Berlino, ultimi fuochi d'amore

Berlino, ultimi fuochi d'amore REPORTAGE IL CARNEVALE DELLA LOVE PARADE Uragani di note, corpi colorati, la techno ballata come una samba Berlino, ultimi fuochi d'amore Un milione di ravers ha stordito la città BERLINO DAL NOSTRO INVIATO Hanno preso Berlino stordendola con uragani di note a tutto volume da migliaia di amplificatori e di radio, e se ne sono andati in tranquillità perfetta. Erano un milione di «ravers», di giovani festaioli in vena di ballo e di sballo, coloratissimi e allegri. Una marea da far paura. Ma tutti coscienziosi, obbedienti alle parole d'ordine piovutegli addosso d'ogni parte: rispetta gli altri, ama gli alberi del parco Tiergarten che ci ospita, non lasciar tracce di te di nessun tipo. E così è stato, o quasi. Nessuna lordura, nessuna violenza seria; soltanto qualche scazzottata e qualche svenimento per stanchezza o per troppa birra e troppe pasticche. Poi via, da sabato notte i «ravers» hanno cominciato a rientrare a casa, in Germania, in Francia, in tutto il Nord Europa. Ieri erano rimasti numerosi fuochi, centri sonori attivi, discoteche e club; piano piano si sono spenti pure quelli. Il più bizzarro, il più lunare club era accanto alla Potsdamer Platz, il Tresor, incassato in mezzo a cantieri folti di gru e caterpillar: laggiù in fondo, migliaia e migliaia di ragazzi stavano immobili come in trance a prendersi le bordate di martellante musica techno sullo stomaco, perché non è l'orecchio né la testa a farsi coinvolgere dalla techno ma la pancia, le viscere, è lì che nasce lo stupore, l'intontimento febee, oppure accennavano ondeggiamenti vaghi del busto in una danza minima. In alto, sulle montagnette di terra scavata e accumulata e sui tetti dei bunker, anime isolate o in gruppo levavano le braccia al venire della musica in un sole tiepido, dopo le nuvole e il vento della notte e dell'intero sabato. Sabato è stato il giorno magico della Love Parade. Giunta alla dècima edizione, essa incanta ancora folle sterminate di giovani. Vengono per divertirsi, solo per divertirsi. Divertimento è l'unica parola che hanno in bocca. Ecco Gregor, 22 anni, di Coblenza, operaio, che alle tre di sabato notte va a prendere il treno in un torrente di folla lungo la Budapester Strasse: «Mi aspetta la mia ragazza e devo tornare in fabbrica. No, qui il sesso non frega niente a nessuno. Se viene, okay, evviva, ma chi lo cerca? Ci basta ballare, guardarci, sentirci vicini». Lo stesso dice Sasza, operaio di Stoccarda, e lo stesso dicono Dirk e Simone, bellissima ragazza bionda in bikini verde fosforescente nel buio un po' freddo, contenta di essere stata ripresa a lungo dalle telecamere di Bl, una delle numerose tv che hanno sponsorizzato la manife stazione insieme con industrie di dischi, profumi e abbighamento La Love Parade è ormai un business di ridevo. Riversa in poche ore su Berlino più di duecento miliardi di lire. Love Parade, parata, sfilata dell'amore nel Tiergarten lungo la Strasse des 17 Juni, un vialone di più di due chilometri che va dalla Porta di Brandeburgo alla Ernst-Reuter Platz. In mezzo, a dividere in due il vialone, sta l'Angelo d'Oro, la colonna della Siegessaule, che ricorda la vittoria su Napoleone III. Qui i carri, i 46 camion-spettacolo, sono avanzati con musica techno sabato pomeriggio solcando il milione di ragazzi in festa ordì natissima. Adesso questa Love Parade la copieranno in altre città tedesche e il 19 settembre debutterà a Parigi, con l'avallo entusiastico dell'onnipresente Jack Lang, l'ex ministro della Cultura di Mitterrand. L'idea funziona ottimamente, dando pure ai giovani intenti e slogan di pace, di fratellanza. Quello di quest'anno era «Un solo mondo, un solo futuro», con cui non s'è voluto affatto inneggiare al cosiddetto «pensiero unico», ci mancherebbe, proiettando un destino a una sola dimensione, ma al contrario far risaltare ogni differenza e libertà: questo mondo è in comune, nessuno deve imporsi. E tuttavia non mancano contestazioni: la Love Parade è diventata troppo commerciale, sa di buonismo, di impegno superficiale, caramelloso. Questa l'accusa. Serpeggiano frange, movimentini di dissenso. Ma nulla di corposo, La prima mente della Love Parade, il suo inventore, il fantomatico Dr. Motte, un dj dall'aspetto ascetico, tira dritto. E con lui la società organizzatrice, la Planetcom. «Ora devIl sesso? QNessunoguardarc La Love Parade è un fenomeno che piace dunque così, anche se con gli anni s'è sempre più trasformata in una specie di Carnevale di Rio, dove il sambodromo è diventato un technodromo. Difatti la techno la ballano quasi come fosse una samba, una samba schizzata, frantumata nel delirio elettronico di un'immensa discoteca a cielo aperto, che comincia dalla maestosa Porta di Brandeburgo e da lì poi sciama nella notte in centinaia e centinaia di luoghi e locali. Ovunque s'ode la techno. E' come se l'intera città diventasse un'unica discoteca, un inizio di mondo all'insegna della dimensione estetica, dei sensi, non più della ragione e dell'utile. Dioniso, non Apollo, e neanche Mercurio, è il dio che vince. Il suono è la prima arma del sogno estetico in questo milione di giovanotti. La techno riproduce il battito del cuore, è una sorta di respiro primario, d'ipnotico lampeggiamento fonico dove ci si perde tutti insieme. «Sono solo, ma sto con tutti», dice Plinius, 18 anni, lattaio a Lipsia. E la techno cambia, assume persino colori di nenie arabe, orientaleggianti. A volte sembra una techno-zen, dove la techno vibra d'echi che portano sia il Gange sia il Fujiama, e n ie lentezze, ie Ragazzi e gocce sonore di sn vengoaggredite tipo zen vengo- tinteggiatno aggredite • « i idalia furil eiet- inciso daltronica, occi- t • Jdentale. Nessun da incredgiovane si sente violentato. «Io Allah non lo perdo», esulta Selma, una ragazza turca che tutta sabato notte ha ballato davanti alla caffetteria del padre sulla Kurfuersterdamm. Attorno a lei un gruppo di tedeschi l'applaudiva a modo suo, soffiando su acutissimi e dannatissimi fischietti. La seconda arma a cui ricorrono i giovani per trasportare il mondo, almeno per un po', nel regno estetico, persino carnevalesco, è il loro stesso corpo, un corpo tinteggiato da tatuaggi e vernici, inciso dal piercing, sovrastato da capelli indicibili. Incantevole è il capo di Oliver, studente a Eupen, Belgio: sembra il giardino di Boboli, con aiole, cespugli, colline. Il look è un fuoco d'artificio, una citazione e un'invenzione continue, mia vera arte da strada, quella che incantava Versace. Il cappello più visto nelle ragazze è un'alta costruzione fiamminga alla Van Eyck, nei ragazzi è il berretto a sonagli degli antichi giullari. Davvero punk e skinhead non abitano alla Love Parade. Neanche tipi duri alla «Trainspotting». Qui domina il neo-hippismo. Qui suona, o fischia, Amore. Claudio Altarocca Se ne sono andati in perfetta tranquillità obbedendo alle parole d'ordine: rispettare gli altri, gli alberi, non sporcare Nessuna violenza seria, solo qualche scazzottata e svenimento per stanchezza o per troppe birre bevute o pasticche «Ora devo tornare in fabbrica Il sesso? Qui non interessa Nessuno lo cerca, basta ballare guardarci, sentirci vicini» n Ragazzi e ragazze col corpo tinteggiato da tatuaggi e vernici • « i i • • . . inciso dal piercing, sovrastato t • J«i»l« il» da incredibili Capelli Berlino, la danza di una coppia techno ingabbiata tra la folla della Love Parade Il servizio di nettezza urbana ripulisce il viale che porta alla Colonna della vittoria.

Persone citate: Claudio Altarocca, Jack Lang, Mitterrand, Motte, Napoleone Iii, Ragazzi, Versace