All'Ansaldo cresce la tensione

All'Ansaldo cresce la tensione La Cgil: ordine pubblico a rischio. Da Finmeccanica e Gec nasce Alenia Marconi System All'Ansaldo cresce la tensione Cortei e blocchi, giovedì da Bersani ROMA. Giovedì prossimo Bersani incontrerà i segretari nazionali di Firn, Fiom e Uilm per tentare di disinnescare l'esplosiva vicenda Ansaldo, nel frattempo, al ministero dell'Industria, proseguiranno i contatti tecnici tra azienda e sindacati. Il ministro ha così aderito alla richiesta, pressante, fatta dai rappresentanti dei lavoratori: «Bersani deve intervenire - aveva detto il segretario confederale della Cgil, Walter Cerfeda - prima che la vertenza diventi un problema di ordine pubblico». La preoccupazione per la rottura delle trattative è forte e i vertici di Ansaldo Energia vengono accusati di «aver perso il controllo della situazione». Sfumata quella che Cerfeda chiama la «telenoveh con Daewoo» il sindacato paventa un negoziato al buio, perché «i vertici di Ansaldo non si dimostrano in grado di trovare un alleato internazionale, né di presentare un vero piano di rilancio». Quindi il segretario della Cgil chiede l'immediata ripresa della trattativa tra azienda e lavoratori, ma prima ancora il ritiro delle lettere di cassa integrazione. Tutto questo mentre, ieri, la protesta degli operai si inaspriva. A Genova gli ingressi degli stabilimenti sono stati bloccati e una delegazione di lavoratori è stata poi ricevuta in municipio. La giornata è stata all'insegna di una tensione fortissima: è stata più volte minacciata l'occupazione di strade, ferrovie e porto. E il calendario delle iniziative di lotta dei prossi- mi giorni prevede appunto blocchi stradali e ferroviari in tutte le regioni dove lavorano dipendenti dell'Ansaldo. Le cifre della crisi le dà Carletto Oldani, della segreteria Fim-Cisl di Legnano: «Il piano considera in esubero 412 lavoratori su 3100 a Genova, 673 su 2120 a Legnano e 60 su 605 a Gioia del Colle. Poi ci sono gli esuberi che rientrerebbero se arrivassero nuove commesse: 450 a Genova e 170 a Legnano». I sindacati, in una conferenza stampa, hanno chiarito la loro posizione: «Per riaprire le trattative con Ansaldo Energia è stato detto - bastano dieci righe in cui venga delineato un piano industriale con vere prospettive di rilancio. La ricapitalizzazione non basta». I rappresentanti sindacali aggiungono di non essere contrari pregiudizialmente alle privatizzazioni né a parlare di riordino del personale, ma solo in presenza di un progetto. Intanto da Finmeccanica arrivano i particolari dell'accordo appena raggiunto con la britannica Gec per far nascere Alenia Marconi Systems, un gigante dell'elettronica per la difesa, che sarà primo in Europa e terzo nella classifica mondiale. Il nuovo protagonista che si affaccia sul mercato dei sistemi radar e comando-controllo ha una struttura produttiva formata dai cinque stabilimenti Alenia Difesa (uno a Roma, due a Napoli, uno a La Spezia, e uno a Genova) con un organico di 4250 dipendenti e dalle nove fabbriche della Gec Marconi, che impiegano 5060 persone. L'Alenia Marconi Systems si presenta quindi sul mercato con una forza che va a sfiorare complessivamente i 9500 addetti, e un fatturato pari a circa 2700 miliardi, che nelle previsioni dovrebbe salire a 3500 in pochi anni. Con questa base la nuova società, che sarà operativa in autunno, concentrerà la sua attività sui radar, civili e militari, sui sistemi di comando e controllo terrestri, navali e per il traffico aereo, sui sistemi di simulazione e addestramento, fino ai sistemi missilistici. Il vertice della Alenia Marconi Systems sarà composto da Pierfrancesco Guarguaglini, oggi responsabile di Alenia Difesa, che occuperà la poltrona di presidente e dall'amministratore delegato, Peter Brown, al momento responsabile di Gec Marconi Radar e Defense Systems. Guarguaglini e Brown saranno affiancati da uno staff di sei membri, tre per ciascun azionista, mentre la sede legale della società sarà ad Amsterdam e quella operativa nei pressi di Londra. «Abbiamo in mente di procedere a nuovi accordi - ha detto l'annniiiistratore delegato ma non di andare in Borsa. Quotare la società, infatti, diminuirebbe la forza degli azionisti e, d'altronde, la consistenza finanziaria è buona e non c'è bisogno di denaro fresco». Gli accordi cui accenna Brown prevedono che Finmeccanica acquisti una partecipazione nel settore sistemi d'arma e veicoli corazzati di Gec Marconi, mentre la società britannica, a sua volta, acquisirà una fetta dei sistemi avionici di Finmeccanica. «Questo - ha spiegato Guarguaglini - servirà a rafforzare il processo di integrazione e facilitare la ricerca di un nuovo alleato che dovrebbe essere scelto entro l'anno». In proposito sono già stati avviati contatti con Matra-Ba, Thomson e Aérospatiale. [v. cor.] I ministro Bersani