Il finto scoop conquista Hollywood di Andrea Di Robilant

Il finto scoop conquista Hollywood stati uniti Janet Cooke vinse il Pulitzer per la storia (inventata) di un bimbo eroinomane Il finto scoop conquista Hollywood In un film la vita della prima reporter delfalso WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Prossimamente sui vostri schermi, in panavision e technicolor: il falso scoop. Notizie fasulle, reportage inventati, verità ritrattate, giornalisti in disgrazia - i taumaturghi di Hollywood hanno annusato l'aria, capito l'andazzo. Ed hanno già pronta una bella sceneggiatura. Che racconta la storia di Janet Cooke, la regina del falso scoop. Il 1998 rimarrà negli annali del giornalismo americano come la stagione più buia. Non passa una settimana senza che un E'ornatista venga trascinato nelpece e coperto di penne. Il falso scoop della Cnn firmato da Peter Arnett sull'uso di gas nervino da parte degli americani in Laos ha fatto il giro del mondo. Ma è solo il più clamoroso di una lunga serie di scandali. Watergate inaugurò l'era del giornalismo eroico. Oggi, un Janet Cooke quarto di secolo più tardi, siamo nell'era della «bufala»: la falsa notizia fa notizia. E così, tra le pile di sceneggiature e trattamenti che ingombrano gli uffici di produzione a Hollywood, si fa strada la versione cinematografica della saga di Janet Cooke, la giornalista del Washington Post che vinse il Premio Pulitzer nel 1981 per un reportage affascinante e struggente su un eroinomane di 8 anni nel ghetto di Washington. La storia era completamente inventata. La Cooke, che sembrava avviata ad una carriera brillante, fu cacciata ignominiosamente dalla capitale. E il Washington Post si dovette coprire il capo di ceneri e restituire il Premio Pulitzer. In questa stagione di scandali, il nome della Cooke è ovviamente tornato alla ribalta. Il suo falso scoop è ancora oggi il punto di riferimento, il metro con cui si giudicano gli altri. La sua foto è ovunque nei giornali, nelle riviste. Tutti la cercano, tutti vogliono intervistarla. Lo ha capito anche Mike Sager, ex giornalista del Washington Post, che era fidanzato con la Cooke quando lei vinse il Premio Pulitzer. Recentemente ha scritto un lungo articolo sulla loro relazione all'epoca dello scandalo. Hollywood ha perso la testa. Dopo un'asta impazzita i diritti cinematografici sono stati venduti per la somma astronomica di 1,6 milioni di dollari (quasi tre miliardi di lire) a James Brooks, il regista di «Qualcosa è cambiato». Andrea di Robilant Janet Cooke

Luoghi citati: Hollywood, Laos, Washington