«Ma adesso i malati non si scoraggino» di Gabriele Beccaria
«Ma adesso i malati non si scoraggino» «Ma adesso i malati non si scoraggino» INTERVISTA IL MEDITO CHE COORDINA ITESI ALBERTO Scanni, primario del Fatebenefratelh di Milano, è il coordinatore del Gruppo regionale di valutazione dell'applicazione della multiterapia Di Bella. Professore, avete presentato dati davvero sconfortanti. Non lasciate speranze? «Io non direi dati sconfortanti. Sono solo numeri». Resta il fatto che le percentuali di successo sono bassissime. «Questa è una prima valutazione: certamente lascia l'amaro in bocca, ma si dovranno acquisire ulteriori elementi». E allora non sarebbe stato meglio aspettare e raccogliere risultati più certi? «Guardi che abbiamo seguito rigorosamente il protocollo della Regione Lombardia, che non è vincolato a quello nazionale, e nel protocollo si prevedeva un primo "step" di valutazione dopo tre mesi di trattamento. Per tutto il resto è assolutamente sovrapponibile a quello nel resto d'Italia». Il portavoce di Di Bella vi accusa di aver volutamente fatto degli errori nella multiterapia. «Non è vero. Ci tengo a dire che la tetralogia - la cura a base di 4 farmaci - è stata sempre applicata alla lettera. Com'è stato spiegato durante la conferenza stampa, prima di cominciare la Regione Lombardia aveva avuto il sì di Di Bella al protocollo: l'assessore alla Sanità e 2 membri del Gruppo di controllo erano andati nel suo studio di Modena e avevano ottenuto l'omologazione. Quanto alla Regione - voglio aggiungerlo - è stata rispettosissima delle nostre valutazioni». Polemiche a parte, che cosa dirà ai suoi malati, sicuramente allarmati per quei «numeri» - come li ha definiti lei - così crudi? «Con i malati, sia nel mio ospedale, il Fatebenefratelli, che negli altri 32 della Lombardia, i rapporti sono stati sempre molto attenti. Abbiamo spiegato che la multiterapia era sperimentale e che non aveva una comprovata efficacia e ciascu- no, dopo un colloquio e una lunga visita, ha firmato una dichiarazione di consenso. Nessuno è mai stato abbandonato, né lo sarà. Sapevano e sanno che non sono soli». Ma, se ora qualcuno di loro le chiederà di sospendere tutto e tornare alla chemio, lei che cosa risponderà? «Ogni caso è un caso a sé. Comunque, esiste la libertà del malato. Come ha scelto di sottoporsi alla multiterapia così può abbandonarla. Ma a tutti spiegheremo che i dati appartengono a una sperimentazione ancora in corso e che, quindi, non essendo definitivi andremo avanti. Voglio sottolineare che il nostro Gruppo regionale ha dimostrato sempre una grande disponibihtà, una totale assenza di pregiudizi e di qualsiasi atteggiamento di ostruzione. Sapevamo e sappiamo di dover dare un servizio, anche sociale, a questi pazienti che nutrono grandissime speranze per il metodo Di Bella, speranze - devo dire - anche molto caricate dai media». A quando il prossimo «esame»? «11 secondo "step" è previsto tra settembre e ottobre». Che cosa si aspetta? «Non sono in grado di dare una risposta. Posso dire che con lo stesso rigore con cui abbiamo aspettato la fine dei tre mesi per comunicare i risultati della prima fase, tenendo sempre le bocche cucite, così aspetteremo la fine della seconda». E se i risultati nazionali dovessero smentire i vostri? «Non so rispondere. Ma i numeri che abbiamo comunicato sono stati elaborati con la massima precisione metodologica e statistica». Gabriele Beccaria A destra il professor Luigi Di Bella e nella foto sotto il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni
Persone citate: Di Bella, Luigi Di Bella, Roberto Formigoni
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