L'addio dall'amico di Paola Scola
L'addio dall'amico L'addio dall'amico L'anarchico Pelissero all'obitorio di Mondovì MONDOVT. La salma di Maria Soledad Rosas riposa da due giorni nella camera ardente dell'ospedale «Santa Croce», a Mondovì Piazza. Tre locali, in una piccola ala sul retro del nosocomio, a pochi passi dal pronto soccorso. Per salutare un'ultima volta «Sole», da Novara ieri mattina è arrivato Silvano Pelissero, l'unico dei tre anarchici - arrestati perché accusati di fiancheggiare i «Lupi grigi» della Valle di Susa - a essere vivo. Pelissero, rinchiuso nel carcere di Novara, ieri ha ottenuto un permesso di alcune ore per poter raggiungere Mondovì e dare l'addio alla ventiquattrenne argentina. L'uomo è arrivato nel quartiere alto della città, scortato dai carabinieri, poco prima di mezzogiorno: una visita mantenuta nel più stretto riserbo per evitare disordini, l'incontro con gli squatter che chiedono la sua scarcerazione, la presenza di fotografi e cronisti. La sosta nella camera ardente è durata pochi minuti, con Pelissero sempre tenuto sotto stretta sorveglianza dalla scorta, che lo ha poi ricondotto nel carcere novarese. La tensione che sabato regnava a Bene Vagienna e Mondovì ieri si è finalmente allentata. Le forze dell'ordine (i carabinieri delle Compagnia di Fossano e di Mondovì e gli uomini della Questura) hanno tuttavia continuato a mantenere i presidi sia vicino alla comunità dove Maria Soledad si è data la morte, sia all'ospedale monregalese. Misure di sicurezza e «attenta vigilanza», definite soprattutto «preventive .. precauzionali». Dopo i disordini vicino alla caserma dei militari e sotto la cascina di San Grato a Bene Vagienna, che hanno coinvolto alcuni giornalisti, la situazione è tornata tranquilla. La paura per il possibile arrivo degli squatters che sabato sera si respirava a Mondovì Piazza si è attenuata, anche se le pattuglie dei carabinieri non si sono allontanate dalla zona del «Santa Croce» e della camera mortuaria, che per tutta la giornata è rimasta chiusa a chiave. Si attendeva nel pomeriggio l'arrivo dall'Argentina dei familiari della giovane anarchica. Tutto rinviato a oggi. Secondo indiscrezioni, i parenti - forse la madre - dovrebbero giungere stamattina prima che i medici legali eseguano l'autopsia sul corpo di Maria Soledad, disposta dal procuratore della Repubblica di Mondovì Riccardo Bausone. Quando il magistrato firmerà il «nulla osta», la salma potrà essere affidata ai familiari e trasferita altrove, forse in Argentina. Proprio durante il trasferimento - secondo le forze dell'ordine - potrebbero crearsi nuovi motivi di tensione, per cui sarà potenziato il servizio di controllo in città. Ieri, come sabato, all'ospedale monregalese sono state messe in atto misure precauzionali straordinarie. Per esempio l'assoluto divieto di entrare nei reparti: impossibile oltrepassare la portineria, fuori dell'orario di visita ai degenti. «Per ora le disposizioni sono queste» hanno spiegato con cortesia, ma con fermezza. Gli amici di Soledad arrivati da Torino sono ancora nella comunità di Bene Vagienna: un piccolo gruppo di persone, non più di venti. Quattro di loro si sono recati a rendere omaggio alla salma sabato sera, scortati dalle volanti del «112». Ieri, verso le 15, si è invece presentato un uomo, che si è qualificato come un vicino di casa della ragazza, chiedendo informazioni sulla presenza della salma o di parenti della giovane suicida. Gli è stato negato l'accesso. Paola Scola Silvano Pelissero Silvano Pelissero
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