In vacanza a Capri: violentata

In vacanza a Capri: violentata Il drammatico episodio nei giardini di Augusto, arrestato l'uomo che è accusato dello stupro In vacanza a Capri: violentata Tkrista americana di quindici anni NAPOLI. Doveva essere un'estate da sogno, un tuffo nel mito di Capri. Invece l'isola incantata si è trasformata in un incubo per Jane M. C, una californiana di quindici anni da una settimana in vacanza con i genitori al Quisisana, l'albergo più esclusivo a due passi dalla famosa piazzetta. La ragazza ha raccontato alla polizia di essere stata violentata nel cuore della notte nei giardini di Augusto. L'aggressore, identificato, è in stato di fermo: è accusato di violenza sessuale. Si tratta di Antonino Mazzola, trent'anni, sposato e padre di un bambino, dipendente stagionale di un albergo dell'isola. Al momento dell'arresto è sembrato cadere dalle nuvole: «Non ho violentato quella donna, ho solo tentato di attaccare discorso con lei», ha giurato davanti agli agenti. Ora è in carcere, in attesa dell'interrogatorio davanti al magistrato. La brutta avventura di Jane si è consumata alle quattro del mattino, quando anche gli ultimi nottambuli si avviavano verso casa. In via Camerelle c'era anche Jane, che ha poi raccontato di essere stata avvicinata da un uomo estremamente gentile. Dopo avere scambiato quattro chiacchiere con lui, ha accettato di buon grado l'invito di andare ad ammirare il paesaggio dai giardini pubblici di Capri. «Da lì potrai vedere i Faraglioni al chiaro di luna», avrebbe detto Mazzola, e la ragazza ha accettato. Per entrare nei giardini di Augusto, come sempre chiusi all'imbrunire, i due hanno dovuto scavalcare una cancellata e inoltrarsi nel buio della notte. Ed è stato a questo pun to che quell'uomo così affabile e gentile si è trasformato in uno stupratore. Jane ha raccontato agli agenti di essere stata minacciata e costretta a stendersi su una panchina. Dopo essere stata violentata è riuscita a divincolarsi e a fug gire verso l'albergo: è corsa fra le braccia dei genitori, ai quali ha raccontato l'aggressione subita. L'ultimo atto si è svolto nel commissariato di polizia, dove Jane, accompagnata dal padre, ha raccontato al commissario l'incubo di cui è stata protagonista e vittima. Ha anche fornito una piccola traccia agli investigatori: «Quell'uomo mi ha detto di chiamarsi Tony... Sì, Tonino». Il nome e una descrizione molto dettagliata dell'aggressore hanno consentito agli investigatori di identificare Antonino Mazzola, bloccato mentre rientrava nell'albergo in cui lavora. Jane lo ha riconosciuto immediatamente: dopo averlo fissato in silenzio per pochi secondi, ha chinato il capo in segno affermativo e poi è scoppiata a piangere. Per Mazzola si sono spalancate le porte del carcere, in attesa dell'interrogatorio da parte del magistrato che deciderà se convalidare il fermo per violenza sessuale. Jane e i suoi genitori hanno fatto le valigie e abbandonato in gran fretta l'isola, non prima di avere manifestato la loro indignazione per quanto è accaduto. Preoccupato per gli effetti negativi che questa brutta storia può provocare all'immagine di Capri, il sindaco Costantino Federico si è detto costernato per l'accaduto: «Anche se c'è un'indagine in corso e molti aspetti della vicenda devono ancora essere chiariti, vorrei dire a nome di tutta la comunità che sono estremamente dispiaciuto. Sarà mia cura prendere contatto con la famiglia di Jane e invitarla a Capri, sperando in una sua riconciliazione con quest'isola mera vigliosa». Affrontando il problema dell'ordine pubblico, Federico dice di essere «un accanito sostenitore dell'attribuzione al sindaco di poteri in materia di polizia giudiziaria». [f. mìl.] La piazzetta di Capri, il simbolo della città campana

Persone citate: Antonino Mazzola, Costantino Federico, Mazzola

Luoghi citati: Capri, Napoli