In Italia i poveri aumentano

In Italia i poveri aumentano In Italia i poveri aumentano Al Sud, tra i giovani e i lavoratori dipendenti ROMA. Siamo un Paese ricco, con un'economia in ripresa e una dinamica dei consumi vivace. Risultato: abbiamo 350 mila poveri in più rispetto allo scorso anno, 166 mila famiglie per l'esattezza. La crescita della ricchezza, infatti, ha fatto salire lo standard nazionale al di sotto del quale si è considerati poveri, e dato che di questa crescita hanno beneficiato soprattutto i lavoratori autonomi del Centro-Nord, chi era senza lavoro, pensionato, giovane, meridionale o anche semplicemente «dipendente» con un salario non cresciuto in termini di potere d'acquisto, si è ritrovato povero. Lo dice la «commisione di indagine sulla povertà e l'emarginazione» presieduta da Pierre Camiti e che ha presentato ieri il suo rapporto annuale relativo al 1997. 1A POVERTÀ'. La soglia di reddito, al di sotto della quale si è nell'indigenza è fissata da un parametro internazionale in base al quale è povera una famiglia di due componenti la cui spesa per consumi sia inferiore alla spesa media procapite. Una «scala di equivalenza» consente poi di adeguare questo stanard a un nucleo con più di due componenti. Con questo criterio in Italia è povera la coppia che disponga di meno di 1.233.829 lire al mese. M1L Povere nel '96 erano il 10,3% delle famiglie. Nel '97' la quota è salita all'I 1,2, cioè 2 milioni 245 mila famiglia su un toale di 20 milioni e 120 mila, 166 mila in più, pari a 356 mila persone, il 77% delle quali vive nel Sud dove i poveri sono il 26% della popolazione. C'è anche una quota di poverissimi: il 7,5% delle famiglie, per cui la linea di reddito si ferma a 994 mila lire mensili. CHI P POVERO. Povere sono soprattutto le persone senza lavoro (un terzo del totale). Ma sono aumentati, ed è questa la novità di quest'anno, anche i lavoratori dipendenti, passati dall'8,4 al 9,7%. Si tratta di cittadini il cui salario, già medio-basso, non è cresciuto proporzionalmente all'aumento dei consumi. LAVORO. Il lavoro è la discriminante tra i benestanti e i poveri. Il Sud è povero perché non ha lavoro, i giovani sono poveri perché disoccupati, come sono poveri i trentacinquenni disoccupati di lunga durata, i quarantenni che un lavoro l'hanno perso e hanno difficoltà di reinserimento, e le donne tradi¬ zionalmente penalizzate sul mercato occupazionale. FAMIGLIA. Il terzo figlio è un lusso pericoloso: solo chi dispone di un solido reddito può permetterselo. «Tra le famiglie che hanno tre o più figli - dice il Rapporto - una su quattro, pari a circa 470 mila nuclei familiari, risulta povera». GIOVANI. Essere giovani (il limite è 35 anni) costituisce un handicap sociale che comporta un rischio di esclusione. La disoccupazione in questa fascia di età, sfiora al Sud il 50% e l'I 1% dell'«universo povertà» è costituito da giovani: un punto prcentuale in più rispetto allo scorso anno. SCUOIA. Dopo la disoccupazione la maggiore causa di povertà è la mancanza di istruzione. Il 46% delle famiglie povere ha la persona di riferimento analfabeta o con appena la licenza elementare. Inoltre la dispersione scolastica dei ragazzi è la prima causa di esclusione sociale foriera di povertà. CHE FARE? Alla presentazione del Rapporto erano presenti, tra gli altri, i ministri della Solidarietà sociale Livia Turco e del Lavoro Tiziano Treu, che hanno illustrato le iniziative del governo per af¬ frontare la povertà. Ovviamente il provvedimento principe resta una politica seria per l'occupazione, più nel dettaglio Treu ha ricordato i provvedimenti per consentire l'emersione del lavoro sommerso con incentivi e sgravi contributivi, il credito fiscale alle aziende che assumano nel Sud, i patti territoriali e i gemellaggi nel Mezzogiorno. Sul piano sociale, Livia Turco ha ricordato il ddl del governo per un'assistenza sociale «attiva»: non più soldi e basta, ma aiuti per inserirsi nel mondo del lavoro. Inoltre la Turco ha ricordato 1800 miliardi in tre anni per aumentare gli assegni alle famiglie numerose, la sperimentazione del «reddito minimo di inserimento» che partirà a settembre in tre città campione (La Spezia, Prosinone ed Enna) e i due progetti finanziati dal Fondo sociale euro- peo per il reinserimento di giovani in condizioni di marginalità. REAZIONI. Il fatto che la povertà tocchi anche il Nord preoccupa il capogruppo di Rinnovamento italiano al Senato, Ombretta Fumagalli Carulli, secondo la quale «ci troviamo di fronte a un malcontento sociale simile ad una bomba ad orologeria». Tutta colpa dell'Ulivo «che ha attuato una politica di attacco alle imprese - ha detto Riccardo Pedrizzi di An - che sono le sole a far crescere il nostro Pil e a dare occupazione». Niente affatto, ribatte Paolo Ferrerò di Rifondazione comunista: «La povertà che aumenta è in diretta connessione con le politiche di precarizzazione e flesSibilizzazione del lavoro che il governo Prodi sostiene e che noi contrastiamo». Raffaello Masci Secondo il rapporto Svimez nel '97 sotto là soglia dell'indigenza c'erano 350 mila persone in più dell'anno precedente CHE E' POVERO IH ITALIA Si definisce povero un nucleo familiare composto di due persone e che abbia un reddito inferiore al consumo medio pro-capite, pari per il '97 a 1.233.000 lire al mese. Sono povere 11 famiglie su cento (nel '96 erano 10); Il 77% dei poveri è concentrato nel Sud. Nel CentroNord la povertà è limitata alle aree di emarginazione sociale delle grandi città. Sono poveri soprattutto: Il disoccupati. Da soli costituiscono un terzo del totale. 2Le donne. Sono il 2% in più degli uomini. 31 giovani. Un terzo degli indigenti ha meno di 35 anni. 41 bambini. La forte dispersione scolastica, specie al Sud, li condanna all'emarginazione sociale e quindi alla povertà. 51 dipendenti. Il potere di acquisto dei salari è fortemente diminuito. I lavoratori dipendenti sotto la soglia di povertà erano l'8,4% nel '96, sono diventati il 9,7% nel '97. 6Famiglie. La nascita di un terzo figlio, in un caso su quattro, ha determinato lo scadimento del reddito familiare. Il governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio

Persone citate: Antonio Fazio, Livia Turco, Ombretta Fumagalli Carulli, Paolo Ferrerò, Raffaello Masci, Riccardo Pedrizzi, Tiziano Treu, Treu

Luoghi citati: Enna, Italia, La Spezia, Roma