Nasce il fronte dei sindacati agricoli
Nasce il fronte dei sindacati agricoli Comitato permanente di Coldiretti, Confagricoltura e Cia per trattare col governo Nasce il fronte dei sindacati agricoli Avolio: uniti al tavolo verde ROMA DAL NOSTRO INIVIATO Per l'agricoltura italiana è un momento di scelte che non possono essere fatte dai soli addetti ai lavori: la dimensione globale e i suoi riflessi sul particolare, su ciò che deve essere deciso da chi governa il Paese e deve farsi portavoce di una linea univoca e determinata di fronte all'Europa generano tensioni e timori, giustificabili dalla scarsa attenzione di cui il settore, per troppo tempo, si è sentito mortificato. Oggi qualcosa è cambiato, ma l'ansia di risultati può, umanamente, offuscare le buone intenzioni. I tempi sono stretti e ciò mal si coniuga con le scadenze naturali di un mondo in cui la riconversione non può essere forzata oltre i limiti imposti dalla natura. «Gli agricoltori hanno dimostrato capacità sufficienti e disponibilità adeguate a misurarsi con queste condizioni nuove - dice Giuseppe Avolio, presidente della Cia - per favorire l'evoluzione, però, è necessario agire uniti, questa è la chiave che può valorizzare la presenza, la forza e le funzioni delle organizzazioni professionali, che, da una parte devono essere autonome dai partiti politici e dal governo, ma, al tempo stesso, devono avere il riconoscimento del valore positivo della propria attività da parte dèlie istituzioni e delle altre forze sociali». In altre parole, spiega il leader della confederazione, l'agricoltura non è con- siderata ancora in modo adeguato alla sua funzione essenziale di volano decisivo per un equilibrato sviluppo economico e progresso democratico. Essa viene, spesso, ancora vista come un settore marginale e le divisioni al suo interno, in molti casi, non consentono di poter agire nella maniera più efficace a farsi valere. Non è un tamburo di guerra quello su cui Avolio batte, ma un richiamo all'unità positiva: «E'necessario agire compatti - dice - perché sia stabilito un rapporto corretto tra città e campagne, tra campi e industria. Per ottenerlo dobbiamo stimolare l'attenzione delle istituzioni su questi temi, non dobbiamo stancarci di ribadire una verità solare: senza agricoltura non c'è vita». E, per la prima volta dal dopoguerra, Coldi¬ retti, Confagricoltura e Confederazione italiana agricoltori hanno costituito un comitato permanente con lo scopo di concertare le posizioni da sostenere insieme al tavolo agricolo di Palazzo Chigi. Ma, avverte Avolio, questo comitato deve lavorare anche per favorire relazioni positive con le organizzazioni dell'industria di trasformazione e della distribuzione, su basi di reciproca convenienza e strumenti adeguati. «Perché - sottolinea - nessun comparto può illudersi di costruire le proprie fortune sulle disgrazie degli altri». E la proposta concreta, uscita dalla recente conferenza economica della Cia può essere riassunta in tre punti: attivare, presso il ministero delle Politiche agricole, un «tavolo delle regole» per la filiera alimentare per favorire la reciproca collaborazione; organizzare, a Bruxelles, un'iniziativa unitaria tra produzione, trasformazione e distribuzione, per valorizzare insieme i prodotti dell'agroalimentare italiano; creare le condizioni idonee per la costituzione di un «Club europeo» sui diversi prodotti mediterranei, per difenderne la tipicità e la qualità sulla base dell'autocertificazione del produttore, che deve essere considerata la massima garanzia per il consumatore. «Questa impostazione - conclude Avolio - richiede, però, due condizioni che ancora mancano: libertà di mercato e libertà di impresa. Ed è per tali obiettivi che bisogna lavorare». Vanni Cornerò p| presidente della confederazione italiana agricoltori
Persone citate: Avolio, Giuseppe Avolio, Vanni Cornerò
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