Per la ricerca scientifica è l'ora della rivoluzione

Per la ricerca scientifica è l'ora della rivoluzione ANALISI Per la ricerca scientifica è l'ora della rivoluzione IN sordina, e senza che sia stata accompagnata da un dibattito e da un'informazione di ampiezza adeguata, sta per essere attuata la rivoluzione copernicana del sistema della ricerca scientifica italiana. E' infatti stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 1° luglio, ed entrerà quindi in vigore il prossimo 16 luglio, il decreto legislativo n. 204 che contiene le nuove disposizioni per il coordinamento e la valutazione della politica nazionale relativa alla ricerca scientifica e tecnologica. In virtù di esso, e per la prima volta nella sua storia, il nostro Paese si doterà di un Programma nazionale per la ricerca (Pnr), di durata triennale e annualmente aggiornato, che sarà approvato dal Cipe e che definirà gli obiettivi generali e le modalità di attuazione di tutti gli interventi di politica scientifica, a partire da quelli di particolare rilevanza strategica che saranno finanziati con un apposito Fondo speciale per la ricerca. Ma non è in questo che consiste la rivoluzione. Con il Pnr il nostro Paese si dota soltanto, e con enorme ritardo, di uno strumento di cui dispongono tutti i Paesi scientificamente avanzati, e c'è da sperare che, con la sua prima approvazione, la quota di Pil investita in ricerca scientifica, che oggi non raggiunge nemmeno la metà di quella della Francia e della Germania, venga finalmente adeguata alla media europea. La vera rivoluzione copernicana sta invece nel fatto che l'intera gestione organizzativa e finanziaria della ricerca, che era finora stata demandata a organismi eletti dalla comunità scientifica nazionale, quali il Consiglio nazionale della Scienza e della Tecnica o i Comitati nazionali disciplinari del Cnr, saia d'ora m avanti interamente affidata a un Comitato di esperti per la politica della ricerca (Cepr) «composto da non più di nove membri nominati dal presiden¬ te del Consiglio su proposta del ministro dell'Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica, scelti tra personalità di alta qualificazione del mondo scientifico, tecnologico, produttivo e delle parti sociali, assicurando l'apporto di competenze diverse». La comunità scientifica nazionale eleggerà i Consigli scientifici nazionali che, integrati da rappresentanti della società civile, costituiranno l'Assemblea della Scienza e della Tecnologia, ma il loro ruolo sarà esclusivamente consultivo in vista della formulazione del Pnr e di una eventuale attività di consulenza nei confronti del Cipe, delle Amministrazioni pubbliche e degli enti di ricerca. Si tratta di una brusca transizione dalla democrazia parlamentare al dispotismo illuminato, probabilmente obbligata, vista l'impossibilità con il sistema attualmente in vigore di dare coerenza ed efficacia agli interventi di politica scientifica, ma densa di incognite e di rischi per il futuro. Molto, se non tutto, dipenderà dalle scelte che il presidente Prodi si appresta a fare all'interno della rosa di possibili membri del Cepr che il ministro Berlinguer sta predisponendo e che presto gli sottoporrà. E' indispensabile che le personalità scelte abbiano una qualificazione scientifica internazionale assolutamente indiscutibile e che siano rappresentative di tutte le discipline, nessuna esclusa, al fine di evitare che le lobbies più potenti schiaccino con il loro peso i settori più deboli, vanificando così irrimediabilmente gli aspetti positivi delle novità introdotte, e anzi peggiorando gli squilibri e le inefficienze della situazione attuale. La posta in gioco per il Paese è troppo alta perché il Principe possa permettersi di non essere illuminato. Alberto Conte ite

Persone citate: Alberto Conte, Berlinguer, Prodi

Luoghi citati: Francia, Germania