Calci al cinema

Calci al cinema Calci al cinema E^interessante constatare come il calcio, sport più popolare nel nostro Paese, non abbia mai dato origine a film nei quali domini un senso dell'epico, una drammaturgia del coraggio. Il cinema italiano preferisce ironizzare sulle pratiche pedatorie, e va anche detto che quando cerca di fare il contrario e di evocare «Momenti di gloria» scivola suo malgrado nella comicità involontaria (qualcuno si ricorda ancora «Il colore della vittoria», ottuso tv-movie sulle imprese della Nazionale di Vittorio Pozzo?). Tra il ridicolo e il comico, quindi, è meglio scegliere decisamente il secondo: e attraverso le parodie calcistiche si può anche ripercorrere la storia del costume pedatorio nel Paese dove tutti sono anche allenatori della Nazionale. In «Gambe d'oro» di Turi Vasile, un giovanissimo Paolo Ferrari imita l'agilità di Frank Sinatra marinaio in libera uscita cantando e ballando, ma giocando al pallone il meno possibile. Nello stravisto «Il presidente del Borgorosso Football Club» Luigi Filippo D'Amico e Alberto Sordi ironizzano sui presidenti con ambizioni da mecenate e personalità debordante (ma quelli degli Anni Sessanta erano simpatici e bancarottieri, mentre i Gaucci di oggi sono solo arroganti e fortunati e il povero Toro ne sa qualcosa). Dal canto suo, Lino Banfi prende in giro l'estroverso Oronzo Pugliese in «L'allenatore nel pallone», fa riti macumba, capisce poco di calcio ma non manca di assicurarsi il possente brasiliano Aristoteles, cugino filosofico del teorico dell'autogestione calcistica Socrates. Però la parodia più scatenata della prima invasione di stranieri pre-sentenza Bosnan tocca all'impagabile Alvaro Vitali, dotato di fantasiosa parrucca per interpretare «Paulo Roberto Cotechino centravanti di sfondamento»: a differenza di Falcao il suo cognome non fa rima con Mao, ma al suo fianco c'è la polposa e (allora) gettonatissima Carmen Russo, capace con il decoltè di ammazzare la preparazione di un'intera squadra. Un'accoppiata stracult, quella Russo-Vitali, che ritroviamo anche in un altro classico trash, «Il tifoso, l'ar¬ bitro e il calciatore» firmato da Pier Francesco Pingitore. Sono questi i film più famosi presentati nella rassegna «Calcio sul grande schermo» organizzata dal Museo del Cinema a partire dal 10 luglio: si sono scelte volutamente le parodie più recenti, anche se la migliore resta quella datata Anni Cinquanta e interpretata dal duo Walter Chiari - Carlo Campanini: si intitolava «L'inafferrabile 12», prevedeva la partecipazione di Giampiero Boniperti (che dice anche qualche battuta), evocava un Roma-Juventus veramente emozionante, conteneva la più bella parodia dei melodrammi di Matarazzo utilizzando proprio la regina di quei film, e cioè Yvonne Sanson. E poco prima, per ricordarci che il calcio non è sempre festa, il pubblico che sciamava fuori dallo stadio Flaminio si mostrava spietato e crudele verso il disoccupato Lamberto Maggiorani, disperatamente proteso a riconquistare la bicicletta così preziosa nel capolavoro di Vittorio De Sica. Calci al cinema Carmen Russo e Alvaro Vitali nei disinvolti abiti di scena di «Il tifoso, l'arbitro e il calciatore», un classico trash di Pier Francesco Pingitore. Sotto, «The Coinmitments»