Scuola, il Ppi punta i piedi sulla purità di Raffaello Masci

Scuola, il Ppi punta i piedi sulla purità Il vice di Marini: è scritto nel programma dell'Ulivo, è ora di concludere Scuola, il Ppi punta i piedi sulla purità Letta: non è problema di soldi INTERVISTA 1 POPOLASI! ROMA. Più torrida del clima di luglio è la questione della parità scolastica, e a farla esplodere è stata l'intervista del segretario del Ppi Franco Marini al «Messaggero», in cui il leader popolare dice - in sostanza - che l'accordo sulla scuola privata è nel programma dell'Ulivo e che quindi è fuori discussione che lo si possa eludere. Non solo, il Ppi è talmente determinato a onorare questo impegno, che è disposto a ricorrere ad altre maggioranze se fosse necessario. Ma queste, per l'Udr di Cossiga, sono solo parole, perché di fatto due giorni fa è passato l'accordo sull'allungamento dell'obbligo scolastico (a 15 anni e non più a 16) considerato da molti (sindacati in testa) un'«intesa al ribasso» foriera di altre concessioni del Ppi a Rifondazione. Il giornale dei vescovi - «Avvenire» - ha bollato l'accordo come un tentativo di far fuori la formazione professionale (in buona parte gestita da istituti religiosi), e il capogruppo popolare a Montecitorio, Sergio Mattarella, ha dovuto replicare con una dura lettera al direttore di «Avvenire». Risultato: non solo la scuola (e la sua parità) rischiano di scuotere la maggioranza, ma tutta la campagna del Ppi su temi a forte contenuto etico rischia da una parte di riproporre antichi steccati tra laici e cattolici e dall'altra di compattare l'opposizione intorno a Cossiga («Condivido in pieno l'appello di Francesco Cossiga al Ppi e a Rinnovamento», afferma il presidente di Forza Italia Silvio Berlusconi). E' un problemaccio per il Ppi. Ne parliamo con il vicesegretario Enrico Letta. Quando Bertinotti presentò l'elenco delle sue istanze alla maggioranza, quel gesto fu da molti considerato un ricatto. Il vostro metodo è più soft, ma non diverso: su scuola, aborto, fecondazione assistita e famiglia di fatto, o l'Ulivo fa come dite voi o minacciate di ricorrere a maggioranze diverse. Che politica è questa? «Il parallelo con Bertinotti è assolutamente sproporzionato. Noi non stiamo mettendo l'Ulivo con le spalle al muro. I temi cui lei faceva riferimento non sono istanze esclusive del Ppi, ma precisi impegni che l'Ulivo si è preso con gli elettori nel programma presentato nel gennaio '96. Noi chiediamo solamente alla maggioranza di aderire al programma che si è data». Sennò vi andate a cercare i voti in giro? «Noi non andiamo a reclamare sostegno da nessuno se non dalla coalizione di cui facciamo parte, perché sappiamo che in essa esiste la volontà di assolvere agli impegni sottoscritti. Certo, ci possono essere circostanze eccezionali in cui si possano o si debbano accettare i voti di quei cattolici impegnati in politica nello schieramento avverso. Ma stiamo parlando di eccezioni che noi considereremmo una sconfitta». Parità scolastica: il dell del governo non risolve la questione delle questioni, cioè i soldi alle private. Non crede che l'attrito sia tutto li? «Ci sono due elementi da chiarire. Primo: siamo l'unico Paese dell'Unione europea a non aver regolamentato il rapporto pubblico-privato nell'istruzione. Secondo: anche questo problema era nel programma dell'Ulivo, lo voghamo affrontare una buona volta o no? La funzione dell'insegnamento è pubblica di per sé, ma 3 sistema con cui viene assolta può essere invece statale o non statale, come è ovunque. Quan¬ to alla questione dei soldi, mi sembra assolutamente secondaria, in quanto la cifra in discussione è irrisoria». C'è la sensazione che la vostra posizione sulla famiglia di fatto risenta di un mai sopito integralismo. Anche questo era scritto nelle tesi dell'Ulivo? «Nel programma dell'Ulivo c'è un impegno a favore della famiglia, della donna lavoratrice e madre, dell'educazione dei figli. Noi intendiamo che il governo si faccia carico di questa istanza come di una priorità sociale. Dopo di che io so bene che ci sono delle situazioni di debolezza - vogliamo chiamarle così? di persone cioè che per le ragioni più svariate non possono aderire ad un modello di famiglia tradizionale. Rispetto a queste situazioni noi non abbiamo alcuna chiusura moralistica e quindi, all'interno di una politica per la famiglia, si potranno trovare sicuramente delle soluzioni». Anche se la famiglia di fatto fosse composta da due persone dello stesso sesso? «L'orientamento sessuale non è tema che debba riguardare lo Stato, mi pare». Prendo atto della novità. Spero di sentirne una analoga in materia di fecondazione assistita. «Adesso non c'è regolamentazione in materia di fecondazione assistita. Noi chiediamo che a questo Far West si ponga fine con una legge che ne governi l'applicazione. Tutto qui. Le sembra questo un atteggiamento integralista?». Insomma Letta, lei dice che su nessuno di questi punti infuocati la maggioranza rischia la . propria compattezza? «Se la maggioranza rischia sarà solo sulla politica estera. Abbiamo visto quanto è accaduto sulla Nato, ora c'è la questione balcanica. Ma più in generale, ci sono impegni legati alla nostra appartenenza au'TJe che ci vincolano a compiere delle scelte secondo accordi sottoscritti, sia che a governare sia l'Ulivo, sia che sia il Polo. Ecco, su queste "scelte obbligate" se Rifondazione si impuntasse, allora sì, sarebbe la fine». Raffaello Masci Il vicesegretario del partito popolare Enrico Letta

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