Alla corte marziale i 2 piloti del Cermis di Franco Pantarelli

Alla corte marziale i 2 piloti del Cermis Adesso rischiano l'ergastolo Alla corte marziale i 2 piloti del Cermis Processo al marine che era al comando del jet della strage e al navigatore NEW YORK NOSTRO SERVIZIO E' deciso: il pilota responsabile della tragedia di Cavalese e il suo navigatore dovranno affrontare la Corte Marziale americana. La data del processo non è stata fissata, ma viene prevista fra ottobre e novembre. E' stata una decisione rapida, visto che la richiesta di deferire alla Corte Marziale i due capitani, Richard Ashby e Joseph Schweitzer, era stata presentata soltanto pochi giorni fa, e questo sembra confermare ciò che si era detto allora, e cioè che il generale Peter Pace, il comandante del corpo dei marines che doveva dire sì oppure no al processo, era in pratica già convinto. Fra gli avvocati dei due piloti, il più ciarliero è stato David Beck, difensore di Schweitzer. Ha detto che il suo cliente è rimasto molto deluso dalla decisione del generale Pace e ha annunciato che da questo momento fino all'inizio del processo «lavoreremo sodo ogni giorno alla ricerca delle prove della sua innocenza». Fra i piani dell'avvocato c'è anche quello di volare in Italia per esaminare tutti i documenti possibili e per interrogare tutte le persone coinvolte nella tragedia. La sua tesi, come ha già avuto modo di dire altre volte, è che Ashby e Schweitzer non hanno colpe perché nelle mappe di cui disponevano il cavo della funivia del Cermis non era segnato e perché le norme sulla quota a cui stare e sulla velocità da tenere sono confuse. Mentre la tesi del colonnello Ronald Rodgers, che giorni fa ha concluso l'indagine preliminare sulla tragedia con la richiesta - accolta ieri - di processare Ashby e Schweitzer (scagionando gli altri due mili- tari a bordo perché nella loro posizione non erano in grado di «intervenire»), è invece che quelle norme sono chiare, che in base ad esse quel maledetto 3 febbraio TEA-6B Prowler partito da Aviano per un volo di addestramento non doveva trovarsi in quel punto e che se ciò è avvenuto è stato per via del «joyriding», le fanfaronate, cui i due baldi marines hanno deciso di abbandonarsi. Quello che comunque la colpa non sia tutta loro - nel senso che a provocare la tragedia potrebbe avere contribuito la confusione delle norme e la tradizionale tolleranza dei superiori verso le loro bravate - è un sospetto che sembra rimanere a William Cohen, il segretario alla Difesa americano. Ieri, appena si è diffusa la notizia del deferimento alla Corte Marziale di Ashby e Schweitzer, Cohen ha telefonato a Beniamino Andreatta, il ministro della Difesa italiano, per rassicurarlo che comunque la faccenda non finisce qui. Ci saia un'approfondita indagine amministrativa interna, ha spiegato Cohen ad Andreatta, per chiarire fino in fondo tutte le possibili concause della tragedia. In che cosa esattamente consisterà quell'indagine non è chiaro, e non è prevedibile molta solerzia da parte del Pentagono nel dare spiegazioni. Ma il senso dell'iniziativa, sembra di capire, è che a finire sotto processo debba essere un'intera «cultura», e non soltanto due persone che di quella cultura sono dei prodotti. Parallelamente al processo ai piloti che avverrà a Camp Lejeune, la loro base, è quindi possibile che si svolga anche un altro processo, stavolta a porte chiuse, nelle stanze del Pentagono. Franco Pantarelli Per i due piloti del Cermis l'accusa è di omicidio volontario

Luoghi citati: Aviano, Camp Lejeune, Cavalese, Italia, New York