Azzurri, la protesta in piazza

Azzurri, la protesta in piazza Azzurri, la protesta in piazza Ma schierano poche centinaia di fedelissimi LA REAZIONE MANIFESTAZIONI IN TUTTA ITALIA E ROMA pensare che era da giorni che Forza Italia andava organizzando queste manifestazioni «spontanee» in vista della sentenza «Ali Iberian». Ma promuovere moti di piazza sotto sembianze di iniziative dettate dall'impulso del momento non deve essere la speciabtà del movimento di Silvio Berlusconi. Nelle città italiane dove i forzitalisti sono scesi muniti di slogan, bandiere e gadget non si è raggiunto nemmeno lontanamente il pienone. Non a Napoli, né a Bologna, o a Pescara, L'Aquila, Potenza, Genova, Palermo e Torino, e, tanto meno, a Roma e Milano. Alle manifestazioni particolarmente riuscite hanno partecipato al massimo 500 persone. Nella capitale si radunano in 300 per dirigersi alla Camera dei deputati con striscioni e megafoni. Bandiere di Forza Italia, molte; bandiere del Ccd, alcune; bandiere di Alleanza nazionale, nemmeno l'ombra. Imbarazzo di An? Chissà. Il commissario del partito a Roma, Francesco Storace, in piazza Montecitorio, sembra seccato per questa estemporaneità male organizzata: parla ad alta voce, poi si allontana, lasciando la scena al collega Domenico Gramazio, detto «er Pinguino», che si esibisce in un'invettiva contro i «communisti». Marco Follini, del Ccd, guarda la scena che ha davanti agli occhi con un sorriso. L'assenza dei «colori» di Alleanza nazionale si nota, in quella piccola folla che davanti alla Camera ruba la scena alla manifestazione di protesta degli insegnanti precari. Gli slogan non sono molti: a un certo punto qualcuno irrompe in un «Silvio, hip hip hurrà», il cui significato, essendo il compleanno del Cavaliere lontano, sfugge ai più. A piazza Montecitorio Antonio Tajani, europarlamentare di Fi, esponente di spicco del movimento azzurro capitolino, guarda i manifestanti e dice: «Sono 1000». Ma è l'unico ad avventurarsi in calcoli così ottimistici, perché anche i suoi colleghi di partito non si spingono fin lì. Svariate centinaia di chilometri più a Nord, a Milano, la scena non è poi tanto diversa da quella a cui si assiste davanti alla Camera dei deputati. I manifestanti sono 150, uno più uno meno. Aprono la testa del corteo in miniatura un furgoncino e lo striscione con la scritta: «Obiettivo Borrelli: colpire Berlusconi e distruggere Forza Italia». Davanti a tutti spicca la rossa Tiziana Maiolo, che canta a squarciagola l'inno di Forza Italia. Gli «azzurri» sono diretti al Palazzo di Giustizia e per strada raccolgono qualche insulto. «A San Vittore», urlano da un autobus. Dalle finestre di un ufficio lì vicino, invece, è stato appeso uno striscione con una scritta inequivocabile: «Ergastolo». A Milano, comunque, An è più generosa con gh' alleati forzitalisti. Ignazio La Russa, gran capo del partito meneghino, pur non partecipando al corteo, lo attende ai bordi della strada, e poi prende parte alla manifestazione di protesta contro la procura. Lo slogan più gettonato, com'è ovvio, riguarda il pool di Mani pulite e recita così: «Colombo, Di Pietro, Borrelli, i comunisti sono sempre quelli». Nel capoluogo lombardo c'è meno gente rispetto a Roma, ma Berlusconi riceve un omaggio tutto particolare dalla «sua» città: il Consiglio comunale viene sospeso e i rappresentanti polisti raggiungono i manifestanti davanti al Palazzo di Giustizia. Per dare un tocco inconsueto al tutto, il corteo termina a piazza Fontana, dove Tiziana Maiolo improvvisa un discorso alquanto insolito per una manifestazione del centro-destra: «Siamo - urla la deputata di Fi i in una piazza che è un simbolo di Milano. Qui è stata aperta una ferita e la magistratura deve fare ancora luce su questa vicenda. Vogliamo che venga fatta chiarezza su questo, come su Tangentopoli». Non tutti approvano, ma i più (i manifestanti sono ormai diventati 300) applaudono. Gianni Pilo - in piazza a Bologna - spiega che la manifestazione è stata espressione dell'«anima movimentista» di Fi, «una iniziativa spontanea di gente indignata che non abbiamo neppure dovuto organizzare». A Torino gli «azzurri» scelgono la sede della Rai, per la loro protesta. Il coordinatore di Fi in Piemonte Roberto Rosso spiega: «Non abbiamo voluto andare davanti al Palazzo di giustizia perché non vogliamo generalizzare le nostre accuse nei confronti dei magistrati». Quindi annuncia che proporrà ai suoi colleghi parlamentari di dimettersi in massa. Ma non è tempo di Aventino, dalle parti del Polo. Non è nemmeno tempo di grandi folle, e maggioranza e governo tirano un sospiro di sollievo: per Walter Veltroni questo insuccesso di pubblico è il segno evidente che la tesi berlusconiana del complotto non fa proseliti. Maria Teresa Meli Centocinquanta a Milano In piazza Fontana la Maiolo e uno slogan: «Colombo, urla: «Vogliamo che venga fatta Di Pietro, Borrelli, i comunisti chiarezza su questa strage, sono sempre quelli» come su Tangentopoli» Q' jdGAlmdiM Qui accanto ' jV'pfesicle'nèe diAn Gianfranco A centro pagina ' la manifestazione di Forza Italia in piazza * Montecitorio