A Torino nove cordate in corsa di Luciano Borghesan

A Torino nove cordate in corsa A Torino nove cordate in corsa Ma sulla cessione Castellani rischia la crisi TORINO. Ancora una settimana e si sceglie: l'Ulivo vuol cedere il 43 per cento dell'Azienda Energetica Metropolitana a un partner strategico; «azionariato diffuso, come Milano» contropropone Rifondazione comunista, fi chiarimento definitivo avverrà domenica prossima, in un vertice del centrosinistra convocato dal sindaco a conclusione di una verifica politica richiesta dai Democratici di sinistra su 10 nodi cruciali per lo sviluppo di Torino. Poi, la parola passerà al Consiglio comunale, voterà venerdì 24. Il destino della società per azioni Aem è la prova più ardua per la maggioranza. Qui, misura la sua tenuta politica. Rifondazione appare determinata: «Non risulta iscritto al nostro partito il sindaco di Milano», dice il capogruppo Mariangela Rosolen, indicando la soluzione adottata da Gabriele Albertini come più adatta a «fare cassa senza mettersi in casa potentati industrial-finanziari» e mantenendo le mani libere per «dare vita a un terzo polo energetico, alleandosi ad altre ex munici¬ palizzate del Nord-Est». L'operazione Aem era scattata, nel '95, con il primo governo-Castellani. L'obiettivo fu subito quello della ricerca di un soggetto forte, cui vendere una buona parte dell'azienda (ma non la maggioranza) e con cui condividere il progetto per il rafforzamento della società, partendo sempre da Torino (come sede della direzione). Gestì la prima parte della trasformazione della municipalizzata in spa il liberale Piero Gastaldo. La seconda fase, dal '97, vede al timone un altro liberale, l'assessore all'Azienda Comune Paolo Peveraro. E' stato lui a dare il via alla selezione di gruppi interessati all'acquisto. Di 32 offerte, in seguito a ulteriori appro¬ fondimenti sui progetti, sono rimaste 9 cordate, con 16 soggetti: sei gli italiani; due, a testa, i francesi, i tedeschi, gli inglesi e gli statunitensi; uno svizzero e un belga. Nomi di livello internazionale, tra cui la stessa Aem di Milano alleata con Atei A.G. Gli altri: Aes Electric Ltd., Bayernwerk-Compagnie Generale de Chauffe (consorziate con Crediop-Sanpaolo), Cea ine, Eastern Group Pie, Edison Spa con Electricité de France Int. e Ifil Spa, Gpu Inc., Sondel Spa con Rwe Energie A. G„ Tractebel-Italgas. «Milano - dice Peveraro - vende all'azionariato diffuso, per poi cedere la maggioranza a un operatore privato. Noi, invece, prima tro¬ viamo il partner con cui sviluppare l'azienda e poi, una volta rafforzata la spa, eventualmente, venderemo il resto. La nostra non è una operazione di cassa, ma il tentativo di costruire un protagonista torinese capace di aggredire questo settore in espansione». I sindacati condividono - in maggioranza questa linea. Per Rifondazione è tutta colpa degli assessori Peveraro e Bruno Torresin (assessore al Lavoro), «che non hanno riportato le posizioni del gruppo comunista ai rappresentanti dei lavoratori». Ultimi round: o Castellani va al tappeto, oppure l'Ulivo avrà bisogno del sostegno di forze del Polo. Luciano Borghesan Il sindaco di Torino Valentino Castellani per l'Aem è sotto il tiro di Rifondazione

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