L'Ulivo invita Di Pietro all'autocritica

L'Ulivo invita Di Pietro all'autocritica Imbarazzo della maggioranza mentre il Polo vuole indirizzare contro il Colle l'inchiesta parlamentare L'Ulivo invita Di Pietro all'autocritica Turci: ha fatto una gaffe. Bianco: chieda scusa a Scalfaro ROMA DALLA REDAZIONE Vale sempre il consolidato adagio popolare: il megascontro Di Pietro-Scalfaro sta facendo godere il terzo protagonista, Silvio Berlusconi. Che di suo avrebbe poco da gioire, visto che oggi il tribunale di Milano dovrà emettere la sentenza che potrebbe condannarlo per finanziamento illecito dei partiti. Il godimento di Berlusconi sta nel «regalo» che fanno, duellando, due personalità che il capo del Polo ha sempre mal sopportato, come il Presidente della Repubblica e l'ex magistrato inquirente di «Mani pulite». Rincuorata anche dall'evidente imbarazzo dell'Ulivo di fronte al violento attacco di Di Pietro a Scalfaro, Forza Italia continua il bombardamento contro la magistratura e insiste nel chiedere una commissione di inchiesta parlamentare che, nella sostanza, dovrebbe segnare la rivincita sui magistrati che avviarono l'inchiesta sui politici corrotti. E non solo. Vista la situazione, il Polo (perché su questo concorda anche Gaparri di An) punta ad ap¬ profittare della situzione confusa e grave, per coinvolgere nell'inchiesta anche il Capo dello Stato. Con la speranza non tanto nascosta, di farlo dimettere. E' quello che traspare dalle parole del deputato di Forza Italia, Michele Saponara, secondo il quale la richiesta commissione parlamentare, «qualora accertasse la fondatezza della denuncia di Berlusconi e la veridicità delle affermazioni del senatore Di Pietro («carta canta»), dovrà proporre al Parlamento di assumere le deterniinazioni conseguenti». D'accordo anche Alleanza nazionale (Gasparri) nell'in dirizzare contro Scalfaro l'inchiesta parlamentare, che dovrebbe indagare sulle «inchieste scomparse nel porto delle nebbie della procura romana che nulla fece sulla vicenda dei servizi segreti». Da plurimputato, insomma, Berlusconi tenta di approfittare della situazione provocando ulteriore scompiglio, attendiamo di sapere chi, tra Scalfaro e Di Pietro, ha mentito agli italiani» sull'avviso di garanzia a Berlusconi, dice Giuseppe Pisanu. Che sostiene che Prodi «continua a mantenere un silenzio inquietante pur conoscendo bene il senatore Di Pie- tro». Il realtà, il presidente del Consiglio si è limitato a invitare Di Pietro a «conservare il senso delle misura» ma non ha preso una posizione ufficiale a difesa del Capo dello Stato. C'è come un impaccio da parte di Prodi a prendere le distanze dal Di Pietro che volle come ministro e neU'Ulivo. Imbarazzo che lo accomuna a D'Alema, che volle fare eleggere Di Pietro senatore in un sicuro collegio pidiessino. Rispondendo ai giornalisti che lo interrogavano sul riaffacciarsi della Prima Repubblica, Prodi ha osservato: «Può anche essere un tentativo molto forte, ma allora sarebbe la sconfitta del Paese, una sconfitta durissima del Paese». Gli italiani, ha aggiunto, «guardano avanti e basta. E' il mondo politico che a volte guarda al passato». E se parlano poco Prodi e D'Alema, parlano tanto gli alleati popolari per dire a Di Pietro che deve finirla e a D'Alema che ha sbagliato a farlo eleggere. Gerardo Bianco, presidente del Ppi, dice che ora «Di Pietro deve rientrare nei ranghi, chiedere scusa al Capo dello Stato, riconoscendo di essere andato fuori misura». Bianco approfitta della situazione per dire no al presidenzialismo, dato che circolano tentazioni plebiscitarie (Di Pietro) e c'è una destra (il Polo), diversa da quella europea, che fa attacchi «veramente eversivi» alle istituzioni. «Di Pietro non può continuare a parlare a ruota libera - concorda Renzo Lusetti, anche lui del Ppi -. E tra il Capo dello Stato e un ex magistrato che ha lasciato la toga per motivi oscuri, non avrei dubbi a chi credere». Un invito a Di Pietro a fare autocritica «di fronte alla gaffe» verso Scalfaro viene anche da Lanfranco Turci, dei democratici di sinistra. Secondo Turci Di Pietro sta esasperando i toni e non aiuta così né la magistratura né l'Ulivo. Per Francesco Cossiga tocca a Borrelli dire la parola fine alla polemica: «Penso che il buon Tonino di Pietro stia facendo un colossale pasticcio, ma quello che accadrebbe è molto grave e una parola definitiva ha il dovere di dirla il procuratore di Milano Francesco Borrelli che è colui che ha fatto la famosa telefonata». Cossiga: «Tonino ha fatto un pasticcio colossale» Pisanu (Fi): «Attendiamo di sapere chi, tra il Presidente e l'ex pm, ha mentito agli italiani»

Luoghi citati: Milano, Roma