No dell'Onu alla Grande Gerusalemme di A. B.
No dell'Onu alla Grande Gerusalemme MEDIO ORIENTE Gli Usa evitano una risoluzione. Poliziotto palestinese ferisce un soldato No dell'Onu alla Grande Gerusalemme Israele: «Ilprogetto andrà avanti comunque» TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO All'indomani della dichiarazione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che depreca i progetti israeliani di estendere l'area municipale di Gerusalemme e ne consiglia l'annullamento, Israele ostenta indifferenza e conferma: i piani saranno realizzati. «Troviamo difficile prendere sul serio le dichiarazioni del Consiglio di sicurezza» ha dichiaralo David Ber Ilan, consigliere politico del premier Benyamin Netanyahu. Da parte palestinese sono giunte reazioni miste. Da un lato è stata espressa soddisfazione nel constatare l'unanimità con cui sono stati stigmatizzati i progetti israeliani di estensione della presenza ebraica nella città. Dall'altro, il presidente Yasser Arafat è rimasto deluso perché sperava in una esplicita condanna di Israele, impedita poi da uno sforzo diplomatico guidato dagli Stati Uniti. Il programma, approvato il mese scorso dal governo israeliano, prevede l'estensione dei confini municipali di Gerusalemme verso Ovest, ossia in territorio israeliano. «Si tratta di una questione intema - ha ribadito ieri il ministero degli Esteri israeliano - che comunque non contrasta con gli impegni assunti negli accordi di Oslo», nel 1993 con l'Olp. Ma annettendo i sobborghi occidentali della città (Mevasseret Zion, Motza) la popolazione ebraica di Gerusalemme aumenterà di 30 mila persone, che si aggiungeranno ai 425 mila ebrei e ai 180 mila arabi (musulmani e cristiani) che oggi vi abitano. I delicati equilibri demografici fra le due comunità saranno dunque alterati a favore di Israele, sostengono i palestinesi. Il progetto prevede inoltre che alcune colonie della Cisgiordania limitrofe a Gerusalemme (la più popolosa, Maaleh Adumim, conta 20 mila abitanti) beneficeranno di vari servizi municipali come gli altri rioni di Gerusalemme. La cosa - spiegata dagli urbanisti israeliani con la necessità di razionalizzazione la spartizione di risorse limitate - ha fatto temere ai palestinesi una «annessione strisciante» delle colonie. Ieri Bar Ilan ha comunque confermato che Israele non intende recedere di fronte alle critiche internazionali e ha deprecato «il livello morale» toccato dalle Nazioni Unite. «In quella sede siamo ormai divenuti il capro espiatorio» ha esclamato indignato. Intanto nei Territori aumenta la tensione. A Kissufim (Gaza) un agente palestinese ha ferito un militare israeliano in seguito a un alterco e a Hebron (Cisgiordania) i coloni sono allarmati dalla prossima distribuzione a tutti gli agenti palestinesi dislocati in città di fucili semi-automatici Mini-Ingram olandesi. La distribuzione è stata autorizzata da Netanyahu, ma i coloni avvertono: «Prima o poi quelle armi spareranno contro le nostre case». [a. b.]
Persone citate: Benyamin Netanyahu, David Ber Ilan, Netanyahu, Yasser Arafat, Zion
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