PREMIER SCONFITTO di Aldo Rizzo

PREMIER SCONFITTO ^mmmiM PREMIER SCONFITTO «esploso^, in un contesto asiatico già scosso da una serie di crisi gravi, dalla Thailandia alla Corea del Sud e all'Indonesia. L'economia giapponese, da sola, ha tuttora una forza pari a quella del resto dell'Asia, a parte la Cina. Se essa dovesse crollare, le conseguenze sarebbero semplicemente catastrofiche in tutto i! continente, e l'onda d'urto arriverebbe inevitabilmente anche in America e in Europa. Quanto alla Cina, essa ha preso l'impegno di non svalutare la sua moneta, ma l'impegno vale fino a un certo punto. E comunque l'«alleanza strategica» stretta di recente tra Clinton e Jiang Zemin, nonostante le assicurazioni fornite a Tokyo, è un altro motivo di frustrazione per i giapponesi, finora pilastro della politica americana in Asia. Si dice globalizzazione e sembra uno slogan, ma la realtà è che l'interdipendenza su scala planetaria dei fenomeni economico-politici è un dato ormai ineludibile. La stessa Cina, se intende proseguire una linea di sviluppo, dovrebbe avere interesse a non approfittare della crisi giapponese, e ancor più a non aggravarla, perché le conseguenze negative ricadrebbero su tutti. A maggior ragione l'Occidente deve fare quanto è in suo potere per aiutare il Giappone a risollevarsi. Certo, il fardello dell'Occidente, e in primo luogo degli Stati Uniti, è sempre più pesante. Basti pensare a quell'altro gigante malato che è la Russia, bisognosa di cure ancora più urgenti, se è possibile. E tuttavia, ancora, non si tratta di essere buoni o indulgenti, ma di avere una visione ampia degli interessi in gioco. E' chiaro comunque che il malato deve fare la sua parte. Tornando al Giappone, esso ha davanti a sé due compiti imprescindibili. Uno è una linea economica finalmente coraggiosa, di risanamento del sistema finanziario, di riduzione fiscale e di stimolo dei consumi interni, senza affidarsi esclusivamente alle esportazioni. L'altro riguarda il sistema politico propriamente detto, cioè un ricambio della classe dirigente e delle sue regole di governo. Un segnale incoraggiante viene dal successo del Partito democratico di Naoto Kan, un personaggio già distintosi nella lotta alla corruzione e che ora dice di voler costruire un'alternativa politica ispirandosi all'esperienza italiana dell'Ulivo e a quella britannica di Tony Blair. Per ora è solo una scommessa, ma che comunque un cambiamento in Giappone ci sia, è interesse non solo dei giapponesi, ma del «villaggio globale» che li comprende. Aldo Rizzo

Persone citate: Clinton, Jiang Zemin, Naoto Kan, Tony Blair