Dini ricuce con Zeroual «Aiuti e fiducia ad Algeri» di Maurizio Molinari

Dini ricuce con Zeroual «Aiuti e fiducia ad Algeri» Vicini a un accordo suU'immigrazione Dini ricuce con Zeroual «Aiuti e fiducia ad Algeri» E prende le distanze da Sant'Egidio «Non esiste diplomazia parallela» ALGERI Il ministro LambDAL NOSTRO INVIATO Lamberto Dini ricuce i rapporti con l'Algeria di Zeroual e pone le premesse per un rilancio dei rapporti economici bilaterali, escludendo del tutto un futuro impegno di Sant'Egidio nel martoriato Paese del Maghreb. Il ministro degli Esteri negli incontri avuti con il presidente Liamine Zeroual, il premier Ahmed Ouyahia ed il collega Ahmet Attaf ha espresso «fiducia» per gli sforzi in atto «per il pluralismo, i diritti umani, le riforme economiche e contro il terrorismo» chiudendo un periodo di polemiche fra le due capitali con tanto di incidenti diplomatici. A conferma della nuova atmosfera, sugellata dalla stretta di mano con Zeroual nel palazzo presidenziale, il capo della Farnesina ha preso le distanze dalle posizioni della Comunità di Sant'Egidio favorevole ad una politica di «ingerenza umanitaria» nella crisi algerina. «Non c'è alcun legame fra il governo e Sant'Egidio e la loro iniziativa di Roma presa a suo tempo in buona fede, comunque poi è fallita, non ha avuto seguito e posso affermare che non ne avrà in futuro» ha detto a chiare lettere il capo della Farnesina. Sant'Egido insomma «non ha programmi sull'Algeria» perché «non ci sono le premesse per una diplomazia parallela»: un annuncio che assume un valore particolare perchè secondo fonti diplomatiche vi sarebbero stati contatti diretti nei giorni scorsi tra la Farnesina e l'«Onu di Trastevere». Ciò non significa che l'Italia rimanga indifferente davanti ai massacri di civili ma la scelta delle nostre feluche è sostenere la linea scelta da Zeroual prima con le «progressive riforme politiche ed economiche» e quindi con ^(importante invito ad una missione dell'Onu a visitare il Paese dal prossimo 22 luglio». Di questi argomenti Dini ha discusso, durante un pran¬ erto Din zo nella residenza dell'ambasciatore, con il vescovo Hensi Teisser e rappresentanti politici sia della maggioranza che dell'opposizione, inclusi socialisti, trockisti e islamici «moderati» di Hamas. «Mi hanno confermato - racconta Dini - che molti diritti elementari sono ancora violati e che resta molto da fare per il pieno rispetto dei diritti civili». Insomma «la situazione in Algeri è meno peggio di quanto appare dai giornali e dai resoconti diplomatici». Così, dopo gli accordi con Iran e Libia «è ora di riprendere il dialogo con Algeri» come ulteriore passo per «la stabilità del Mediterraneo nella cornice del processo di Barcellona» e l'Italia si è impegnata a favorire a tal fine la ripresa del negoziato a Bruxelles per il trattato di associazione con l'Ue ed anche ad accorciare i tempi per la ripresa dei voli delì'Alitalia, un passo simbolico a cui il presidente Zeroual tiene molto. Nei colloqui si è discusso della lotta ai clandestini e Attaf si è detto favorevole a siglare con l'Italia un «accordo di riammissione» simile a quello già esistente con la Spagna. La ricucitura politica di Dini, accompagnato da un'alta delegazione della Farnesina, è stata definita dall'algerino Attaf «il superamento della fase di stagnazione bilaterale e il primo passo necessario per il rilancio dei rapporti bilaterali». Dopo la riapertura dell'ufficio Ice, il negoziato fra i due Paesi guarda in primo luogo alla necesstà di siglare con la Sace l'ancora mancante accordo sulla promozione e protezione degli investimenti, per poi poter aprire il mercato algerino alle piccole e medie aziende. Vi sono poi i «due grandi progetti» che Dini vorrebbe presto veder «definiti»: il raddoppio del gasdotto dell'Eni e l'attivazione dello stabilimento Fiat di Tiaret «sul quale è in atto una riflessione per rendere più competitivo il prodotto». Maurizio Molinari Il ministro Lamberto Din