«Ha vinto l'Algeria francese»

«Ha vinto l'Algeria francese» INTERVISTA «Ha vinto l'Algeria francese» Le Pen: Jacques pare la brutta copia di Videla IL LEADER DEL FRONT NATIONAL PATETICO. Non saprei come definire altrimenti Chirac. Un delirio chimico. L'avete visto trafelato, accaldato, con la sciarpa e la maglietta, baciare Zidane, stritolare Deschamps... tutto preparato. Era un colpo mediatico predisposto da tempo. Come Videla in Argentina nel '78...». Nel suo studio all'Europarlamento di Strasburgo, Jean-Marie Le Pen segue il discorso del 14 luglio di Jacques Chirac e ripensa alle immagini di domenica sera nella tribuna dello Stade de France. In effetti, come Videla, Chirac ha sottratto la coppa dalle mani del presidente della Fifa per porgerla personalmente al capitano. «Una brutta copia, un'imitazione in peggio. Anche oggi, all'Eliseo: ha spremuto il limone della vittoria fino all'ultima goccia. Chirac ha cambiato ideologia: è, passato dal gaullismo al gollismo.1 Dal Generale alla mezzala. Lui e Jospin hanno animato la gara più combattuta di Francia '98, a chi conquistava più punti nei sondaggi di popolarità». Infatti il Presidente che un anno fa pareva politicamente cadavere sembra rinato. «Ma durerà lo spazio di un mattino. La Rupe Tarpea è a fianco del Campidoglio, no? Questa esplosione di gioia popolare si spiega anche con il fatto che la gente ha poco altro da festeggiare». Jospin, il professore, l'ugonotto, il razionale, è stato surclassato. «Anche lui ha provato a sfruttare la vittoria dei Bleus. Non ha perso una partita, che dico, un calcio d'angolo dei Mondiali. Ma il premier, contrariamente al Presidente, ha il senso del limite». Sulla Nazionale multietnica lei pare aver cambiato parere. «No. Anche il Front è multietnico: siamo gli unici ad avere eletti ara¬ bi, ebrei e neri. Io avevo polemizzato agli Europei del '96 contro i giocatori che non cantavano la Marsigliese. Stavolta mi hanno ascoltato: la intonavano tutti, tranne Karembeu, che dice di non sentirsi francese. Allora perché gioca per la Francia?». In Italia giornali di destra hanno chiesto - invano - ai calciatori italiani di cantare l'inno. «E hanno fatto bene. Non ha notato che da quando i ragazzi hanno cominciato a intonare la Marsigliese, la nazione ha preso a identificarsi in loro? A parte Karembeu, sono stati splendidi. Henry ha dedicato il gol contro l'Arabia Saudita alla patria anziché alla fidanzata. E Zidane è figlio dell'Algeria francese; non a caso i suoi figli portano nomi cristiani. Ho sotto gli occhi l'editoriale de La Stampa di domenica scorsa e non condivido affatto le argomentazioni di Barbara Spinelli. Questa non è la vittoria della Francia imperiale, delle ex colonie. E' il trionfo dei dipartimenti d'oltremare, compreso quello algerino. E della Francia dei commerci, quella che attirava armeni, turchi, ebrei». Non le conoscevamo questa vena cosmopolita. «Interpretare la vittoria di una squadra multirazziale ..come la sconfitta del Front national è un errore. Oggi le vie delle nostre città sono percorse da francesi che sventolano il tricolore e cantano la Marsigliese. La politica è fatta anche di simboli. Assistiamo a un'onda di sano nazionalismo che anch'io ho avvertito nel corso delle ultime campagne elettorali, che ho impostato non sul tema dell'immigrazione ma della salvaguardia dell'identità nazionale dal moloch di Maastricht e dei mercati. I cortei sugli Champs-Elysées sono il segno della sopravvivenza dello spirito francese». Ma anche della banalizzazione della storia. I precedenti sono l'ingresso di de Gaulle a Parigi nell'agosto del '44 e il corteo anti-'68 guidato da Malraux. «Riferire tutto alla seconda guerra mondiale è una mania dell'intellighentsia. Sui Campi Elisi vedo francesi che si riscoprono patrioti. Di tanto in tanto è giusto aprire spazi di unanimità, sentirsi tutt'uno, al di là delle divisione politiche; come a Natale, quando la famiglia si ritrova e si sorride anche al cognato insopportabile. E io ne sono contento, perché non guido un Fronte razzista ma un Fronte nazionale». AldoCazzullo «Non trionfa la Francia coloniale e imperiale ma quella dei dipartimenti d'oltremare e dei commerci, di cui sono simbolo Zidane e Djorkaeffi Chirac? Passa dal gaullismo al gol-lismo» Jean-Marie Le Pen e la Legione straniera durante la parata del 14 luglio