Ulster, l'orrore frena la protesta di Fabio Galvano
Ulster, l'orrore frena la protesta Bruciati vivi nel loro appartamento, il cappellano degli orangisti chiede di togliere l'assedio di Drumcree Ulster, l'orrore frena la protesta Molotov dei lealisti uccide tre bambini LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE C'è voluta l'atroce morte di tre bambini cattolici, periti nelle fiamme appiccate da una banda di lealisti alla loro abitazione, per restituire al Nordirlanda una coscienza travolta nell'ultima settimana da una vampata d'imbecillità settaria. Ci sono volute quelle fiamme in un quartiere di Ballymoney, nella contea di Antrim, per frenare la dissennata escalation di violenza che a molti aveva fatto prevedere per ieri - il «glorioso 12», anniversario della battaglia del Boyne di 308 anni fa un'altra «domenica di sangue» nella travagliata storia dell'Ulster. E' accaduto invece che, reagendo all'orrore di quella strage, lo stesso assedio di Drumcree - dopo una settima notte di scontri, di molotov, di proiettili di gomma - abbia perso molti sostenitori, primo fra tutti il reverendo William Bingham. Cappellano dell'Ordine d'Orange e capo della delegazione che giovedì aveva incontrato Blair a Downing Street, ha invitato tutti a tornarsene a casa, perchè «nessuna marcia vale una vita». Non è stato il solo. Anche il «first minister» dell'Ulster, David Trimble, ha detto che «a questo punto la protesta dovrebbe sciogliersi»; e mai come ieri il campo orangista è apparso così diviso. L'assedio continua, ma forse ha le ore contate; e già il «Presidio della libertà», che un gruppo orangista aveva installato la settimana scorsa davanti alla residenza ufficiale del ministro per il Nordirlanda Mo Mowlam a Hillsborough Castle, ha levato le tende. Al posto della sua roulotte c'erano ieri sera tre corone di fiori per le innocenti vittime di Ballymoney. Ma la morte di Robert, Mark e Jason Quinn, rispettivamente di 10,9 e 7 anni, non infastidisce certamente i mercanti di morte infiltratisi fra gli orangisti. La crisi resta grave; e stamane, a Belfast, un'altra controversa parata - nella cattolica Lower Ormeau Road - rischia di riaccendere gli animi. . Quando la polizia ha abbattuto sabato sera una barricata eretta a Ballymoney, qualcuno deve avere pensato che una notte senza violenza non avrebbe premiato la causa dell'odio settario. Pochi minuti dopo una bomba incendiaria è stata lanciata contro la casa dei Quinn, dove tutti dormivano. Si sono salvati solo la madre, il suo compagno (protestante) e un'amica di famiglia. Un quarto fratello, Lee, è sopravvissuto unicamente perchè dormiva a casa della nonna. «Un atto di barbarie», ha detto Tony Blair: «Queste malvagie uccisioni settarie non devono trionfare sulla chiara volontà della maggioranza giusta e buona che vuole un futuro di pace nell'Irlanda del Nord». Domani i funerali; e già qualcuno si domanda se non saranno occasione di altri incidenti. Ma ieri la morte dei tre bambini ha forse spento la scintilla che avrebbe potuto far esplodere la polveriera di Drumcree, dopo il fallimento del negoziato «a tavoli separati» e dopo la decisione della «Commissione per le Parate» di respingere il ricorso degli orangisti, che avevano chiesto sabato il riesame della loro richiesta di percorrere la cattolica Garvaghy Road. Poi c'è stato l'appello del reverendo Bingham. «L'Ordine d'Orange - egli ha detto - deve sospendere la sua protesta perchè non siamo più in grado di controllarla. Drumcree ci sfugge di mano, dobbiamo tirarci indietro. Nessuna strada vale una vita, soprattutto la vita di tre bambini innocenti. Dopo quell'atrocità una marcia di 15 minuti lungo la Garvaghy Road, all'ombra di tre bare, sarebbe una vittoria molto vuota». Anche il primate della protestante Chiesa d'Irlanda, l'arcivescovo Robin Eames, ha invocato gli orangisti a desistere: «In nome di Dio tiratevi indietro, perchè nulla vale una vita umana». Ma a Drumcree non tutti la pensano così. «Bingham e gli altri hanno il diritto di dire che cosa vogliono, ma non c'è alcun legame fra la nostra protesta e quelle uccisioni», ha detto il portavoce degli orangemen, David Jones: «La situazione non è fuori fuori controllo; e se è vero che sono comparsi elementi violenti, è altrettanto vero che le forze di sicurezza hanno fatto ri¬ corso alla violenza». L'importante, ha replicato il ministro Mowlam, è che gli orangisti «non trattino l'assedio di Drumcree come se fosse la loro ultima spiaggia». Ma a tarda sera gli «orangemen» di Portadown hanno deciso che la loro azione continuerà. Cento molotov nella notte di sabato, altri due lealisti feriti dai proiettili di gomma della polizia, numerosi arresti, mentre a Belfast un diciottenne veniva trovato ucciso in strada. Ieri sera polizia ed esercito si preparavano al peggio; perchè nessuno sapeva se la passione settaria per il «glorioso 12» e per la marcia di stamane a Belfast è stata davvero imbrigliata dalla morte di tre bambini. Fabio Galvano A destra, soldati britannici pattugliano Garvaghy Road a Drumcree Sotto, la casa dove sono morti i tre bambini a Ballymoney
Luoghi citati: Belfast, Drumcree Ulster, Hillsborough Castle, Irlanda Del Nord, Londra, Ulster
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