Silvana la dura di R. M.
Silvana la dura Silvana la dura Così conquistò la Milano-ricca MELANO. Di mamma ce n'è una sola, anche se un po' arcigna e chiacchierata. Lo sa bene Patrizia Reggiani, vedova Gucci, che alla mamma Silvana deve tanto, forse tutto. A sentire Giuseppina Auriemma, la «maga» di Portici complice del delitto e ora implacabile accusatrice, Patrizia in fondo deve alla mamma Silvana anche la sua attuale posizione di imputata di omicidio volontario dell'ex marito. «Anche lei, Silvana - ha affermato ieri al processo l'Auriemma - sapeva». Silvana Barbieri vedova Maitinelli sposata (e vedova nuovamente) Reggiani, non ha mai amato far parlare di sé. Pur nel silenzio dorato della villa di Sankt Moritz, dove si è ritirata ad accudire le nipoti Alessandra e Allegra Gucci, è riuscita a spiccare come donna forte e di carattere. Erano gli Anni 50. Silvana Barbieri viveva in un povero bilocale in via Toselli, vicino al bar dove lavorava come lavapiatti, in via Padova, allora estrema periferia a Nord Est di Milano. Conobbe l'industriale: lei aveva 22 anni, lui 23 di più. Per sei anni fu una storia clandestina. Poi la moglie di lui, colpita da un tumore, morì nel febbraio del 1956. E nel settembre dello stesso anno, Silvana Barbieri si trasferì con la figlioletta Patrizia, che aveva appena 8 anni, in un grande appartamento appena acquistato dall'industriale nell'elegante e centralissima via dei Giardini numero 3. Iniziò così la conquista della Milano più ricca ed esclusiva, a colpi di ville e pel licce e atteggiamenti vistosi che costarono alla giovane Patrizia un certo isolamento tra le amichette snob della scuola, ma non le impedirono di farsi impalmare, guidata dalla mano sicura di mamma, da uno dei rampolli più ambiti, il giovane Maurizio Gucci. [r. m.]
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