Il fortino invisibile del boss di R. Cri.
Il fortino invisibile del boss Il fortino invisibile del boss ;Cento metri quadrati con idromassaggio e cinema CURIOSITÀ' nel rifug90 della tigre u CASERTA N «fortino» senza porte e finestre, con cunicoli e grotte naturali in grado di fornire vie di fuga d'emergenza, ma anche un appartamento con ogni confort. Era questo il nascondiglio di Francesco Schiavone, il boss che con moglie e figli condivideva a Casal di Principe (vicino a Caserta) un ambiente surreale illuminato da neon e con pavimenti di maiolica bianca. Un appartamento di un centinaio di metri quadrati con corridoio, cucina, ingresso, sala da pranzo, camera da letto e bagno. Il «bunker», munito di videocitofono, aveva due accessi, chiusi da blocchi di cemento su due livelli. Un sofisticato sistema di chiusura scorrevole, su rotaie, impossibile da identificare dall'esterno. Anche la Dia per entrare, dopo un anno e sette mesi di appostamenti, ha dovuto arrendersi e sfondare il muro con una sega elettrica. E solo dopo, quando Francesco Schiavone si è arreso, è stato possibile individuare l'accesso principale, in un deposito di una villa in via Salerno. Nel «bunker» i due frigoriferi contenevano generi alimentari sufficienti per sfamare almeno sei persone per una dozzina di giorni, mentre ima parete è occupata da un sofisticato impianto stereo, con videoregistratori e proiettori. La polizia scientifica della questura di Napoli, guidata da Antonio Borrelli, ha impiegato ore per controllare gli impianti di allarme e i sistemi di chiusura dei due accessi. Nel bagno non manca, quasi fosse una regola non scritta per rendere i nascondigli della camorra più confortevoli, la vasca-doccia con idromassaggio. La passione che Sandokan nutre per la pittura è evi¬ dente: videocassette per imparare le tecniche e, soprattutto, tele dipinte dal boss. Tra queste, un'immagine di Napoleone visto di spalle che ammira quello che sembra un tramonto e un autoritratto: un uomo dal volto pulito con barba, baffi e capelli curati, occhiali e una maglietta. Gli occhiali sembra fossero l'altra grande passione del boss: sul comodino ne sono stati trovati una trentina. Tra gli oggetti personali di Schiavone c'erano poi la Bibbia e due volumi, «I Borboni di Napoli» e «Gli ultimi Borboni di Napoli». Il nascondiglio era stato realizzato in funzione della sicurezza: dalla sala da pranzo, attraverso una botola, era possibile raggiungere una serie di cunicoli, 11, che sottoterra costituivano una specie di «ridotta», l'ultimo rifugio, dove il boss aveva fatto sistemare delle tende da campo. [r. cri.]
Persone citate: Antonio Borrelli, Borboni, Francesco Schiavone, Schiavone
Luoghi citati: Casal Di Principe, Caserta, Napoli
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