«Giornalisti, lontani»

«Giornalisti, lontani» «Giornalisti, lontani» Ma Radio Black Out non insulta TORINO. La notizia del suicidio di Soledad giunge in redazione alle 10. Mezz'ora più tardi le agenzie la diffondono in tutt'Italia. Però Radio Black Out, l'emittente torinese degli squatter, dell'anarchia e dei centri sociali, tace sino alle 12. Solo musica e musica e poi, appunto qualche minuto dopo le 12, la voce dello speaker annuncia che «la compagna Sole s'è tolta la vita». .Altra musica, interrotta qua e là dal solito anonimo speaker che ripete la notizia. Oltre alla naturale tristezza, nella voce si colgono anche sorpresa per la tragedia e l'imbarazzo su come commentarla, su che cosa dire. E, nella rievocazione per sommi capi della storia di Sole, i toni sono molto pacati: così, nel ricordare il grande corteo degli squatter che dopo il suicidio in carcere di Massari il 4 aprile sfilò per Torino e vandalizzò con lanci di sassi il nuovo palazzo di giustizia s'ascolta che «il palagiustizia è stato danneggiato pesantemente». Frasi inedite, soft appunto, dato che la radio aveva usato sempre ben altre espressioni, tutte comprensive, quando non apologetiche della distruzione compiuta dai dimostranti. Che differenza tra l'attuale «è stato danneggiato pesantemente» e, ad esempio, l'assolutorio e grottesco «è naturale che se uno è incazzato per la morte di un amico (Massari, ndr) vada a tirare pietre». Così, anche l'agguato di un gruppo di anarchici al giornalista Ansa Daniele Genco durante i funerali di Massari a Brosso, il 2 aprile, diventa ora «l'aggressione». Per quell'imboscata che è costata un lungo ricovero in ospedale al cronista, non una parola di condanna, o almeno di presa di distanza, era stata pronunciata dall'emittente. Però, appena da Bene Vagienna per telefono arrivano le corrispondenze di uno squatter, ecco Radio Black Out tornare quella di sempre: minacciosa, depositaria del Verbo, assolutista. I giornalisti sono minacciati «non andate a Bene Vagienna, non vi vogliamo lì, come non vi volevamo ai funerali di Edo». Scomparsi imbarazzo, tristezza, sorpresa, un minimo d'obiettività, ecco il racconto venato di soddisfazione dell'aggressione a una troupe di Rete 7, il magistrato giunto nella cascina dove Soledad s'è uccisa diventa «il sedicente procuratore». Ecco l'avviso: ((Ai media in cerca di scoop diciamo: non telefonateci. A voi, soprattutto a voi, non abbiamo niente da dire». Poi, le solite accuse ai giornalisti: ma, a differenza del passato, non si ascoltano insulti e minacce con tanto di nome e cognome dei destinatari, solo l'accorato «sono sempre i soliti», lo sprezzante «Bene Vagienna pullula di sciacalli». Dato che Soledad s'è uccisa in una casa abitata solo da suoi compagni lo speaker non può lanciarsi in dietrologie come all'epoca del suicidio di Massari, e allora focalizza subito l'attenzione su Silvano Pelissero: ((Attenzione, adesso i media cercheranno di far passare il compagno detenuto a Novara per un infiltrato, un provocatore». [c. g.] L'auto dell'emittente televisiva torinese «Rete 7» danneggiata ieri a sassate dagli squatter davanti alla comunità di Bene Vagienna. La cronista che era all'interno è rimasta ferita a una spalla

Persone citate: Daniele Genco, Massari, Silvano Pelissero

Luoghi citati: Bene Vagienna, Brosso, Italia, Novara, Torino