«Sarei potuto morire» di Enrico Singer

«Sarei potuto morire» INTERVISTA IL RACCONTO DELL'ONOREVOLE «Sarei potuto morire» «E'proprio quello che volevano» TROMA EODORO Buontempo ha ancora l'occhio destro protetto da una benda e un impacco di ghiaccio sullo zigomo sinistro. «Sono due bottigliate. Una bottiglia l'ho anche vista: era di aranciata, la impugnava il più scalmanato. L'altra me l'hanno lanciata. Per fortuna non si sono rotte. Ma è stato terribile. Mi sentivo impotente lì, in mezzo a quelli che urlavano, tiravano pugni, calci, mi sputavano addosso. Ringrazio Dio per come è andata a finire. Potevo anche rimanerci secco. Credo che è proprio quello che volevano». Allora l'altra sera in Campo de' Fiori ha avuto davvero paura? «Me la sono vista proprio brutta. Per 10 minuti, forse di più, in babà dei miei aggressori. Avevano fatto due cerchi attorno a me: quello più esterno impediva a chiunque di aiutarmi e quello interno mi colpiva. Facevano come gli indiani: ogni tanto uno si staccava dal cerchio e mi dava un calcio o un pugno. Gli altri gridavano "morte al fascista" e insulti, volgarità». Come è cominciata l'aggressione? «Ero andato a cena in un risto- rante di piazza Farnese, che è a 50 metri dalla piazza di Campo de' Fiori. Ero con quattro giovani amici. Per raggiungere .il ristorante avevo attraversato Campo de' Fiori e quelli erano già là. Ma io non me ne ero nemméno accorto: c'era un concerto, c'era tanta gente. Non avevo capito che c'era anche una manifestazione dei centri sociali. Ma loro, evidentemente, mi hanno visto. Oppure mi hanno visto al ristorante. Sta di fatto che quando, alle 23,30, sono ripassato nella piazza li ho trovati schierati ad aspettarmi. Hanno spinto via i miei quattro amici e mi hanno circondato». Come si è salvato? «Sono riuscito a rimanere sempre in piedi. Sono sicuro che se fossi caduto a terra mi sarebbero saltati tutti sopra. Mi avrebbero linciato. Ma io sono abituato al confronto anche duro, fisico. E questo mi ha salvato». Ma è stato anche salvato dall'intervento della polizia... «Sì. Quando i miei aggressori hanno sentito le sirene delle auto della polizia, mi hannb lasciato e sono scappati. Ma devo dire che la polizia non è intervenuta con un piano preciso e quelli dei centri sociali dopo qualche attimo sono tornati alla carica. Hanno anche messo in difficoltà gli agenti. Eppure ho saputo più tardi che quella manifestazione era stata annunciata addirittura su un sito Internet e che la questura aveva fatto un rapporto. Ma il ministero dell'Interno ha sottovalutato». Il deputato verde Paolo Cento sospetta che lei abbia anche provocato... «Questa è protezione politica alla violenza politica. Non ho minimamente provocato e in un Paese serio Cento verrebbe subito interrogato dalla polizia: se ha visto qualcosa, la dica». Lei ha detto di essere abituato allo scontro fisico e, in passato, ha vissuto i momenti più duri della guerriglia urbana a Roma. Che differenza c'è con quanto è successo ora? «I giovani nel '70 o nel '77 erano coinvolti in un gioco allucinante in cui destra e .sinistra si scontravano con i bastoni, e poi con le bombe, perché il sistema di potere di allora aveva interesse che fosse così. In quel modo i giovani si facevano espellere dalla politica e nel Paese si sviluppava un clima di tensione. Adesso, per fortuna, non è così. E io l'ho visto negli occhi terrorizzati della gen¬ te che assisteva alla mia aggressione. Io stesso passeggiavo lì perché pensavo che si potesse fare. E invece...». Crede che stia tornando un clima di tensione? «Io dico che l'altra sera mi sono trovato di fronte gente frustrata e piena di odio. Le condizioni perché la protesta degeneri ci sono: disoccupazione, droga, solitudine. Adesso gli serve un nemico, o un presunto nemico, sul quale scatenare la violenza. Con me l'hanno trovato. Non sottovalutiano quelle che è successo. Consideriamolo un campanello di allarme. Questi dei centri sociali, a Roma, sono 500. Si sa dove operano, si sa chi sono. Ma bisogna fare qualche cosa perché stanno diventando sempre più aggressivi». Che cosa si deve fare, secondo lei? «Bisogna prendere sul serio quallo chasta accadendo. Ci sono state anche tante altre aggressioni che hanno avuto vittime meno note di me e sono passate sotto silenzio. Ci sono interi quaretieri terrorizzati dai centri sociali e questo è pericoloso. Molto pericoloso». Enrico Singer

Persone citate: Buontempo, Paolo Cento

Luoghi citati: Roma