Il Giappone della recessione sfiducia il governo Hashimoto

Il Giappone della recessione sfiducia il governo Hashimoto Batosta elettorale per il premier (che oggi potrebbe dimettersi), il voto premia il centrosinistra Il Giappone della recessione sfiducia il governo Hashimoto TOKYO. Durissima sconfitta del partito liberaldemocratico del primo ministro giapponese Ryutaro Hashimoto: nelle elezioni per rinnovare la metà dei 252 componenti della Camera alta, la formazione al potere ha ottenuto solo 44 seggi sui 61 che metteva in palio. Il partito democratico, il maggiore schieramento dell'opposizione (di centro-sinistra) ha ottenuto 27 seggi rispetto ai 18 che aveva; il partito comunista è passato da 6 a 15. Hashimoto, apparso molto provato, si è assunto «tutta la responsabilità» per il pesante arretramento del suo partito. In una intervista tv, il premier ha detto di avere chiesto la convocazione dell'esecutivo del partito liberaldemocratico, di cui è presidente, per le ore 11 (le 4 di questa mattina in Italia). «In quella sede - ha aggiunto - farò sapere ciò che penso». Potrebbe essere l'occasione per annunciare le dimissioni, date per probabili da un alto esponente del partito. Alle 9,30 locali il primo ministro incontrerà il capo della segreteria del governo Kanezo Muraoka. A queste elezioni giapponesi il mondo ha guardato con una certa apprensione, perché la crisi economica in corso nel Paese sta già avendo serie ripercussioni sui mercati internazionali. I seggi hanno chiuso alle 20 (le 13 italiane), due ore più tardi rispetto al solito, per favorire l'affluenza. E la partecipazione è stata alta: alle 18 ora locale aveva votato il 44,51 per cento dei 99 milioni e 400.000 aventi diritto, contro il definitivo 44,52 per cento delle ultime elezioni per la Camera alta, svoltesi tre anni fa. L'ipotesi di un'affluenza sostenuta era data alla vigilia come un fattore penalizzante per Hashimoto, in una consultazione vissuta dall'opinione pubblica come una sorta di referendum sull'operato del governo in una fase di pesante crisi economica. Adesso i liberaldemocratici potrebbero continuare a governare grazie alla loro forte maggioranza alla Camera bassa, non coinvolta dal voto dell'altroieri, ma queste elezioni avevano senza dubbio un significato particolare, a cominciare dal fatto che erano le prime per la Camera alta che si tenevano da quando Hashimoto assunse la guida dell'esecutivo all'inizio del 1996. Sulle urne hanno pesato soprattutto le preoccupazioni per la recessione economica, la più grave vissuta dal Giappone dopo la fine della seconda guerra mondiale, che ha portato la disoccupazione a livelli record e ha provocato una serie impressionante di dichiarazioni di bancarotta. Ma anche gli scandali in cui sono stati coinvolti numerosi esponenti liberaldemocratici hanno contribuito a far precipitare la popolarità di Hashimoto e del suo partito. Il concomitante declino dei socialisti, fino a qualche anno fa l'unica forza politica in grado di contrastare il primato liberaldemocratico, ha favorito i democratici del carismatico Naoto Kan. Kan guida una sorta di «Ulivo» giapponese, un'alleanza nata solo tre mesi fa e che afferma di ispirarsi all'esperienza italiana. Oltre ai democratici, fanno parte della coalizione anche il partito dell'Amicizia, il partito del Buon governo e il partito democratico riformista. La fortuna del partito democratico sembra basarsi soprattutto sulla popolarità di Kan, nata quando, come ministro della sanità nel primo governo Hashimoto, nel 1996, portò alla luce lo scandalo degli emoderivati infettati dal virus dell'Aids commerciabzzati in Giappone e chiese scusa personalmente alle famiglie delle vittime. Secondo.tutti i sondaggi, è lui la persona che i giapponesi indicano come primo ministro preferito. Kan ha dichiarato di ispirarsi soprattutto a due figure politiche: Romano Prodi e Tony Blair. «Spero di poter presto costruire insieme a voi l'Internazionale democratica di centrosinistra», ha affermato in un messaggio inviato a Prodi nel¬ l'aprile scorso. Nella Camera bassa del Parlamento giapponese, l'unica che può dare e togliere la fiducia al governo, il partito democratico conta però solo 97 seggi contro i 260 del liberaldemocratico Ldp, che ha la maggioranza assoluta. Interrogato su un eventuale coinvolgimento del partito comunista nella coalizione, Kan ha affermato che ciò potrà avvenire «solo se, come in Italia, i comunisti cambieranno il nome del loro partito». Per il momento è probabile che l'incertezza politica abbia ripercussioni negative oggi alla riapertura dei mercati finanziari. [Agi-Reuter-Ap-Ansa]

Persone citate: Hashimoto, Naoto Kan, Romano Prodi, Ryutaro Hashimoto, Tony Blair

Luoghi citati: Giappone, Italia