Dini volta pagina in Algeria di Maurizio Molinari

Dini volta pagina in Algeria «Sono qui per superare le incomprensioni con l'Ue sui diritti umani» Dini volta pagina in Algeria Rapporti ricuciti in 24 ore ALGERI DAL NOSTRO INVIATO Il ministro degli Esteri, Lamberto Dini, è da ieri sera in Algeria per una visita-lampo di 24 ore che si propone di «superare le incomprensioni sul rispetto dei diritti umani e civili» fra Unione europea e il Paese maghrebino e di rilanciare gli scambi bilaterali, che registrano un pesante passivo per il nostro Paese a causa delle importazioni di energia. «Sono venuto per verificare se la situazione è così brutta come sembra - ha dichiarato Dini all'arrivo - e quindi se si possono rafforzare i rapporti fra Algeria e Unione europea, tramite contatti diretti che la presidenza di turno austriaca ha dichiarato di voler rilanciare». Per Dini «questo è un Paese chiave per la stabilità del Mediterraneo, come lo è la Libia, l'Iran e dovrebbe esserlo in Medio Oriente» e «compito dell'Italia è di operare per lì dove ci sono focolai da spegnere». La decisione di rilanciare i rapporti con l'Algeria «maturata da tempo» è stata ieri sera salutata con favore dal ministro degli Esteri algerino, Ahmed Attaf, ed oggi sarà l'oggetto degli «approfondimenti sulla situazione interna» fra Dini ed i suoi interlocutori, a cominciare dal presidente Liamine Zeroual. Per Dini «la situazione è propizia» anche perché «Algeri ha invitato a visitare il Paese una missione di saggi dell'Onu» - guidata dal portoghese Mario Soares - che poi farà un rapporto scritto al segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan. «Bisogna capire cosa avviene veramente in questo Paese» ha sottolineato Dini, parlando di una «democrazia guidata» dove «ci sono le elezioni» ma «non c'è piena libertà di associazione politica e di informazione». La cautela del tono del capo della Farnesina sulla situazione interna algerina - ha evitato di far riferimento al principio dell'ingerenza umanitaria che ha già fatto falire la missione della troika Ue - non toglie tuttavia nulla alla scelta dell'apertura politica nei confronti di Zeroual. Secondo le nostre feluche infatti recentemente «vi sono stati segnali di apertura su temi sensibili come i diritti umani» e «verso i settori mode- rati dell'opposizione integralista». Anche la decisione di Algeri sull'applicazione della legge sulla «arabizzazione» - che ha sollevato violenti proteste fra i berberi della Cabilia - viene considerata dalla Farnesina un «provvedimento analogo a quelli di altri Paesi del Maghreb usciti da un'esperienza coloniale ed alla ricerca di un'identità legata alla lingua». L'apertura a Zeroual ed alla sua «democrazia guidata» vuole essere anche un «nuovo punto di inizio per i rapporti bilaterali». «L'Italia non ha fatto molto per l'Algeria» afferma Dini che si presenta con un pacchetto di proposte per «rilanciare la cooperazione economica», al fine di bilanciare un deficit, dovuto alle importazioni di gas e greggio, con l'aumento delle nostre esportazioni, soprattutto grazie ad un «rilancio dell'impegno di piccole e medie aziende». «Ho parlato anche con i dirigenti Fiat - ha aggiunto infine il ministro degli Esteri - affinché appena le condizioni lo permetteranno venga dato il via all'attivazione dello stabilimento di Tiaret». Fra gli argomenti in agenda nei colloqui di oggi anche la col¬ laborazione nella lotta contro l'immigrazione clandestina. Visto che l'Italia sta diventando sempre più un corridoio di transito per gli illegali algerini diretti verso l'Europa centrale, Roma vuole avviare un negoziato con Algeri per siglare un accordo di «riammissione» simile a quelli già esistenti con altri Paesi del Mediterraneo e dell'Europa dell'Est, in forza del quale i clandestini, una volta bloccati, possono essere rinviati al Paese di ultima provenienza. Maurizio Molinari Proposte di rilancio del nostro export per bilanciare gas e petrolio Roma chiede più collaborazione nel controllo dell'immigrazione Il ministro degli Esteri Lamberto Dini