«In galera finiranno i giudici»

«In galera finiranno i giudici» PERSONAGGIO «In galera finiranno i giudici» Craxi: Tangentopoli, un golpe degli americani IL COLLOQUIO ADHAMMAMET HAMMAMET DAL NOSTRO INVIATO , L'umore è quello di sempre. Alti e bassi.' In questo il Bettino Craxi annata '98, quello del quarto anno di esilio che ritrova un momento di popolarità nelle cronacho per le condanne che continuano ad infliggergli, ma anche perché ris<?opertQ,d^ vjgnettJstìj:ome.Vauro e Vincano e-saiiri-come David-Riendino, non è in nulla diverso dall'originale che ha dominato il Paese negli Anni 80. Semmai il divario tra gli stati di eccitazione e di prostrazione è più ampio. Passa - ed è la cosa che più colpisce conversando con lui - da una voglia irrefrenabile di rivincita, in cui le minacce si mescolano a segnali che hanno tutta l'aria di lontani ricatti, a momenti di depressione in cui ammette di aver pensato al suicidio - «anche se solo per un momento» -, in cui parla di quell'Italia, che è sicuro di non rivedere mai più, con le lacrime agli occhi. Il personaggio non ha perso neppure il gusto per i coup de théàtre, per l'entrata in scena originale. Così alla vigilia di un'intervista per il programma di Raidue Passioni, che lo riporta dopo tanto tempo sugli schermi della tv di Stato, l'ex segretario socialista si presenta inaspettato al cronista alle 23,30 di sera nella hall dello Sheraton di Hammamet. Sembra un déjà vu di altri tempi, quando l'ex segretario socialista con una chiacchierata in un albergo sperduto nel mondo apriva una polemica dura con gli alleati, con l'opposizione e magari faceva saltare un governo in Italia. Ricordi che non tornano più. Ma al netto delle condanne per corruzione che continuano a fioccargli addosso e di questa ostinazione a negare sempre e comunque le sue colpe, l'uomo continua ad esercitare il fascino del leone ferito. Non gli è difficile. Istrione com'è, sa trovare la battuta, sa che lontano dalle.telecamere può anche fare dei nomi. Così come un vecchio capo tribù indiano racconta la sua storia, quella versione Craxi. «Sono quattro anni - confida - che mi rileggo le pagine di questo golpe moderno, senza militari, giocato su nuclei della magistratura e deU'informazione. Ho visto l'autocritica dell'ex direttore del Corriere della Sera. Ma vi ricordate cosa scrivevano i giornali in quel periodo? Non so se lo hanno fatto per via dei loro padroni, o perché erano guidati da una geneT razione vissuta nella frustrazione di un'impossibile rivoluzione. Non riesco, però, ancora a capire chi ha guidato il Golpe. Ad esempio, sono sicuro che Occhietto e D'Alema ci si sono trovati dentro, ma non ne sono stati gli ispiratori. Occhetto lo ammette pure nelle interviste. Dietro semmai c'è stato lo zampino degli americani che da tempo volevano venire addosso a me e Andreotti. Eppoi c'è stato qualcuno che conosce bene la geografia politica, che sapeva chi doveva essere messo a tacere e chi no. Sorse solo qualche imprevisto per La Malfa e Martelli, ma nell'insieme l'operazione fu di una precisione chirurgica visto che riuscirono a convincere gente come Signorile e Altissimo a ritirarsi in silenzio. Chi è stato il suggeritore? Eugenio Scalfari? Potrebbe essere, non so...». Eh sì, la storia vista attraverso le lenti dei grandi occhiali di Craxi appare diversa. Ricorda in parte quella che descrivono i vari Berlusconi, Cossiga, magari lo stesso Bossi. Alcuni di loro l'esule o il latitante di Hammamet - a seconda dei punti di vista - ancora li sente: «Cossiga racconta - mi ha telefonato la scorsa settimana, io non c'ero. Ha parlato con mia moglie». «Io comunque - va avanti l'ex segretario socialista - non mi sorprendo per quello che è avvenuto. Fa parte di un processo mondiale. Dietro c'è sempre la grande finanza che non accetta la mediazione della politica, ancora di moda nella vecchia Europa. Ai grandi gruppi finanziari faceva gola l'economia pubblica di questo Paese. Vedete come se la sono pappata e come se la stanno pappando? Guardate le banche... In questa logica i governi debbono essere dati in mano ai consulenti dei grandi gruppi. Prodi cos'è se non un consulente del finanziere Soros? Anche Ciampi, che pure è una brava persona, è uno così. Figurarsi, non dava fastidio neppure a me...». Inutile dire che, facendo questi discorsi, gira che ti rigira all'una di notte l'ex presidente del Consiglio arriva a parlare di Antonio Di Pietro. Lo descrive come una piccola pedina in un gioco più grande di lui. «Era - dice - un uomo di quarta fila dei servizi. Credo dei servizi segreti militari. Basta essere uomini di mondo per capire dei piccoli dettagli: ad esempio uno che ha lavorato in passato come consulente in una fabbrica d'armi, non può non essere dei servizi. Ed ancora, uno che fa una carriera come la sua, che da segretario comunale diventa commissario, si laurea in tre anni e otto mesi, diventa magistrato ma non impara l'italiano, che volete che sia? Quello fa talmente a botte con i congiuntivi che non può neppure essere chiamato al Processo di Biscanti. Già, un uomo di quarta fila dei servizi addestrato dagli Usa per un golpe che ora punta a far fuori pure Berlusconi». Berlusconi, Cossiga, Bossi. Parole cortesi il leone ferito ne ha solo per loro: «Non posso stare di certo dalla parte di chi si è giovato del Golpe. Io, rispetto ai vincitori, sto dall'altra parte». «Cossiga - dice - è un grande inventore, lo è sempre stato. Adesso sta rimettendo insieme pezzi democristiani. Berlusconi, chi l'avrebbe detto, comincia ad essere un politico». Scalfaro, invece, è per Craxi «un po' extraterrestre». Dei suoi compagni di partito l'ex segretario socialista non può dimenticare una cosa: «In molti mi hanno tradito, mi hanno lasciato solo». E D'Alema? Spiega: «D'Alema non è riuscito ad imporre un'intesa sulla giustizia ai suoi. Non glielo hanno permesso. Ma vi rendete conto che 50 senatori si sono ribellati contro la modifica del 513, per un partito come quello è una cosa fuori dal mondo. Poi, certo, ci sono le ferrovie, Necci, Pacini. A parte questo, comunque, quello che mi colpisce è che in Italia non c'è più un comunista. Bertinotti non lo è di certo... E pensare che mi hanno sparato addosso perché dicevo a loro avviso delle cose di destra. Adesso gli stessi fanno dei discorsi che io non mi sarei mai sognato di fare. Molto più a destra di me. Vedete, io sono sicuro che andremo incontro ad altre sommosse sociali». Il Craxi vittima del Golpe, il Craxi di sinistra, il Craxi anticipatore di molte di quelle proposte che oggi, proprio oggi, fanno divampare polemiche al fulmicotone nel nostro Paese. Ad esempio, sulla bocca dell'ex segretario socialista appare anche più chiara la proposta di una commissione d'inchiesta su Tangentopoli. Anzi, è il corollario di tutti i discorsi di Craxi e probabilmente la premessa per arrivare a una soluzione politica dello scontro che si è svolto nel nostro Paese negli ultimi sei anni. «La storia di cui ho parlato finora è quella che vorrei raccontare ad una commissione di inchiesta su Tangentopoli. Lì, in quella sede potrei parlare davvero. Anche in Italia le cose in fin dei conti stanno cambiando. Non tutti fanno parte di quei nuclei che condussero il golpe. Basta guardare alle ultime sentenze della Cassazione. Io non so se questo Parlamento darà vita ad una commissione di inchiesta su Tangentopoli, ma prima o poi anche le maggioranze parlamentari cambiano, e quando si farà una commissione d'inchiesta quelli del pool rischieranno molto per il reato di attentato ad organi costituzionali. Hanno messo in galera intere giunte regionali, sono intervenuti contro il Parlamento che deliberava... Questi rischiano, codice alla mano, dai 5 ai 10 anni di carcere. Altroché». Alle 2 di una calda notte tunisina non poteva non finire così, con un paradosso tutto italiano: con l'imputato Craxi che predice la galera ai magistrati che lo hanno condannato. Augusto Minzolini «No, D'Alema e Occhetto non sono gliispiratori: si sono trovati dentro Il suggerito&spotrebb$^essere qualcun altro» «Di Pietro? Era un uòmp cU^uarta^adei serviziaddestrato dagli Usa -^dbe ora punta a far fuori anche Berlusconi» .«Prodi consulente di Soros... Cossiga è un ^ grande^inventore» «Quelli del pool rischiano mólto Da cinque a dieci ^anni di carcere» niranno i giudici» i, un golpe degli americani etro? Era un uòmp rta^adei servizitrato dagli Usa a punta a far fuori Berlusconi» dibattito in corso alldel Parlamento. Peralpare rischioso cvizi di tale delisiano svoda giornaltenuti al rdei codici logici del spubblico mpaltati a gsti esterni»o cura ano ell L'ex leader del Partito socialista italiano Bettino Craxi Sotto: il capo della procura della Repubblica di Milano Francesco Saverio Borrell

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