Berlusconi, due condanne in sette giorni

Berlusconi, due condanne in sette giorni Pene pesanti anche per i manager Fininvest Foscale e Vanoni, e per il braccio destro di Craxi, Giallombardo Berlusconi, due condanne in sette giorni Ali Iberian: il tribunale accoglie le tesi delpm MELANO. Silvio Berlusconi e Bettino Craxi condannati insieme per illecito finanziamento ai partiti. Lo ha deciso ieri il tribunale di Milano al termine della prima parte del processo chiamato Ali Iberian, dal nome della società del gruppo Fininvest da cui partirono oltre venti miliardi finiti - ha stabilito la sentenza - sui conti esteri dell'ex segretario del psi. Silvio Berlusconi è stato condannato a due anni e quattro mesi di reclusione, più una multa di dieci miliardi: due mesi e due miliardi di meno rispètto a quanto aveva chiesto il pm Francesco Greco. Unajiduzione che si spiega con il fatto che una parte di quel finanziamento (quattro miliardi, risalente all'inizio del '91) è stato giudicato prescritto. Per Craxi, invece, la condanna è stata superiore a quella richiesta dal pm: 4 anni e 20 miliardi di multa (Greco aveva proposto 15 miliardi). L'elenco delle condanne prosegue con Giancarlo Foscale (un anno e nove mesi e otto miliardi di multa), Giorgio Vanoni (nove mesi e cinque miliardi), Mauro Giallombardo (un anno e 400 milioni) e Miguel Villado (due anni e sei mesi). Foscale, cugino di Berlusconi ed ex presidente della Standa, viene indicato nei documenti bancari come il beneficiario di Ali Iberian; Vanoni era il responsabile del comparto estero della Fininvest; Giallombardo era il segretario particolare di Craxi. Infine Villado, uomo d'affari messicano, è stato colui che ha aiutato Maurizio Raggio a «disperdere» i miliardi che si trovavano sui conti svizzeri di Craxi. Il presidente Marco Ghezzi non ha letto però solo un elenco di condannati. Ci sono stati degli assolti, a cominciare da due importanti manager Fininvest quali Ubaldo Livolsi e Alfredo Zuccotti: «Non hanno commesso il fatto», ha stabilito il tribunale. Assolti anche il fratello di Craxi, Antonio, la sua compagna Sylvie Sarda e Anja Pieroni, già proprietaria una televisione privata romana e grande amica di Bettino: «Non costituisce reato» l'aver ricevuto soldi e doni dall'ex segretario del psi; i giudici hanno evidentemente ritenuto che non conoscessero la provenienza illecita di quelle regalie. Breve la lettura della sentenza, dopo una camera di consiglio durata l'intera mattinata. Interrotta solo a un certo punto dal presidente Ghezzi infastidito dai continui squilli nell'aula: «Ma almeno spegnete quei telefonini». La battuta è stata ieri l'unica nota di colore, in un processo che però ne ha viste davvero di tutti i colori. A cominciare da gennaio di quest'anno, quando i legali di quattro imputati chiedono al presidente Ghezzi di astenersi: la sua colpa, aver fatto parecchio tempo prima richiesta per essere trasferito alla procura. Il Csm accoglie questa richiesta, gli avvocati insorgono e Ghezzi «per eliminare in radice ogni polemica» rinuncia al trasferimento. Poi in giugno, quando ormai j sono in programma le ultime arringhe della difesa, la divisione in due del processo per per- mettere alla Fininvest di costituirsi parte civile (sul falso in bilancio si discuterà a partire fldal 27 ottobre). Infine, giovedì scorso, l'ultima mossa della difesa con la richiesta di acquisire un'intervista del produttore tunisino Taraq Ben Animar il quale sostiene che i soldi finirono sui conti di Craxi quale restituzione di un finanziamento all'Olp, l'Organizzazione per la liberazione della Palestina. A parte le iniziative dell'ultimo minuto, dagli interrogatori non è venuto nessun colpo di scena. E' un processo, infatti, che si è fatto futto su documenti contabili. E' sulle carte infatti che la procura milanese, che insegue i rivoli in cui si è diviso il «tesoro» estero di Bettino Craxi (quasi quaranta miliardi di lire), si imbatte nel nome Ali Iberian. E' dalle carte, custodite nello studio dell'avvocato inglese David Mills, che scopre che questa società fa parte della Fininvest. E' ancora dalle carte delle banche svizzere che emerge un finanziamento assai più consistente di quello inizialmente scoperto: ventidue miliardi, di cui gli ultimi due in piena Tangentopoli (autunno '92). Giorgio Tradati, amico d'infanzia e primo prestanome di Bettino Craxi; Maurizio Raggio che gli è succeduto nel compito; l'avvocato Mills; funzionari di banche e di società di revisione dei bilanci: sono stati questi i testimoni più importanti. Nessuno importante però come quella massa di migliaia di documenti contabili che hanno permesso di ricostruire giri di denaro miliardari, ove si mescolavano patri¬ moni personali (tra cui i famosi libretti al portatore di Silvio Berlusconi) e bilanci ufficiali; affidamenti a dieci zeri a società off shore sparse in mezzo mondo e «spesucce» di qualche decina di milioni. Carta dopo carta, quei movimenti di denaro sono emersi, nella ricostruzione della procura, come una violazione di legge. Il tribunale ha fatto propria questa ricostruzione e ha comminato le condanne conseguenti. Susanna Marzolla Tangenti sui conti esteri del Psi Due anni, 4 mesi e una megamulta da 10 miliardi al leader del Polo 4 anni e 20 miliardi all'ex segretario socialista L'ACCUSA. Illecito finanziamento oi parliti per aver versato venti miliardi attraverso la società AH Iberian all'ex segretario del psi Betti Ci si e 4 milGiorgio 2 miliardAssoiti; Ado Livolsifd Z Nelle foto in alto l'aula del tribunale al momento della lettura della sentenza A destra Silvio Berlusconi Qui sopra il presidente della seconda sezione penale Marco Ghezzi Sotto il corteo in piazza Duomo

Luoghi citati: Milano, Palestina