Preso il killer evaso dal manicomio

Preso il killer evaso dal manicomio Firenze: era seduto su un muretto, vicino al punto in cui aveva ucciso senza motivo un anziano Preso il killer evaso dal manicomio «Volevo un po'di libertà, mi danno troppe medicine» FIRENZE DAL NOSTRO CORRISPONDENTE La cappa di paura che era scesa su Firenze dopo l'evasione del pluriomicida Sergio Codimini, 35 anni, si è dissolta ieri mattina all'alba. Una pattuglia dei carabinieri ha infatti notato l'uomo, sfuggito alla sorveglianza di due volontarie durante un'uscita dall'Ospedale psichiatrico giudiziario di Montelupo Fiorentino sabato scorso, tranquillamente seduto su un muretto nella zona delle cave di Maiano, a pochissima distanza dal luogo dove la mattina del 26 dicembre 1989 aveva freddato senza un motivo Antonio Cardone, un pensionato a passeggio col suo cane; pochi mesi dopo vicino a Siena aveva invece ucciso due carabinieri che lo avevano fermato su un motorino mentre viaggiava contromano. Cosimini si è fatto ammanettare docilmente. Ha, anzi, chiesto ai carabinieri di essere riportato all'ospedale psichiatrico sentendosi stanco dopo la «fuga» durata quasi due giorni: «Volevo un momento di libertà - ha detto -. Non ce la facevo più a stare in ospedale, mi danno troppe medicine». Durante le ore della latitanza Cosimini si è mosso tranquillamente a piedi e in autobus. Ancora sotto l'effetto dei farmaci non ha causato problemi alle tante persone con cui è venuto a contatto ma, secondo il maggiore dei carabinieri Paolo Edera, comandante del reparto operativo, l'arresto sarebbe avvenuto appena in tempo: «Non sono un medico, ma vi dico che finito l'effetto dei medicinali Cosimini stava diventando pericoloso. Ai militari che lo hanno preso in consegna ha detto che sentiva nuovamente voci che lo perseguitavano e che in passato lo hanno spinto a uccidere. Anche se è in cura da otto anni, senza medicine la sua personalità stava immediatamente riemergendo». Cosimini aveva fatto perdere la sue tracce sabato poco prima delle 15. Alle due volontarie del Ciao (Centro italiano assistenza ospedaliera), che lo avevano accompagnato in una gita nel giardino di Boboli (non era la prima volta che usufruiva di un permesso del magistrato di sorveglianza e in precedenza non aveva mai creato problemi) aveva chiesto di portargli da bere, ma quando le due giovani erano tornate alla panchina dove lo avevano lasciato di Cosimini non c'era più traccia. Da quel momento in città si era scatenata una capillare caccia all'uomo, nel timore che il pluriomicida (ritenuto totalmente infermo di mente al processo che lo condannò a dieci anni di ospedale psichiatrico) potesse tornare a colpire. Uscito da Boboli Cosimini ha raggiunto a piedi una fermata della linea 11, è salito su un'autobus ed è sceso nella zona di Fiesole dove si è comprato un pezzo di pizza e dei dolci. Poi ha bighellonato tra le bancarelle di una festa paesana senza che nessuno lo riconoscesse, infine si è spostato verso la campagna dove, in una specie di grotta, ha trascorso le due notti di libertà. Fino a quando è stato notato dalla pattuglia di carabinieri che, riportandolo all'Opg di Montelupo, hanno restituito la serenità a Firenze. Francesco Matteini

Luoghi citati: Fiesole, Firenze, Montelupo Fiorentino, Siena