De Mita: «Falcone mi disse che Lima non era mafioso»

De Mita: «Falcone mi disse che Lima non era mafioso» Colpo di scena al processo Andreotti De Mita: «Falcone mi disse che Lima non era mafioso» «Là considerava soltanto un punto di riferimento del potere a Palermo» PALERMO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Ciriaco De Mita, teste nel processo per mafia contro Giulio Andreotti, ha dato ieri una spallata all'accusa, quando ha rivelato che Giovanni Falcone gli disse: «Salvo Lima non era mafioso, ma un uomo di potere, un punto di riferimento a Palermo». L'ex segretario della De ed ex presidente del Consiglio ha aggiunto: «Lo dico in coscienza perché la cosa mi colpì». Da ieri i giudici, sempre a Palermo, sono in camera di consiglio per la sentenza sul delitto Lima e nel processo la difesa dell'ex sindaco ed ex eurodeputato andreottiano ne ha ostinatamente difeso la memoria, negando collusioni tra vittima e cosche. De Mita ha sottolineato che il colloquio con Falcone non fu casuale, ma fu sollecitato dallo stesso magistrato, allarmato da quella che considerava un'imminente offensiva di Cosa nostra in seguito alla conferma in Cassazione della linea dura nel maxiprocesso alle cosche. De Mita ha specificato che Falcone gli espose la situazione con accenti allarmati: «La mafia è in difficoltà, diceva, e per riorganizzarsi ha bisogno di alzare il tiro». Falcone prospettò la situazione mentre andavano al Palazzo dei congressi all'Eur per una manifestazione elettorale a cui De Mita avrebbe partecipato di lì a poco. Secondo l'ex segretario, Falcone gli disse di non aver espresso il suo giudizio su Lima sui giornali in cui in genere scriveva, perché «quelle cose non sarebbero passate». Quando il pm Roberto Scarpinato ha fatto presente a De Mita che un terzo partecipante all'incontro, il magistrato Antonio Spàgnuolo, ha dichiarato nel processo a Caltanissetta sulla strage di Capaci che la valutazione di Falcone quel giorno fu in realtà più articolata, e che affermò che Lima aveva avuto «relazioni con ambienti mafiosi», De Mita ha replicato: «A me disse solo quelle cose». De Mita ha aggiunto che, in seguito, della conversazione con Falcone parlò con Sergio Mattarella, Giuseppe Gaigani e Leoluca Orlando. L'udienza di ieri ha inoltre segnato un nuovo round tra pm e difesa sui viaggi di Andreotti: mentre il senatore afferma di essere sempre stato scortato, l'accusa lo nega, rendendo quindi verosimile l'incontro, con relativo bacio sulle guance, tra lui e Totò Riina. L'ex responsabile della segreteria di Andreotti, Riccardo Sessa, testimoniando poco dopo, ha dichiarato di essere certo della presenza delle scorte, essendo stato lui a coordinare i vari spostamenti del senatore. H pm, invece, ha citato un viaggio a Nizza e uno a Mazara del Vallo in cui «sicuramente» Andreotti fece a meno della scorta. Sessa ha tuttavia raccontato che in qualche caso un carabiniere della scorta seguiva «a titolo personale» Andreotti. Antonio Ravidà

Luoghi citati: Caltanissetta, Falcone, Lima, Mazara Del Vallo, Nizza, Palermo