Aids, lenta retromarcia

Aids, lenta retromarcia DOPO GINEVRA Aids, lenta retromarcia LA nuova strategia di lotta all'Aids sta dando buoni risultati. Consiste in un tris di farmaci combinati e somministrati tempestivamente, però necessita la completa adesione (compliance) del paziente affinché la terapia abbia successo cronicizzando la malattia. E' quanto emerso dal recente convegno di Ginevra, dove i massimi esperti internazionali si sono confrontati. Sul tema c'è stato anche il contributo di un pool di aziende farmaceutiche in prima linea per aver messo a punto farmaci antiretrovirali unite nel sostenere il progetto Ce.ma.t. (Centri per migliorare l'adesione alla terapia) gestito da Anlaids Lombardia e i maggiori ricercatori italiani e internazionali. Dal convegno è emersa l'importanza dell'appoggio psicologico che il paziente necessita per continuare e non abbandonare le cure anche se impegnative. Allo scopo l'Anlaids ha attivato dei gruppi d'aiuto-aiuto coordinati da un'equipe di psicologi. «Con questo atto - ha detto Luigi Valera, psicologo dell'Anlaids vogliamo favorire una sorta di contratto morale con se stessi per poter raggiungere gli obiettivi prefissati. E' fondamentale la determinazione che il paziente deve avere nell'intraprendere, mantenere e continuare la terapia nel tempo, per tutta la vita per combattere il virus che si annida nei meandri del corpo umano. Maggior adesione significa anche conferire alla persona sieropositiva ' un ' ruolo attivo nel percorso di cura». «La triplice terapia consiste nell'assunzione di più di dieci pillole al giorno - sottolinea Mauro Moroni, direttore dell'Istituto Malattie Infettive dell'Università di Milano -. Il paziente dopo breve tempo comincia a sentirsi fisicamente meglio ed è tentato d'interrompere i farmaci, che lo fanno a volte stare male. Nel caso d'interruzione accuserà subito un peggioramento, perché il virus si riattiva ed è più virulento. E' auspicabile che i farmaci vengano prodotti sotto forma di pillole monodose da assumere in sole due o tre volte al giorno». L'eradicazione totale del La molecola dell Azi virus non è ancora possibile, ma i farmaci attuali lo contrastano in modo significativo. Anche se viene eliminato dal plasma il virus si trova nei tessuti e nel cervello, quindi in stato latente e trasmissibile. Per questo motivo è indispensabile trovare un vaccino ed attivare una risposta immunitaria all'infezione. La ricerca del vaccino si basa su una vasta gamma di vettori ricambianti, cioè virus o batteri innocui, nei quali sono stati inseriti geneticamente (in modo ricambiante) geni dell'Hiv per indurre una risposta immunologica quando l'organismo sia attaccato dall'Hiv stesso. «Ci vorranno 10 anni per dotare la medicina di un vaccino anti-Aids - ha riferito David Baltimore, ricercatore del California Institute of Technology di Pasadena (Usa) durante la riunione internazionale sui retrovirus di Chicago - nei prossimi due anni dovremmo essere in grado di passare alla sperimentazione dei vaccini sull'uomo, dato che abbiamo avuto risultati incoraggianti con alcuni tipi di vaccino nei primati». Ferdinando Aiuti, presidente della Società Italiana di Immunologia, resta però prudente, anche se in Italia il virus è arretrato del 30% considerato i nuovi casi dell'ultimo trimestre '97 rispetto al '96, e invita a non abbassare la guardia. Si teme infatti che i giovani, sentendo parlare di maggior controllo della malattia e di facilità di cure, dimentichino le più elementari regole di igiene e di prevenzione, già ora molto difficile da fare accettare e rispettare. L'Aids è dovuta a tossicodipendenza nel 60 per cento dei casi, al sesso nel 30 per cento, a trasfusioni nel 5 per cento e per il restante 5 per cento a cause varie. In America le percentuali relative a tossicodipendenza/sesso sono inverse. Se i nuovi casi di Aids nei Paesi Occidentali sono in diminuzione, non lo sono nell'Africa Subsahariana (4 milioni di ammalati) e nell'Asia meridionale e Sud Orientale (1,3 milioni di ammalati) che da soli fanno il 90 per cento dei contagiati di Hiv nel mondo. [p. ba.] La molecola dell'Azi

Persone citate: David Baltimore, Ferdinando Aiuti, Luigi Valera, Mauro Moroni