Cina, retata nel «partito di Clinton»
Cina, retata nel «partito di Clinton» Avevano annunciato la nascita del movimento il giorno dell'arrivo del presidente Usa Cina, retata nel «partito di Clinton» Arrestati i nove che sfidarono il monopolio delpc una settimana dalla visita di Bill Clinton, la Cina è tornata a colpire i dissidenti. La polizia ha arrestato nove attivisti che il 25 giugno, giorno dell'arrivo del presidente americano a Pechino, avevano annunciato la fondazione del Partito democratico cinese, il primo a sfidare il monopolio comunista negli ultimi cinquant'anni. Gli arrestati erano noti da anni per il loro impegno contro il regime. L'operazione repressiva è iniziata venerdì mattina quando gli agenti hanno prelevato Wu Gaoxing (già condannato a tre anni di carcere per i fatti di Tienanmen) dalla sua casa a Taizhou, nella provincia orientale di Zhejiang: lo ha riferito il Centro di informazione sui dirit- ti umani e i movimenti democratici in Cina, organizzazione del dissenso con sede a Hong Kong.- Poco più tardi, poliziotti hanno fatto irruzione nella casa di Wang Youcai, a Hangzhou, nel Nord-Ovest, e hanno portato via lo stesso Wang, Wang Peijian, Cheng Fan, più altre due persone che la moglie di Wang Youcai non è stata in grado di identificare, ha affermato il Partito cinese democratico per la giusti¬ zia, che opera negli Usa. La moglie di Wang Youcai ha raccontato che la loro casa è stata minuziosamente perquisita. Sempre ad Hangzhou sono stati eseguiti gli arresti di altri tre dissidenti, Zhu Yufu, Wang Donghai, e un terzo di cui non si conosce il nome. Questi ultimi tre sono stati rilasciati dopo alcune ore di fermo e ammoniti dal continuare la loro attività per la costituzione del Partito democratico cinese. In un comunicato, il Centro di informazione di Hong Kong ha criticato il Presidente americano per la sua apertura al governo di Jiang Zemin, malgrado le persistenti violazioni dei diritti umani in Cina. La retata di dissidenti «prova che Clinton è tornato a casa a mani vuote», ha affermato la nota dell'organizzazione. Da Pechino, il noto dissidente Xu Wenli ha criticato al telefono gii arresti, affermando che il gruppo dissidente stava solo cercando di registrare pubblicamente il partito. Mentre venivano ammanettati i dissidenti, la tv di Stato ha mandato in onda per la prima volta immagini di un processo. Nulla di politico, il giudizio ripreso dalle telecamere era relativo a una banale frode commerciale, la denuncia presentata da dieci case di produzione cinematografica contro tre società di distribuzione che avevano violato i contratti sulla riproduzione di 27 film. In ogni caso, la trasmissione dedicata al processo, durata quattro ore e mezzo e in onda in tutto il territorio nazionale, ha offerto un'inedita occhiata all'interno del sistema giudiziario cinese, finora impenetrabile. In precedenza, servizi più brevi e meno articolati su processi di secondaria importanza erano stati sporadicamente trasmessi da emittenti televisive locali e ricevuti da un pubblico limitato. Intanto, a Washington, il Senato con il voto unanime di democratici e repubblicani ha confermato l'appoggio militare americano a Taiwan, che Jiang aveva chiesto a Clinton di revocare. «Abbiamo dato il forte segnale che il Senato non accetta la nuova politica di Clinton», ha detto il capo della maggioranza repubblicana, Trent Lott. Dalla Casa Bianca ha replicato il portavoce Mike McCurry, secondo cui «non vi è alcuna nuova politica, ma solo la riaffermazione di una politica che probabilmente il senatore Lott rispetta», ha detto McCurry. [Agi] Il presidente Jiang Zemin con Clinton durante la recente visita del leader americano in Cina PECHINO. Ad
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