranno anche da sfruttare la carta dei fondi pensione: per il via definitivo mancano infatti solo le ultime autorizzazioni degli organismi di controllo (la Covip, commissione di vigilanza sui fondi pensione e la Consob, che dovrà approvare i relativi prospetti informativi). PERICOLO Proprio i lavoratori autonomi sono quelli più esposti al «salto» dalla condizione di produttori di reddito a quella di destinatari di pensione. Del resto, i versamenti obbligatori (all'Inps o alle Casse di categoria, per gli iscritti ad Albi o a Ordini prò- fessionali) sono largamente inferiori, in genere, rispetto a quelli dei dipendenti. Con la conseguenza che negozianti, artigiani o avvocati possono aspettarsi percentuali basse, per non dire misere (tra il 40% e il 10%), dai loro contributi. AUTOANALISI Che cosa è quindi consigliabile fare, da subito, per tutti? L'autoanalisi della propria situazione previdenziale, primo passo per una pianificazione consapevole dell'intervento finanziario necessario a integrare la parte di stipendio mancante. Una volta individuata, sia pure con approssimazione, la percentuale da colmare, è relativamente facile conoscere la spesa periodica da affrontare per assicurarsi da anziani lo stesso tenore di vita che si sta tenendo da lavoratori attivi. Per dare un ordine di grandezza concreto del sacrificio richiesto, presentiamo nelle prossime pagine, a completamento degli esempi citati, gli impegni finanziari da assumere. FONDI E POLIZZE E' bene precisare che si tratta di cifre indicative: le alternative presenti sul mercato sono infatti tantissime, in concorrenza tra loro per costi, prestazioni, rendimenti, grado di rischio. Per esempio, ci sono fondi cornimi azionari o obbligazionari, dunque con prospettive di risultati diverse. Anche fra le polizze sulla vita, oggi, si può optare per formule a contenuto azionario o bilanciato od obbligazionario. PROGRAMMAZIONE Per scegliere occorre tener conto dell'età, della situazione famigliare, della pianificazione fiscale, persino delle prospettive di carriera. Il travet con poche ambizioni (e modesti avanzamenti) avrà una pensione «relativamente» migliore, sempre in relazione allo stipendio percepito, rispetto a un giovane dalla carriera più promettente (e poi brillantemente realizzata). Il quale giovane sarà così stimolato a dimostrare di essere «sveglio» anche nella programmazione della propria rendita futura. Glauco Maggi PERCENTUALE DI RENDITA RISPETTO ALLA RETRIBUZIONE con 30 anni di contributi ..con 35 anni SPERANZA DI VITA DEGLI ITALIANI IN ANNI 84,5, 86,3 80,4 78,1 UOMII 80J 2000 2010 2020

Persone citate: Di Vita, Mauro Salvi

Luoghi citati: Albi