Londra, col kit fai-da-te la prova della paternità
Londra, col kit fai-da-te la prova della paternità Deputati e medici: rovinerà le famiglie Londra, col kit fai-da-te la prova della paternità Test del Dna con un facile prelievo di saliva dal figlio e dal genitore LONDRA. Volete la certezza che i figli siano proprio vostri e non soltanto di vostra moglie? Un kit fai-da-te, appena messo in vendita nel Regno Unito, promette una rapida verifica di paternità alla portata di chiunque: tramite un tampone da infilare in bocca. Ma sono subito scoppiate le polemiche. C'è chi teme che si tratti di un diabolico aggeggio rovina-famiglie, di un grosso pericolo per l'ordine sociale. Il kit (già disponibile da tempo in Usa) è venuto alla ribalta in Gran Bretagna con l'inevitabile corredo di controversie perchè una ditta del Kent - la Dna Testing Agency - ha cominciato a reclamizzarlo sulle pagine di qualche giornale. Non è forse magnifico che un test così delicato sia adesso effettuabile in casa senza nemmeno bisogno di un prelievo di sangue? E la comodità di procedere all'insaputa della mamma che, come dicevano i latini, tra i due genitori è l'unica «sempre certa»? Come «target» della pubblicità sono stati scelti tutti quegli uomini con «aleggianti dubbi» sulla prole. Pagate dunque 298 sterline (circa novecentomila lire), o voi «curiosi, sospettosi o increduli che desiderate la pace dello spirito». Adesso «potete condurre accertamenti di paternità nel conforto delle quattro mura». Come si esegue? Semplice, si apre la bocca del figlio di incerta provenienza, si infila un tampone di cotone in modo che venga raccolta qualche cellula della guancia interna ed è fatta. Basta inviare questo tampone e un altro analogo tampone con le cellule paterne alla «Dna Testing Agency» per i do¬ vuti esami di riscontro genetico e in cinque settimane al massimo saprete, nel massimo della riservatezza. Negli Stati Uniti servizi di questo tipo basati sull'analisi del Dna hanno conosciuto ultimamente un grosso boom, i test sono ormai nell'ordine delle decine di migliaia all'anno ma da questa parte dell'Atlantico la novità fa scandalo. Il deputato laborista David Hinchliffe, presidente della commissione Sanità ai Comuni, è insorto e ne ha chiesto ieri la messa al bando. «I padri - ha denunciato - vengono istigati a fare i test senza tener conto dei sentimenti dei bambini o senza discussioni con le madri. Le conseguenze potrebbero essere gravi. Ci sono rapporti di coppia che sarebbero danneggiati o distrutti. Alla fine ne soffriranno soprattutto i bambini». Il deputato ha chiesto un intervento censorio del ministero della Sanità e ha auspicato «nuove direttive sull'uso non-medico del Dna». Perplesso anche sir Colin Campbell, presidente della commissione consultiva sulla genetica umana. A suo giudizio sono tanti, troppi gli interrogativi suscitati dal kit: «Perché qualcuno dovrebbe fare il test? In consultazione con chi? La madre biologica ha o no il diritto di saperlo? E ci dovrebbe essere o no il consenso del figlio?». Campbell ha anche dubbi sulla piena affidabilità tecnica dell'esame. Questi dubbi sono condivisi dal professor Martin Richards, direttore di un centro-studi sulla famiglia all'università di Cambridge, a detta del quale però non si può negare a nessuno «l'accesso alla verità». [Ansa]
Persone citate: Colin Campbell, David Hinchliffe, Martin Richards, Semplice
Luoghi citati: Cambridge, Gran Bretagna, Londra, Regno Unito, Stati Uniti, Usa
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